Un dolcificante molto usato potrebbe danneggiare i vasi cerebrali

Mattia Zamboni | Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano

Ultimo aggiornamento – 25 Luglio, 2025

Un cucchiaio di legno con dello zucchero

Un team di ricerca statunitense del Laboratorio di biologia vascolare integrativa presso il Dipartimento di Fisiologia Integrativa dell'Università del Colorado di Boulder, guidato dal Dr. Auburn R. Berry e dal Dr. Christopher A. DeSouza, ha scoperto che un dolcificante comune può causare danni alle cellule endoteliali della barriera ematoencefalica.

Scopriamo i dettagli dello studio e quali scenari apre questa nuova consapevolezza.

Gli effetti negativi dell’eritritolo

Secondo la ricerca in questione, l’eritritolo – un dolcificante comunemente utilizzato nei prodotti dietetici e senza zucchero – può provocare danni alle cellule della barriera ematoencefalica: si tratta di un filtro che impedisce a batteri, virus, tossine e altri composti nocivi di raggiungere il cervello.

Questa fitta rete di cellule endoteliali blocca, dunque, la maggior parte delle sostanze indesiderate – impedisce anche il transito di alcuni farmaci – ma permette il passaggio dei nutrienti fondamentali.

Se questa struttura dovesse subire danni, aumenterebbe il rischio di coaguli del sangue e, di conseguenza, quello di ictus e infarto ischemico.

Un altro effetto importante di questo edulcorante sarebbe quello di alterare la capacità di dilatarsi e restringersi dei vasi sanguigni – un processo legato all'equilibrio tra ossido nitrico (con potere vasodilatatore, la cui produzione viene diminuita se si assume l’eritritolo) e l'endotelina-1 (che è, invece, restringente, effetto aumentato da questo dolcificante). Tutto questo favorire l'ostruzione dei vasi da parte dei trombi.

Infine, l'eritritolo è anche in grado di bloccare la produzione di plasminogeno, un composto in grado di dissolvere i coaguli di sangue prima che inneschino pericolose ostruzioni nei vasi.

Lo studio

I ricercatori sono giunti alle loro conclusioni esponendo per tre ore le cellule endoteliali microvascolari cerebrali umane (hCMEC) a una quantità di eritritolo paragonabile a quella presente in una comune bevanda dolcificata.

Secondo il team, l'edulcorante innesca uno stress ossidativo nelle cellule endoteliali, che sono state travolte da molecole dannose e altamente reattive note come radicali liberi, inoltre ha ridotto al contempo le difese antiossidanti naturali dell'organismo – in alcuni casi, l'azione ha portato persino alla morte delle cellule.

Non è la prima volta che viene riscontrata un’associazione significativa fra l'uso prolungato di questo dolcificante e il rischio di ictus e infarto: un precedente studio aveva già trattato l’argomento; anche l'aspartame e lo xilitolo, in passato, sono stati associati a questi rischi. Tutte queste evidenze scientifiche, potrebbero aver fatto luce sul meccanismo biologico.

Va detto che i risultati di questa ricerca sono stati osservati soltanto in test di laboratorio preclinici, ovvero su cellule coltivate in vitro ed esposte all'eritritolo: serviranno, pertanto, studi molto più approfonditi per determinare se ciò si verifica effettivamente all’interno dell’organismo.

Mattia Zamboni | Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano
Scritto da Mattia Zamboni | Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano

Mattia Zamboni è un professionista della comunicazione con una solida esperienza nella divulgazione di temi legati alla salute e al benessere. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione con focus sullo storytelling, ha oltre dieci anni di esperienza nel giornalismo e nella produzione di contenuti editoriali.

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