Prevenzione: cosa dicono i nuovi dati su salute e benessere

Mattia Zamboni | Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano
A cura di Mattia Zamboni
Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano

Data articolo – 07 Ottobre, 2025

Un medico usa uno stetoscopio per auscultare il petto di un paziente.

L’edizione 2025 dell’indagine STADA Health Report, condotta in 22 Paesi europei, mette in luce un paradosso della popolazione italiana: la crescente consapevolezza del valore di uno stile di vita sano non si traduce in un reale cambiamento delle abitudini quotidiane.

Nonostante l’interesse per l’alimentazione equilibrata e il benessere psicofisico sia in aumento, molti italiani faticano a trasformare questa consapevolezza in comportamenti concreti e duraturi.

Scopriamo di più.

Stile di vita sano: consapevolezza alta, pratiche ancora limitate

Il report, redatto da STADA (azienda leader nella produzione di prodotti farmaceutici di alta qualità), osserva lo stato di salute e benessere in Europa, condotto in 22 Paesi – tra cui l’Italia – e basata su oltre 27.000 interviste, offre una fotografia dettagliata delle abitudini e delle percezioni legate al vivere sano nel continente.

La discrepanza tra consapevolezza e azione emerge chiaramente quando si parla di alimentazione: sebbene il 91% degli italiani riconosca che una dieta equilibrata possa prevenire le malattie, solo il 64% adotta effettivamente abitudini alimentari sane.

Per quanto riguarda l’uso di integratori, come vitamine e sali minerali, la quota di chi li utilizza arriva al 59%:

  • il 32% li assume per sostenere il sistema immunitario;
  • il 31% per aumentare energia e vitalità;
  • il 20% per colmare eventuali carenze alimentari;
  • il 19% per migliorare la salute di pelle e capelli.

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Secondo i numeri, nonostante il 98% degli italiani riconosca l’importanza di uno stile di vita sano, nella pratica i buoni propositi spesso restano sulla carta.

Le ragioni principali sono diverse:

  • il 39% ammette di non avere una motivazione sufficiente;
  • il 36% segnala la mancanza di tempo;
  • il 29% cita problemi economici come ostacolo;
  • il 14% afferma che sarebbe necessario il supporto di un personal trainer;
  • il 12% indica altre ragioni, legate a difficoltà personali o abitudini consolidate.

Sanità, prevenzione e salute mentale: tra fiducia e criticità

La fiducia nel Sistema Sanitario Nazionale si mantiene stabile al 48%, inferiore alla media europea (56/58%). Solo il 43% ritiene che l’accesso alle cure mediche sia equo per tutta la popolazione, contro una media europea del 51%.

Rimane, invece, solida la fiducia nei confronti del Medico di Medicina Generale e del farmacista: il 58% della popolazione si affida abitualmente a loro, mentre il 39% richiede consigli specifici al farmacista sugli effetti collaterali o sulle modalità di assunzione dei farmaci.

Attenzione, però, al dato più preoccupante: il 43% degli italiani dichiarano di rivolgersi all’AI per un consulto medico – e la motivazione principale è la disponibilità temporale continua del servizio.

Negli ultimi due anni, inoltre, si è osservata una crescita significativa nella partecipazione agli screening: nel 2025 il 68% degli italiani vi ha preso parte, rispetto al 57% del 2023. Nonostante ciò, circa un terzo della popolazione (32%) non esegue alcun controllo preventivo.

Le donne rimangono le più previdenti: tra chi ha più di 35 anni, il 77% partecipa ad alcuni o tutti gli screening disponibili.Due professionisti sanitari indicano dei documenti su una cartella clinica.

Chi non vi partecipa indica diverse ragioni:

  • 28%: troppo costosi dal punto di vista economico;
  • 24%: incertezza su quali screening fare e dove;
  • 20%: difficoltà di accesso o disponibilità limitata di posti;
  • 18%: percezione di non averne bisogno;
  • 16%: mancanza di tempo;
  • 13%: paura di una diagnosi negativa;
  • 9%: disagio nell’effettuare gli esami.

Le condizioni psicologiche influenzano significativamente la propensione a sottoporsi ai check-up e a mantenere uno stile di vita sano: tra chi presenta problematiche psicologiche, solo l’8% accede a un supporto terapeutico adeguato.

Le principali motivazioni per non ricorrere a un aiuto professionale includono:

  • 58%: ragioni economiche;
  • 19%: dubbi sull’efficacia delle cure;
  • 16%: peso emotivo legato al ricorso a un sostegno psicologico.

I fattori che incidono maggiormente sul benessere mentale, che si assestano tutte attorno al 23%, sono:

  • le preoccupazioni economiche;
  • l’isolamento sociale;
  • lo stress lavorativo.

Inoltre, l’83% degli italiani ritiene che la salute mentale riceva meno attenzione rispetto alle patologie fisiche.

Fonti:

STADA HEALTH REPORT 2025A Healthy Life: Desired by Many, Lived by Only Half of Europeans

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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