Vertigini da stress, ecco come riconoscerle

Emanuela Spotorno | Editor

Ultimo aggiornamento – 30 Luglio, 2025

Giovane donna con maglia bianca a righe nere in piedi che si mette una mano sulla fronte con gli occhi chiusi mentre ha le vertigini

Un senso di sbandamento improvviso, la testa che gira senza una causa apparente, una persistente instabilità nei momenti di maggiore tensione. Le vertigini da stress rappresentano una risposta fisica comune agli stati di ansia e affaticamento emotivo; riconoscerle è fondamentale per evitare che il disagio si cronicizzi e comprometta il benessere quotidiano.

Scopriamo il legame tra ansia e vertigine per poter intervenire in modo mirato e prevenire episodi ricorrenti.

Ansia e vertigini: un legame complesso

Il legame tra ansia e vertigine è oggetto di crescente interesse da parte della comunità scientifica. Le evidenze suggeriscono che gli stati d’ansia prolungati o intensi possano influenzare il sistema vestibolare, responsabile dell’equilibrio, generando sensazioni di instabilità e capogiri.

Si tratta di una risposta psicosomatica dell’organismo a una condizione di stress acuto o cronico, in cui la tensione emotiva si traduce in sintomi fisici reali.

Quando si parla di vertigini da ansia, si fa riferimento a un insieme di manifestazioni che includono giramenti di testa da stress, senso di sbandamento da ansia, difficoltà a mantenere l’equilibrio e, in alcuni casi, una vera e propria percezione alterata dello spazio circostante.

Oltre ai giramenti di testa da stress, non è raro avvertire anche nausea, senso di instabilità visiva o difficoltà di concentrazione, soprattutto nei momenti di maggiore tensione emotiva.

Si tratta di segnali che il sistema nervoso autonomo sta reagendo in modo marcato allo stato d’ansia, influenzando l’equilibrio e la percezione del corpo nello spazio.

Questi sintomi, se non riconosciuti e trattati, possono aggravarsi nel tempo e alimentare un circolo vizioso tra malessere fisico e tensione emotiva.

Come si manifestano le vertigini da stress

Riconoscere i capogiri da ansia non è sempre semplice, poiché i sintomi possono sovrapporsi a quelli di altre condizioni mediche, come problemi dell’orecchio interno, cali di pressione, ipoglicemia o patologie neurologiche.

Tuttavia, esistono alcune caratteristiche tipiche che aiutano a identificarli:

  • sensazione di instabilità: spesso descritta come “camminare su un pavimento che si muove” o come una perdita momentanea di equilibrio;
  • giramenti di testa improvvisi: che si manifestano in situazioni di stress, tensione emotiva o preoccupazione intensa;
  • sbandamento ansioso: percezione soggettiva di essere spinti da un lato, senza una vera perdita dell’equilibrio;

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  • nebbia mentale o confusione: che può accompagnare i sintomi fisici e contribuire a generare ulteriore ansia;
  • assenza di cause organiche evidenti: gli esami clinici non mostrano anomalie significative a livello neurologico o vestibolare.

In molti casi, le vertigini da ansia sono associate ad altri sintomi tipici dell’attivazione ansiosa, come tachicardia, sudorazione, tremori, difficoltà respiratorie e tensione muscolare. Tali segnali contribuiscono a rafforzare la convinzione di un problema fisico serio, innescando ulteriori preoccupazioni.

Il meccanismo fisiologico: come lo stress influisce sull’equilibrio

Durante un episodio di stress o ansia acuta, il sistema nervoso autonomo attiva la cosiddetta “risposta di attacco o fuga”, rilasciando adrenalina e cortisolo. Questo meccanismo, se protratto nel tempo, altera il normale funzionamento del sistema nervoso, influenzando anche il sistema vestibolare, che regola equilibrio e orientamento spaziale.

