Intraprendere un percorso di attività fisica regolare riduce il rischio di malattie cardiovascolari. Non tutti, però, possono trarne gli stessi benefici a parità di allenamento.
Un nuovo studio pubblicato su Nature mostra infatti una distinzione tra benefici su sesso maschile e sesso femminile. Gli uomini hanno per mantenere in salute il cuore, hanno bisogno di allenarsi di più.
Vediamo quanto e perché.
Perché gli uomini devono allenarsi più del doppio: lo studio
Nature Cardiovascular Research mostra infatti che, dopo i 50 anni, gli uomini devono esercitarsi più del doppio delle donne per ottenere lo stesso livello di protezione del cuore.
La ricerca, condotta da un team guidato da Jiajin Chen dell’Università di Xiamen (Cina), ha analizzato i dati di oltre 80.000 adulti del database UK Biobank, seguiti per circa otto anni.
Tutti i partecipanti, durante il trial, indossavano dispositivi da polso (accelerometri) che registravano il livello di attività fisica in modo oggettivo, evitando le imprecisioni che potrebbero generare la modalità dei questionari auto-compilati
Potrebbe interessarti anche:
- Allenamento di forza: un potente anti-age? Ecco cosa dice la scienza
- Sollevare pesi rinforza non solo i muscoli ma anche il microbioma intestinale: la ricerca
- La regola del 7-11-4: la formula “smart” per un cuore in salute che trova conferme nella scienza
Nello studio sono é stata messa a confronto la quantità di attività fisica con l’incidenza di malattia coronarica, nonché una delle principali cause di morte al mondo.
Ecco cosa è emerso:
- le donne che svolgevano almeno 150 minuti settimanali di attività moderata o intensa (come camminata veloce o ciclismo) avevano un rischio del 22% più basso di sviluppare malattie coronariche;
- gli uomini che facevano la stessa quantità di esercizio registravano solo un calo del rischio del 17%;
- per ottenere una riduzione del 30% del rischio, le donne dovevano muoversi per 250 minuti a settimana, mentre gli uomini per ben 530 minuti - quasi nove ore.
Anche tra chi aveva già una diagnosi di malattia coronarica, le differenze restano marcate: le donne che si allenavano 150 minuti a settimana avevano il 70% in meno di rischio di morte nei successivi otto anni, contro un 20% negli uomini.
Ma quali sono i motivi per cui le donne traggono più benefici?
Secondo quanto emerge dalla recente ricerca, le differenze che caratterizzano uomo e donna non dipendono da un errore statistico, ma da fattori biologici e ormonali.
Vediamoli nel dettaglio:
- gli estrogeni, ormoni tipicamente femminili, migliorano l’efficienza del metabolismo dei grassi durante l’attività fisica, favorendo la protezione cardiovascolare;
- le donne, per eseguire la stessa attività, impiegano più energia muscolare, respiratoria e metabolica, il che amplifica gli effetti positivi dell’esercizio sul sistema circolatorio;
- possibili fattori genetici o legati alla composizione corporea potrebbero accentuare ulteriormente questo vantaggio.
Nel documento si sottolinea, tuttavia, che si tratta di una popolazione prevalentemente bianca e benestante, e che sarà necessario verificare se i risultati valgono anche per gruppi più eterogenei dal punto di vista socio-economico e razziale.
Attività fisica: linee guida da rivedere?
Lo studio mette in discussione l’attuale approccio “neutro” e non diversificato nelle linee guida sull’attività fisica, che raccomandano la medesima quantità di esercizio per uomini e donne.
Il suggerimento che giunge dalle evidenze emerse dallo studio é quello di personalizzare le indicazioni in base al sesso e all’età, per massimizzare la prevenzione cardiovascolare.
Come spiega la cardiologa Ersilia DeFilippis della Columbia University al New Scientist, a rivelarsi sostanziale é la comprensione di queste differenze, utile a "formulare raccomandazioni più efficaci e inclusive. Anche in età avanzata, iniziare a muoversi può offrire benefici importanti: non è mai troppo tardi per essere attivi.”
Ciò che emerge é la capitale importanza di un approccio clinico personalizzato, su misura per genere e per individuo.
Fonti:
Nature Cardiovascular Research - Sex differences in the association of wearable accelerometer-derived physical activity with coronary heart disease incidence and mortality