L’edizione 2025 dell’indagine STADA Health Report, condotta in 22 Paesi europei, mette in luce un paradosso della popolazione italiana: la crescente consapevolezza del valore di uno stile di vita sano non si traduce in un reale cambiamento delle abitudini quotidiane.
Nonostante l’interesse per l’alimentazione equilibrata e il benessere psicofisico sia in aumento, molti italiani faticano a trasformare questa consapevolezza in comportamenti concreti e duraturi.
Scopriamo di più.
Stile di vita sano: consapevolezza alta, pratiche ancora limitate
Il report, redatto da STADA (azienda leader nella produzione di prodotti farmaceutici di alta qualità), osserva lo stato di salute e benessere in Europa, condotto in 22 Paesi – tra cui l’Italia – e basata su oltre 27.000 interviste, offre una fotografia dettagliata delle abitudini e delle percezioni legate al vivere sano nel continente.
La discrepanza tra consapevolezza e azione emerge chiaramente quando si parla di alimentazione: sebbene il 91% degli italiani riconosca che una dieta equilibrata possa prevenire le malattie, solo il 64% adotta effettivamente abitudini alimentari sane.
Per quanto riguarda l’uso di integratori, come vitamine e sali minerali, la quota di chi li utilizza arriva al 59%:
- il 32% li assume per sostenere il sistema immunitario;
- il 31% per aumentare energia e vitalità;
- il 20% per colmare eventuali carenze alimentari;
- il 19% per migliorare la salute di pelle e capelli.
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Secondo i numeri, nonostante il 98% degli italiani riconosca l’importanza di uno stile di vita sano, nella pratica i buoni propositi spesso restano sulla carta.
Le ragioni principali sono diverse:
- il 39% ammette di non avere una motivazione sufficiente;
- il 36% segnala la mancanza di tempo;
- il 29% cita problemi economici come ostacolo;
- il 14% afferma che sarebbe necessario il supporto di un personal trainer;
- il 12% indica altre ragioni, legate a difficoltà personali o abitudini consolidate.
Sanità, prevenzione e salute mentale: tra fiducia e criticità
La fiducia nel Sistema Sanitario Nazionale si mantiene stabile al 48%, inferiore alla media europea (56/58%). Solo il 43% ritiene che l’accesso alle cure mediche sia equo per tutta la popolazione, contro una media europea del 51%.
Rimane, invece, solida la fiducia nei confronti del Medico di Medicina Generale e del farmacista: il 58% della popolazione si affida abitualmente a loro, mentre il 39% richiede consigli specifici al farmacista sugli effetti collaterali o sulle modalità di assunzione dei farmaci.
Attenzione, però, al dato più preoccupante: il 43% degli italiani dichiarano di rivolgersi all’AI per un consulto medico – e la motivazione principale è la disponibilità temporale continua del servizio.
Negli ultimi due anni, inoltre, si è osservata una crescita significativa nella partecipazione agli screening: nel 2025 il 68% degli italiani vi ha preso parte, rispetto al 57% del 2023. Nonostante ciò, circa un terzo della popolazione (32%) non esegue alcun controllo preventivo.
Le donne rimangono le più previdenti: tra chi ha più di 35 anni, il 77% partecipa ad alcuni o tutti gli screening disponibili.
Chi non vi partecipa indica diverse ragioni:
- 28%: troppo costosi dal punto di vista economico;
- 24%: incertezza su quali screening fare e dove;
- 20%: difficoltà di accesso o disponibilità limitata di posti;
- 18%: percezione di non averne bisogno;
- 16%: mancanza di tempo;
- 13%: paura di una diagnosi negativa;
- 9%: disagio nell’effettuare gli esami.
Le condizioni psicologiche influenzano significativamente la propensione a sottoporsi ai check-up e a mantenere uno stile di vita sano: tra chi presenta problematiche psicologiche, solo l’8% accede a un supporto terapeutico adeguato.
Le principali motivazioni per non ricorrere a un aiuto professionale includono:
- 58%: ragioni economiche;
- 19%: dubbi sull’efficacia delle cure;
- 16%: peso emotivo legato al ricorso a un sostegno psicologico.
I fattori che incidono maggiormente sul benessere mentale, che si assestano tutte attorno al 23%, sono:
- le preoccupazioni economiche;
- l’isolamento sociale;
- lo stress lavorativo.
Inoltre, l’83% degli italiani ritiene che la salute mentale riceva meno attenzione rispetto alle patologie fisiche.
Fonti:
STADA HEALTH REPORT 2025 – A Healthy Life: Desired by Many, Lived by Only Half of Europeans