In particolare, lo stress cronico può determinare una ipersensibilità del sistema neurovegetativo, rendendo l’organismo più reattivo a stimoli anche minimi.

Questo stato di iperattivazione può produrre una sensazione di sbandamento da ansia persistente, non legata a movimenti reali ma piuttosto a una percezione alterata dell’ambiente circostante.

Inoltre, la respirazione superficiale tipica degli stati ansiosi (iperventilazione) può causare un abbassamento dei livelli di anidride carbonica nel sangue, contribuendo alla comparsa di capogiri da ansia e sensazione di confusione.

Come distinguere le vertigini da stress da altre cause

Per diagnosticare correttamente le vertigini da stress è essenziale escludere condizioni mediche sottostanti.

Il percorso diagnostico inizia con una visita medica accurata e può includere:

  • esami audiovestibolari, per escludere labirintiti o disfunzioni dell’orecchio interno;
  • esami neurologici, per valutare eventuali problemi cerebrali o di conduzione nervosa;
  • esami cardiologici e pressori, in caso di sospetta ipotensione o aritmie;
  • valutazione psicologica, utile per identificare l’eventuale presenza di disturbi d’ansia.

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Una volta escluse cause organiche, il sospetto di giramenti di testa da ansia o senso di sbandamento da stress può essere confermato da uno psicologo o psichiatra, che valuterà la relazione tra gli episodi di vertigine e lo stato emotivo della persona.

Come gestire e trattare le vertigini da stress

Affrontare le vertigini da ansia richiede un approccio multidisciplinare che tenga conto sia degli aspetti fisici che psicologici del disturbo. I trattamenti più indicati includono:

  • psicoterapia cognitivo-comportamentale: considerata uno dei metodi più efficaci per gestire l’ansia e i sintomi associati. Aiuta a identificare i pensieri disfunzionali e a modificare i comportamenti che alimentano il malessere;
  • tecniche di rilassamento: come la respirazione diaframmatica, la meditazione mindfulness o il training autogeno, che riducono la tensione psicofisica e migliorano la consapevolezza corporea;
  • attività fisica regolare: camminare, praticare yoga o altre attività aerobiche leggere favorisce l’equilibrio e stimola la produzione di endorfine;
  • supporto farmacologico: in casi selezionati, il medico può prescrivere ansiolitici o antidepressivi, da assumere sotto stretto controllo specialistico.

È utile anche monitorare lo stile di vita: migliorare la qualità del sonno, seguire un’alimentazione equilibrata e limitare il consumo di caffeina e alcol può contribuire a ridurre la frequenza dei giramenti di testa da stress.

Quando rivolgersi a uno specialista

È importante non sottovalutare i sintomi, soprattutto se si presentano con frequenza o interferiscono con le attività quotidiane.

In presenza di vertigini frequenti, sensazione di sbandamento ansia o capogiri persistenti, è consigliabile rivolgersi a un medico per una valutazione approfondita.

Un intervento tempestivo consente di evitare che i sintomi si cronicizzino e compromettano ulteriormente il benessere psicofisico. In molti casi, riconoscere che i giramenti di testa sono legati allo stress e non a una malattia grave rappresenta già un primo passo verso il miglioramento.


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Le vertigini da stress sono una manifestazione concreta del legame tra mente e corpo: riconoscerle e affrontarle in modo consapevole permette di prevenire ricadute, migliorare la qualità della vita e recuperare un senso di stabilità fisica ed emotiva.

Il supporto di specialisti, unito a strategie mirate di gestione dell’ansia, può fare la differenza nel percorso di guarigione.

Emanuela Spotorno | Editor
Scritto da Emanuela Spotorno | Editor

Amo da sempre i libri e la lettura e negli ultimi anni mi sono appassionata a tematiche legate al benessere, all'alimentazione e al mondo Pet. Finalmente su Pazienti.it posso scrivere di argomenti che mi coinvolgono ed appassionano.

a cura di Dr. Christian Raddato
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