Vacanze e profilassi: i consigli dell’infettivologo per un viaggio sicuro

Emanuela Spotorno | Editor

Ultimo aggiornamento – 29 Maggio, 2024

coppia in vacanza su una spiaggia tropicale

Con l'arrivo delle vacanze estive, molte persone stanno pianificando viaggi verso destinazioni esotiche. Paesi tropicali e subtropicali come Thailandia, Brasile, Kenya e India attraggono ogni anno più di 1 milione di italiani desiderosi di conoscere nuove culture e immergersi in paesaggi mozzafiato. 

Tuttavia i viaggi internazionali, specialmente in aree tropicali, comportano anche dei rischi sanitari che non vanno ignorati. Ogni anno circa l’8% dei viaggiatori necessita di cure mediche durante o dopo il viaggio, dato che rende essenziale prendere le giuste precauzioni.

Per approfondire l'argomento e capire meglio i rischi in cui si incorre e quali misure preventive adottare, ne abbiamo parlato con il Dr. Stefano Zona, medico chirurgo specializzato in Malattie Infettive.

Quali sono i rischi più comuni legati a malattie infettive durante viaggi internazionali?

Ovviamente dipende dalla meta. Ogni area geografica ha un proprio ecosistema, non solo di animali, ma anche di virus e batteri. Per questo, virus e batteri che alle persone autoctone non fanno nulla o quasi, per un viaggiatore potrebbero risultare pericolosi. 

Un esempio molto semplice da comprendere è quella sindrome che viene comunemente chiamata “diarrea del viaggiatore”, determinata da batteri che possono essere presenti anche nell’acqua di rubinetto, nei paesi in cui le condizioni igieniche delle infrastrutture non sono sufficienti: mentre le persone che bevono abitualmente quell’acqua non hanno manifestazioni cliniche, un turista straniero potrebbe invece riscontrare problemi.

Quali sono i vaccini fondamentali da considerare prima di partire per un viaggio internazionale, e a chi bisogna rivolgersi?

I vaccini raccomandati in Italia sono fondamentali anche per viaggiare all’estero, tra i quali possiamo ricordare i vaccini contro tetano, pertosse, morbillo, rosolia, Covid-19, influenza

Per farsi una prima idea, si può agilmente consultare il sito predisposto dall’Istituto Superiore di Sanità (oppure quello dei Centers for Disease Control degli Stati Uniti). 

Per una consulenza personalizzata, è necessario rivolgersi al servizio della medicina dei viaggi della propria ASL/ATS.

Quanto tempo prima della partenza è consigliabile iniziare a pianificare la profilassi e la somministrazione dei vaccini necessari?

È importante muoversi per tempo, anche 3-4 mesi prima, non solo perché non è detto di riuscire ad avere gli appuntamenti rapidamente, ma soprattutto perché potrebbe essere necessario fare alcune vaccinazioni. E per avere la protezione indotta dai vaccini servono alcune settimane.

Quali sono le norme igieniche e comportamentali da tenere a mente durante viaggi internazionali?

La prima, che purtroppo dimentichiamo spesso, è lavarsi frequentemente le mani, va bene anche il gel idroalcolico che possiamo tenere comodamente nello zaino. 

Le nostre mani raccolgono una quantità enorme di batteri e virus, anche potenzialmente patogeni, e ogni volta che mangiamo o ci tocchiamo il viso potremmo infettarci. 

A seconda delle aree geografiche, soprattutto nei paesi in cui rischiamo la diarrea del viaggiatore, è necessario evitare acqua di cui non conosciamo l’origine, verdure e carni crude, mitili crudi e in generale ogni cibo che non è adeguatamente cotto.

Nel caso di viaggi dove Malaria o Zika, Dengue, Chikungunya sono endemiche, è necessario usare repellenti per insetti, coprirsi con vestiti chiari e usare zanzariere.

usare -repellenti-per-insetti

Da infettivologo, non posso poi non citare la necessità di usare correttamente il preservativo nel caso di rapporti sessuali occasionali o comunque con persone di cui non si conosce lo stato sierologico, così da proteggersi da HIV e sifilide.

Ci sono procedure precauzionali da seguire al rientro da questi viaggi?

