Le infezioni del tratto urinario (IVU) sono tradizionalmente associate all’igiene personale e all’attività sessuale, tuttavia un recente studio ha messo in luce un nuovo fattore di rischio: la carne contaminata da Escherichia coli.
Secondo i dati raccolti tra il 2017 e il 2021, circa il 18/20% delle IVU analizzate nello studio era riconducibile a batteri presenti nella carne, piuttosto che alla trasmissione diretta tra persone.
Scopriamo di più.
Dalla cucina alle vie urinarie
Si è partiti dal presupposto che un caso di IVU su cinque è causato dal batterio Escherichia coli presente nella carne contaminata.
L’analisi ha coinvolto migliaia di campioni di E. coli prelevati sia da urina umana che da carne venduta al dettaglio, confrontandone il DNA per identificare le connessioni tra carne contaminata e infezioni.
Come spiega il Dr. Price, professore di salute ambientale e occupazionale alla George Washington University e autore principale dello studio, alcuni frammenti di DNA dell’Escherichia coli gli permettono di sopravvivere nell’intestino del pollo, mentre altri facilitano la colonizzazione nell’intestino umano.
L’E. coli presente nella carne può raggiungere le vie urinarie attraverso l’intestino e la contaminazione avviene spesso in cucina: il contatto tra carne cruda e altri alimenti, come insalate o verdure crude, favorisce la trasmissione del batterio.
I ricercatori hanno scoperto che il 18% delle infezioni del tratto urinario osservate nello studio era legato a batteri presenti nella carne piuttosto che alla trasmissione da uomo a uomo.
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Anche una semplice manipolazione della carne senza lavaggio accurato delle mani può portare i batteri direttamente nel tratto urinario.
Le pratiche igieniche tradizionali rimangono fondamentali: come ci ha spiegato il Dr. Francesco Coto, urologo, in questo contenuto, per prevenire le infezioni del tratto urinario, è importante mantenere una buona igiene personale. Per le donne, asciugarsi da davanti a dietro riduce il rischio di contaminazione dell’uretra; per gli uomini, retrarre il prepuzio prima di urinare aiuta a evitare che l’urina favorisca la crescita di batteri.
Evitare di trattenere l’urina e svuotare completamente la vescica riduce la possibilità di infezioni, ma bisogna ricordarsi di lavarsi e urinare subito dopo i rapporti sessuali. Infine, indumenti stretti, deodoranti spray e prodotti irritanti per l’igiene intima possono aumentare il rischio di infiammazioni e infezioni.
Strategie per ridurre il rischio
Diversi fattori contribuiscono al rischio maggiore di IVU: negozi di quartiere con confezionamento inadeguato della carne, ad esempio, aumentano la probabilità di contaminazione incrociata già durante la spesa; inoltre, la mancanza di risorse per detergenti, taglieri dedicati e strofinacci puliti favorisce la diffusione dei batteri anche in casa.
Le persone che vivono in aree a basso reddito risultano particolarmente vulnerabili: in queste zone, oltre il 21% delle infezioni è legato a fonti alimentari. La spiegazione potrebbe risiedere nella gestione e nella conservazione della carne, nonché nell’accesso limitato a prodotti per l’igiene domestica.
Per limitare il rischio di infezioni urinarie di origine alimentare, il team di ricerca consiglia di:
- lavarsi spesso le mani con acqua e sapone, soprattutto dopo aver manipolato carne cruda;
- conservare la carne in frigorifero a temperature pari o inferiori a 4°C;
- cuocere la carne direttamente dalla confezione, evitando di sciacquarla sotto l’acqua;
- pulire e disinfettare lavelli, taglieri e superfici di lavoro. Strofinacci e spugne devono essere lavati ad alta temperatura o, nel caso delle spugne bagnate, trattati al microonde per uno o due minuti.
Queste misure, se applicate correttamente, riducono significativamente la probabilità che l’E. coli della carne contaminata raggiunga l’intestino e, da lì, le vie urinarie.
Fonti:
ASM Journals – Zoonotic Escherichia coli and urinary tract infections in Southern California