Da Siena arriva una scoperta che potrebbe cambiare il destino della lotta contro l’antibiotico-resistenza.
Un gruppo di ricercatori italiani, guidato da Rino Rappuoli, direttore scientifico della Fondazione Biotecnopolo di Siena, ha isolato un anticorpo monoclonale umano capace di neutralizzare Klebsiella pneumoniae, un batterio responsabile di gravi infezioni e ormai resistente a tutti gli antibiotici conosciuti.
Lo studio, pubblicato su Nature, rappresenta un passo avanti decisivo contro quella che l’Organizzazione mondiale della sanità ha definito una “pandemia silenziosa”.
Una scoperta italiana contro il batterio più resistente
Lo studio ha usato un metodo innovativo per trovare anticorpi capaci di colpire in modo preciso il ceppo ST147 di Klebsiella pneumoniae, uno dei più aggressivi e difficili da trattare. I ricercatori hanno scoperto anticorpi che si legano alla capsula esterna del batterio, una sorta di guscio che lo protegge dal sistema immunitario.
Nei test di laboratorio, questi anticorpi hanno mostrato un’efficacia molto alta, riuscendo a eliminare il batterio anche a dosi minime. Ma il risultato più importante è arrivato dagli esperimenti sugli animali: gli anticorpi diretti contro la capsula hanno impedito completamente lo sviluppo di infezioni del sangue gravi, salvando gli organismi trattati.
Il loro effetto è duplice: da un lato attivano i macrofagi, le cellule del sistema immunitario che “mangiano” i batteri; dall’altro bloccano la crescita microbica, legando insieme i batteri e fermandone la diffusione.
Questa azione combinata li rende un’arma potenzialmente efficace anche contro altri ceppi di Klebsiella, diversi per origine ma con la stessa struttura esterna.
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Un passo avanti nella lotta ai superbatteri
Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), le infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici provocano oltre 1,2 milioni di morti ogni anno nel mondo.
La resistenza antimicrobica è oggi considerata una delle più gravi emergenze sanitarie globali e, se non verranno sviluppate nuove terapie, entro il 2050 potrebbe causare fino a 10 milioni di decessi l’anno, superando il cancro tra le principali cause di mortalità.
Per questo motivo, trovare strategie di cura innovative è ormai una priorità assoluta per la comunità scientifica internazionale.
L’uso degli anticorpi monoclonali, già diffusi in oncologia e nelle malattie autoimmuni, potrebbe aprire una nuova strada anche contro i batteri più pericolosi.
Il lavoro del Biotecnopolo di Siena, terzo grande contributo pubblicato in pochi mesi dopo quelli su PNAS e Science Translational Medicine, conferma la leadership italiana nella ricerca biotecnologica. L’identificazione di un anticorpo monoclonale capace di neutralizzare un batterio “pandrug-resistant” apre nuove possibilità di trattamento per le infezioni oggi considerate incurabili.
Se i risultati saranno confermati dagli studi clinici sull’uomo, questa strategia potrebbe cambiare il modo di affrontare le infezioni più gravi, affiancando o sostituendo gli antibiotici nei casi in cui non funzionano più.
Un progresso che segna l’inizio di una nuova era dell’immunoterapia antimicrobica, in cui le difese naturali dell’organismo diventano la base per creare farmaci di precisione contro i superbatteri.
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