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Si chiama “Telefono del Vento” e negli Stati Uniti ce ne sono circa 300 esemplari. Sono telefoni a disco, scollegati dalla linea, ma sempre accessibili al pubblico. Si trovano nei parchi, lungo i sentieri o immersi nella natura. E, in genere, vengono installati da chi desidera onorare una persona cara scomparsa. È quello che ha fatto una coppia californiana, Colin Campbell e Gail Lerner, che sei anni dopo un grave incidente stradale in cui ha perso i figli adolescenti, ha deciso di installarne uno vicino alla propria casa, nel deserto di Joshua Tree, in un luogo a loro caro. La prima chiamata è stata quella di Gail, che ha composto un numero formato dalle date di nascita dei ragazzi: «Non è che li abbia sentiti rispondere», ha raccontato, «Ma ho sentito che mi ascoltavano, che le mie parole arrivavano a loro». Come Gail, le persone usano questi telefoni per “chiamare” una persona cara defunta e, aprendo il proprio cuore, possono dire ciò che non è mai stato detto prima. I telefoni, infatti, offrono un ambiente sicuro e protetto in cui è possibile raccontare i propri pensieri e sentimenti, e rievocare ricordi. Per molti diventano quindi un luogo intimo in cui affrontare la perdita, trovare conforto ed elaborare il dolore. Un’installazione, questa, che trae ispirazione dall’originale giapponese, inaugurato in seguito allo tsunami del 2011, che causò la scomparsa di migliaia di persone. E che, da qualche anno, è arrivata anche in Italia, precisamente tra le colline di Capannoli, in provincia di Pisa. Foto: @colincampbellwriter.
Come essere davvero d’aiuto a un neo genitore? Il periodo dopo il parto è un momento molto delicato a causa dei grandi cambiamenti che porta con sé. Accanto alla gioia per l’arrivo del neonato, è del tutto normale provare sentimenti come stanchezza, incertezza e fatica. In questa fase, la gestione della quotidianità può risultare particolarmente complessa. Le energie sono spesso concentrate sul nuovo arrivato, mentre le attività pratiche, come le faccende domestiche, possono passare in secondo piano. Dimostrare il proprio supporto e affetto a un neo genitore, preparando dei pasti, facendo le pulizie od occupandosi del bucato, sono alcuni piccoli gesti che possono rendere questo periodo un po’ più sereno. 👉🏻 E tu, hai mai supportato un neo genitore in questo momento delicato? Come? Reel: @gracebeverley. #Genitorialità #Supporto #ReteDiSupporto #Benessere #Amicizie
«Le persone che hanno incubi frequenti vivono di meno»: è quanto afferma il Dott. Abidemi Otaiku, ricercatore dell’Imperial College di Londra, in un recente studio da lui coordinato che indaga il possibile legame tra incubi ricorrenti e longevità. La ricerca, condotta su larga scala, ha analizzato i dati di oltre 183.000 adulti tra i 26 e gli 86 anni e di più di 2.400 bambini tra gli 8 e i 10 anni, seguiti per un periodo compreso tra i 18 mesi e i 19 anni. Dall’analisi è emerso che le persone che avevano incubi frequenti presentavano un rischio triplicato di vivere meno di 70 anni rispetto a chi ne aveva raramente o mai. Una delle ipotesi avanzate dal Dott. Otaiku è che gli incubi possano interferire con i normali processi rigenerativi del sonno. Inoltre, potrebbero influenzare i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, il cui aumento è stato associato a processi di invecchiamento cellulare. Va sottolineato che lo studio non dimostra una relazione di causa-effetto tra incubi e ridotta longevità, ma evidenzia una correlazione chiara che però merita ulteriori approfondimenti. Questa scoperta, inoltre, non vuole generare allarme, ma promuovere una maggiore consapevolezza sul ruolo giocato dal sonno per la salute generale, e sull’importanza di intervenire, quando necessario, per migliorare la qualità del proprio riposo. 🔗 Per saperne di più, leggi il nostro ultimo articolo: trovi il link in BIO. #Incubi #Riposo #Longevità #Benessere #Salute
Può capitare che, durante una conversazione, qualcuno intervenga prima che l’altra persona abbia terminato di parlare. Si tratta di una mancanza di rispetto o di ascolto? Non necessariamente. O almeno è ciò che sosterrebbe la psicologia, secondo cui questo comportamento potrebbe avere altre origini. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Journal of Neuroscience” ha infatti osservato come alcune persone elaborino le informazioni più rapidamente rispetto alla media. Di conseguenza, tendono a inserirsi nel dialogo con maggiore prontezza, talvolta sovrapponendosi agli altri, per timore di dimenticare ciò che vogliono dire o per il desiderio di contribuire attivamente alla conversazione. In altri casi, invece, questo comportamento potrebbe essere collegato all’ansia: chi la sperimenta può avvertire un senso di urgenza nel prendere la parola il prima possibile, per paura di non riuscire a esprimersi nei tempi e nei modi adeguati. Quindi, quello che in apparenza potrebbe sembrare una forma di scarsa educazione, talvolta può avere motivazioni diverse, non sempre riconducibili a una reale mancanza di rispetto o ascolto. 👉🏻 Ti è mai capitato di assistere a una situazione simile o di essere tu, in prima persona, a interrompere? #Conversare #Rispetto #Educazione #Relazioni #Benessere
Ehm... aiuto? 😅 Diciamo che la passeggiata rilassante per staccare la mente è durata cinque minuti, poi sono subentrati il fiatone, i dolori muscolari e i giramenti di testa. Succede, soprattutto quando sottovalutiamo il fatto che anche il corpo ha bisogno di attenzioni e cure. A te è mai successo? #AttivitàFisica #Benessere #BenessereMentale #Salute #Meme