Nel caso di area endemica per malaria, oltre a proseguire la profilassi antimalarica anche al ritorno per un paio di settimane, è importante segnalare al medico dove si è viaggiato nel caso in cui compaia una febbre elevata. 

Nel caso di ritorno da un’area in cui Zika è endemico, sarebbe opportuno proteggere i rapporti sessuali tra uomini e donne in età fertile, così da ridurre il rischio di trasmettere il virus durante una gravidanza. Ricordo che il virus Zika durante la prima parte della gravidanza può indurre alcune malformazioni fetali.

Inoltre, è importante proteggersi dalle punture dalle zanzare anche a casa, soprattutto se si manifestano sintomi simil influenzali: infatti, al momento, in Italia, abbiamo la zanzara vettore per Dengue, Chikungunya e Zika, ma non abbiamo un serbatoio virale efficace per rendere tali malattie endemiche. 

Sarebbe opportuno rimanere in questa condizione per più tempo possibile e credo sia una responsabilità di tutti evitare di diffondere tali malattie alle nostre latitudini.

Parliamo di Dengue: è consigliato il vaccino se si visitano i paesi attualmente più colpiti? 

Al momento, non esiste una vera “emergenza” Dengue

Sappiamo che in alcune aree del mondo la Dengue è endemica o epidemica e viaggiare in tali aree espone al rischio di acquisire la malattia (i sintomi principali sono febbre alta, mal di testa, dolore muscolare e articolare, eruzioni cutanee e stanchezza). 

L’incubazione della Dengue varia solitamente da 4 a 10 giorni, ma può estendersi fino a circa 14 giorni. Durante questo periodo, la persona infetta potrebbe non manifestare alcun sintomo ma potrebbe comunque trasmettere il virus ad altre persone attraverso le zanzare. Per questo, i vari casi di Dengue visti in Italia sono tutti di “importazione”, cioè acquisiti durante il viaggio e manifestatisi al ritorno.

Secondo le indicazioni ministeriali, della SIMVIM Società Italiana Medicina dei Viaggi e delle Migrazioni, e dell'Istituto Superiore di Sanità, la vaccinazione non è raccomandata routinariamente a tutti i viaggiatori. Può essere raccomandata per viaggi di almeno 3 settimane o viaggi ricorrenti in aree endemiche o con epidemia in atto, soprattutto per i viaggiatori che hanno già avuto la Dengue. 

Perché a coloro che hanno già avuto la malattia? Non dovrebbero essere “naturalmente” già protetti? Il discorso è un po’ lungo, arrivo direttamente alla conclusione: chi ha già avuto la Dengue, nel caso si infetti nuovamente, può rischiare la forma peggiore di Dengue, cioè la febbre emorragica. È una condizione che può essere anche mortale, in particolare per bambini piccoli e anziani. Il vaccino attualmente disponibile in Italia è autorizzato dai 4 anni di età.

È bene ricordare che, come tutti i vaccini, non è detto che funzioni perfettamente su tutte le persone: anche i vaccinati devono ricordarsi di utilizzare repellenti e zanzariere, così da ridurre le probabilità di essere punti dalle zanzare.

Emanuela Spotorno | Editor
Scritto da Emanuela Spotorno | Editor

Amo da sempre i libri e la lettura e negli ultimi anni mi sono appassionata a tematiche legate al benessere, all'alimentazione e al mondo Pet. Finalmente su Pazienti.it posso scrivere di argomenti che mi coinvolgono ed appassionano.

a cura di Dr. Stefano Zona
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Emanuela Spotorno | Editor
Emanuela Spotorno | Editor
in Salute

82 articoli pubblicati

a cura di Dr. Stefano Zona
Contenuti correlati
gatto dal veterinario
Malassezia nel gatto: ecco cosa sapere su questa infezione fungina

Malassezia nel gatto: i sintomi, le cause e i trattamenti per questa infiammazione causata dalla proliferazione anomala di un lievito sulla pelle del gatto.

Cane sul ponte di legno sul lago
Alopecia nel cane: cause, sintomi e cure per la perdita di pelo

L'alopecia nel cane è una condizione che può dipendere da varie cause. Approfondiamo il perché compare e i possibili trattamenti da mettere in atto.