Nuova compressa contro l’ipertensione resistente: lo studio apre a una svolta terapeutica

Mattia Zamboni | Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano. per P. by pazienti.it

Ultimo aggiornamento – 02 Settembre, 2025

Primo piano di un medico che usa uno sfigmomanometro per misurare la pressione sanguigna di un paziente.
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All’interno di uno studio pubblicato su Hypertension Research è stato osservato che una nuova compressa può risultare efficace contro l’ipertensione resistente ai farmaci, agendo sull’aldosterone – l’ormone più importante all’interno del meccanismo di regolazione della pressione arteriosa.

Scopriamo di più.

Lo studio

Si tratta di un trial di fase III randomizzato, in doppio cieco e con il gruppo di controllo sottoposto a placebo, al cui interno si è indagato sull’efficacia e la sicurezza del Baxdrostat

Questo farmaco, un inibitore selettivo dell’aldosterone sintetasi (CYP11B2), è stato testato su 796 persone con valori massimi di pressione sistolica superiori a 140 mmHg e inferiori a 170 – nonostante il trattamento con dosi massime tollerate di due antipertensivi (ipertensione non controllata) o almeno tre antipertensivi (ipertensione resistente) più un diuretico.

I soggetti che sono stati sottoposti allo studio hanno ricevuto una compressa di Baxdrostat da 1 mg o 2 mg al giorno o un placebo in aggiunta alla terapia di base.


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Passate dodici settimane, i pazienti trattati con tale farmaco hanno registrato una riduzione significativa della pressione sistolica rispetto al gruppo di controllo, senza effetti collaterali rilevanti.

Lo studio ha evidenziato che Baxdrostat, sia alla dose di 1 mg sia a quella di 2 mg, ha determinato una riduzione media della pressione arteriosa sistolica di circa 9 mmHg rispetto al placebo. Tale effetto si è tradotto in un controllo pressorio efficace in circa il 40% dei pazienti trattati, a fronte di una percentuale nettamente inferiore (18,7%) nel gruppo placebo.

Cosa è emerso

Più nel dettaglio, le riduzioni registrate sono state di -8,7 mmHg con la compressa da 1 mg e di -9,8 mmHg per la compressa da 2 mg rispetto al placebo, con una percentuale di pazienti con pressione arteriosa sistolica controllata (<130 mmHg) del 39,4% con baxdrostat 1 mg e del 40% con baxdrostat 2 mg rispetto al 18,7% con placebo.

Questa nuova compressa, dunque, piò aiutare realmente a tenere sotto controllo l’ipertensione quando le modifiche allo stile di vita, all’alimentazione e l’uso di farmaci tradizionali non bastano per abbassare la pressione alta.

Il farmaco è un inibitore selettivo dell’enzima responsabile della produzione dell’aldosterone e blocca la produzione dell’ormone senza influenzare altri processi.

La pressione sanguigna è fortemente influenzata da un ormone chiamato aldosterone, che aiuta i reni a regolare l'equilibrio di sale e acqua. Alcune persone producono troppo aldosterone, inducendo l'organismo a trattenere sali e acqua. Questa disregolazione dell'aldosterone fa aumentare la pressione sanguigna e la rende molto difficile da controllare.

Primo piano di un medico che misura la pressione sanguigna di un paziente.

Il dato emerso dallo studio BaxHTN, di una riduzione media di quasi 10 mmHg nella pressione sistolica, è clinicamente rilevante ed è ritenuto sufficiente a ridurre drasticamente il rischio di:

  • infarto;
  • ictus;
  • altre complicanze cardiovascolari.

Secondo il Dr. Bryan Williams dell’University College di Londra, primo firmatario dello studio, Baxdrostat rappresenta una novità importante perché riesce dopo decenni di difficoltà nel trovare terapie mirate, questo farmaco è tra i primi a riuscirci (dopo decenni di tentativi), mostrando riduzioni significative della pressione in pazienti con ipertensione non controllata o resistente.

Fonti:

Mattia Zamboni | Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano. per P. by pazienti.it
Scritto da Mattia Zamboni | Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano. per P. by pazienti.it

Mattia Zamboni è un professionista della comunicazione con una solida esperienza nella divulgazione di temi legati alla salute e al benessere. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione con focus sullo storytelling, ha oltre dieci anni di esperienza nel giornalismo e nella produzione di contenuti editoriali.

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