Spettro autistico: il modo di camminare è un nuovo segnale da non sottovalutare?

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 17 Luglio, 2025

Mamma e bambina camminano mano nella mano su un sentiero di campagna in una giornata di sole.

I risultati emersi da una recente ricerca pubblicata su Autism Research vanno ad aggiornare il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5): ora anche l’andatura anomala diventa una caratteristica delle persone all'interno dello spettro autistico.

Scopriamo di più.

L’andatura come sintomo

Lo studio in questione è, in realtà, una revisione scientifica di 18 ulteriori indagini eseguite su diversi pazienti per oltre 30 anni: al suo interno si evidenzia come le persone autistiche tendano a camminare più lentamente, fare passi più ampi e tenere il piede appoggiato a terra per più tempo.

Inoltre, tra le principali caratteristiche di questa “andatura anomala” vi sono anche la camminata sulle punte dei piedi, con uno dei piedi (o entrambi) rivolti verso l’interno o verso l’esterno o trascorrere più tempo del normale in una fase di stallo quando il piede si alza da terra. 

Il team di ricerca, guidato dalla Facoltà di psicologia dell'Università Deakin (Australia), ha osservato che le differenze nell'andatura tra persone autistiche e gruppi di controllo diventano più evidenti con l'aumentare dell'età.

Secondo gli scienziati, lo studio dimostra che lo spettro autistico sono associati ad anomalie dell'andatura, ma non è chiaro se queste variazioni siano provocate dall'autismo oppure innescate da fattori secondati – ad esempio, l'aumento di peso che può verificarsi nelle persone con questa condizione.

Le cause della camminata anomala

Secondo la Dr.ssa Nicole Rinehart, co-autrice dello studio e docente di Psicologia Clinica e direttrice del Programma di Neurosviluppo della Facoltà di Medicina, Infermieristica e Scienze della Salute dell'Università Monash, questo avviene a causa delle differenze evolutive in alcune aree del cervello: i gangli.

Questi sono responsabili della sequenza del movimento e garantiscono un’andatura fluida e automatica. Il cervelletto utilizza, infatti, le informazioni visive per adattare e sincronizzare i movimenti e mantenere la stabilità posturale, garantendo che il movimento sia controllato e coordinato.

Oltre alle differenze cerebrali, l'andatura è associata anche a fattori quali le ampie capacità motorie, linguistiche e cognitive della persona.

Le persone con esigenze di supporto più complesse potrebbero presentare differenze motorie o di andatura più marcate, insieme a difficoltà linguistiche e cognitive.

La disregolazione motoria potrebbe indicare un sovraccarico sensoriale o cognitivo e rappresentare un utile indicatore del fatto che la persona potrebbe trarre beneficio da un supporto extra.

La gestione della camminata

Secondo il team di ricerca, le variazioni di andatura cambiano da persona a persona, ma se non influiscono sulla capacità di una persona di partecipare alla vita quotidiana, non necessitano di supporto: dipende tutto dalla gravità del sintomo.

Il soggetto può trarre beneficio dal supporto per le anomalie dell'andatura se queste hanno un impatto funzionale sulla sua vita quotidiana, come ad esempio:

  • difficoltà a partecipare ad attività fisiche;
  • aumento del rischio di cadute o cadute frequenti;
  • rigidità muscolari o dolori correlati in altre zone, come i piedi o la schiena.

Anche i più piccoli possono trarre benefici dal supporto per lo sviluppo delle capacità motorie: dal momento che trascorrono gran parte del loro tempo a scuola, i programmi che integrano opportunità di movimento durante la giornata permettono loro di sviluppare capacità motorie al di fuori della clinica e insieme ai coetanei.

La Dr.ssa Rinehart aggiunge che: “i nostri studi di intervento basati sulla comunità dimostrano che le capacità motorie dei bambini autistici possono migliorare dopo aver preso parte ad interventi basati sulla comunità, come sport o danza”.

Nonostante abbiamo imparato molto su come l'andatura influisca sullo spettro autistico a livello generale – conclude – stiamo ancora cercando di comprendere meglio perché e quando si verifica la variabilità individuale. Inoltre, è ancora in corso lo studio su come supportare al meglio gli stili di movimento individuali, anche nei bambini durante la loro crescita”.

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

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