Perché l’ictus riguarda tutti noi

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 28 Ottobre, 2025

Due uomini, probabilmente padre e figlio, bevono una tazza all'aperto.

L’ictus non è soltanto un’emergenza medica: è una realtà che può toccare ciascuno di noi o chi ci è vicino. Si tratta di una delle prime cause di morte e disabilità nel mondo, ma ha una caratteristica fondamentale: una parte significativa dei casi è prevenibile.

Ecco perché parlarne non significa diffondere paura, ma consapevolezza.

Una condizione che non è più “solo da anziani”

Molti tendono a pensare che l’ictus riguardi persone anziane o con problemi di salute cronici: in realtà, negli ultimi anni, la incidenza dell’ictus nei giovani è aumentata in modo significativo.

Vediamo alcuni dati:

  • un’analisi basata sullo Studio GBD 2019 mostra che fra gli adolescenti e i giovani adulti (15/39 anni) c’è stata una risalita dell’ictus ischemico dopo una fase di calo nei decenni precedenti;
  • in uno studio condotto su pazienti tra i 18 e i 49 anni, si stima che il 10-15 % di tutti gli ictus ischemici avviene in questa fascia d’età; 
  • altri dati indicano che l’incidenza dell’ictus nei giovani è aumentata del 23% in alcuni periodi (ad esempio, in un’analisi su giovani adulti);
  • una revisione recente segnala come nei Paesi ad alto reddito, mentre l’ictus nelle fasce d’età più avanzate è diminuito, nelle fasce giovani si osservano tendenze divergenti, con un aumento rispetto al passato.

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Questi numeri ci ricordano che nessuna fascia d’età è davvero al sicuro: secondo i dati della World Stroke Organization, ogni anno più di 12 milioni di persone nel mondo subiscono un ictus, e circa 6,5 milioni perdono la vita a causa di questa condizione.

In Italia, ogni anno, 200.000 persone ne sono vittime, con gravi conseguenze di disabilità per i sopravvissuti

L’ictus, quindi, non è più “la malattia degli anziani”, anche se l’età resta un fattore di rischio: studi pubblicati su Stroke (American Heart Association) mostrano un aumento dei casi anche tra i giovani adulti sotto i 50 anni, legato soprattutto a stili di vita sedentari, fumo, stress e ipertensione non controllata.

I sintomi dell’ictus da riconoscere subito

Secondo la Dr.ssa Emiliana Meleo, Dottore di Ricerca in Neuroscienze e specialista in Malattie dell'Apparato Respiratorio, quando si parla di ictus si fa riferimento a un gruppo di eventi diversi che colpiscono il cervello in modi differenti.

I principali sono due:

  • ictus ischemico: è il tipo più frequente, responsabile di oltre l’80% dei casi e avviene quando un’arteria che porta sangue al cervello si ostruisce.
     Può accadere per via di una trombosi, cioè la formazione di un coagulo all’interno del vaso, o per un’embolia, ovvero quando un frammento di coagulo o una placca si stacca da un’altra zona – di solito dal cuore o dalle arterie del collo – e raggiunge il cervello.
  • ictus emorragico: avviene quando a rompersi è il vaso stesso. Il sangue fuoriesce e danneggia i tessuti circostanti, provocando un’emorragia cerebrale.

La caratteristica principale dell’ictus è la sua comparsa improvvisa e indolore. Esistono, però, alcuni sintomi che, quando compaiono, possono far insospettire:

  • insensibilità e formicolio a uno degli arti (braccio o gamba) della metà del corpo;
  • debolezza o insensibilità di una metà del volto;
  • sensazione di vertigine, di sbandamento o cadute o un grave mal di testa;
  • incapacità di esprimersi o di comprendere qualcuno che sta parlando;
  • oscuramento o la perdita di visione da un solo occhio.

Le conseguenze di un ictus, sia esso ischemico o emorragico, dipendono dalla parte del cervello che viene danneggiata: dopo un ictus una persona può avere problemi di movimento, per una paralisi degli arti di un lato del corpo, difficoltà di linguaggio o di pensiero.

Cosa succede al cervello quando avviene un ictus

Nel momento in cui un vaso cerebrale viene ostruito o si rompe, le cellule nervose nell’area colpita iniziano a morire per mancanza di ossigeno e nutrienti. 

Secondo studi consolidati:

  • si stima che ogni minuto di ischemia corrisponda alla perdita di circa 1,9 milioni di neuroni;
  • man mano che l’ictus progredisce, l’area cerebrale “salvabile” (che non è già danneggiata in modo irreversibile) si riduce sempre di più.

Infermiera assiste uomo anziano in ospedale.

Da qui deriva una regola semplice ma fondamentale: intervenire il prima possibile può fare la differenza tra vita piena e danni gravi.

La Dr.ssa Meleo sottolinea che, come detto, l’ictus colpisce più spesso le persone sopra i 65 anni, ma non è esclusivo di questa fascia d’età: anche adulti giovani possono esserne vittime, specialmente se convivono con alcuni fattori di rischio modificabili, cioè legati allo stile di vita:

  • fumo di sigaretta;
  • sovrappeso o obesità;
  • scarsa attività fisica;
  • colesterolo alto;
  • diabete;
  • ipertensione;
  • consumo eccessivo di alcol.

Questi fattori possono essere corretti attraverso cambiamenti nello stile di vita o, quando necessario, con un supporto medico mirato: nella prevenzione, una dieta equilibrata e uno stile di vita sano sono ottimi rimedi naturali.

Fonti:

  • BMC Public HealthGlobal burden of stroke in adolescents and young adults (aged 15–39 years) from 1990 to 2019: a comprehensive trend analysis based on the global burden of disease study 2019
  • StrokeRisk Factors and Causes of Ischemic Stroke in 1322 Young Adults
  • NeurologyStroke incidence in young adults according to age, subtype, sex, and time trends
  • Jama NeurologyDiverging Temporal Trends in Stroke Incidence in Younger vs Older People
  • World Stroke OrganizationImpact of Stroke
  • Senato della RepubblicaIctus. Quanto sono efficaci le campagne di informazione sanitaria (e salvano davvero la vita ai cittadini)?
  • StrokeRisk Factors and Causes of Ischemic Stroke in 1322 Young Adults
  • StrokeAdvances in Acute Ischemic Stroke Therapy
  • The LancetStroke treatment: time is brain
  • P. by Pazienti.itIctus
Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

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