Non solo salute riproduttiva: la contraccezione al centro di una rivoluzione silenziosa

Emanuela Spotorno | Editor

Ultimo aggiornamento – 26 Settembre, 2025

scrivania di un medico con metodi contraccettivi

Oggi, 26 settembre, si celebra la Giornata Mondiale della Contraccezione, un’occasione per riflettere sull’importanza dei metodi contraccettivi, che non rappresentano soltanto una misura di prevenzione delle gravidanze indesiderate, ma un vero e proprio strumento di salute pubblica e di emancipazione femminile.

A confermarlo è un nuovo report congiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e del Programma Speciale delle Nazioni Unite per la Riproduzione Umana (Hrp), che ha analizzato i dati di sei revisioni sistematiche per valutare l’impatto dei contraccettivi sugli esiti di salute, sul benessere psicologico e sullo status socioeconomico delle donne.

I numeri globali

Secondo le stime, nel 2022 circa 874 milioni di donne tra i 15 e i 49 anni hanno utilizzato un metodo contraccettivo moderno. Un dato che riflette una diffusione ormai consolidata a livello internazionale, ma che apre anche interrogativi sulla qualità dell’accesso e sull’equità tra diverse aree geografiche.

Il report sottolinea che l’uso dei contraccettivi contribuisce a ridurre del 30% le gravidanze ad alto rischio e ad abbassare la mortalità materna. Dati raccolti in contesti molto diversi, come Bangladesh e Brasile, confermano un impatto positivo concreto.

Dal punto di vista oncologico, l’impiego della pillola contraccettiva riduce il rischio di carcinoma ovarico del 36% e quello endometriale del 44%. L’unico aumento registrato riguarda il carcinoma cervicale, che può essere prevenuto con la vaccinazione contro l’HPV.

Salute mestruale e benessere psicologico

L’efficacia dei contraccettivi non si limita alla sfera riproduttiva. Le donne che utilizzano metodi ormonali riportano meno dolori mestruali, sanguinamenti più regolari e miglioramenti nei sintomi dell’endometriosi. Ciò si traduce una qualità della vita quotidiana più stabile.

Sul piano psicologico, i dati sono più complessi: per chi soffre di disturbi preesistenti si osserva una riduzione di sintomi depressivi e ansiosi, mentre in altre donne l’uso di impianti o dispositivi intrauterini può associarsi a un lieve aumento del rischio di depressione. Questo rende indispensabile una consulenza personalizzata, che tenga conto delle condizioni individuali.

Emancipazione e sviluppo socioeconomico

L’accesso ai contraccettivi viene descritto dal report come un vero pilastro della parità di genere. L’uso diffuso è associato a un maggior controllo delle risorse economiche, a un aumento della partecipazione femminile al lavoro e a un più ampio proseguimento degli studi, soprattutto tra le adolescenti. In questo gruppo, gli interventi mirati hanno ridotto di oltre la metà le gravidanze precoci, con effetti positivi sul percorso educativo e professionale.

Il caso italiano

Se a livello internazionale la contraccezione moderna mostra una crescita costante, l’Italia presenta un quadro più complesso. Secondo l’Atlas Europeo della Contraccezione 2020, il nostro Paese occupa la 26ª posizione su 45 per accesso agli anticoncezionali moderni, molto indietro rispetto a paesi come Francia o Paesi Bassi. 

A ciò si aggiunge una forte disomogeneità regionale, con maggiori opportunità di accesso nel Nord e carenze evidenti in alcune aree del Centro-Sud. Un altro ostacolo è quello economico, poiché la pillola non è più rimborsata e dispositivi come la spirale possono raggiungere costi elevati, con gratuità garantita solo in alcune Regioni. 

A questo scenario si somma la mancanza di una strategia nazionale di educazione sessuale, che contribuisce a un utilizzo ancora diffuso di metodi meno sicuri come il coito interrotto.

Questa disparità può avere conseguenze rilevanti, traducendosi in un ricorso meno uniforme ai servizi di pianificazione familiare e in un rischio più elevato di gravidanze indesiderate in alcuni contesti


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Un impegno globale per il futuro

Garantire un accesso equo e sicuro alla contraccezione non significa solo tutelare la salute riproduttiva, ma anche rafforzare i diritti fondamentali e promuovere lo sviluppo sostenibile. 

Le evidenze presentate dall’Oms e dall’Hrp confermano che i benefici vanno oltre la dimensione sanitaria, incidendo su istruzione, lavoro e parità di genere. Per questo diventa essenziale investire in ricerca, potenziare i servizi territoriali, abbattere le barriere economiche e culturali e includere la salute mentale nella consulenza contraccettiva. 

Solo attraverso un impegno condiviso da governi, istituzioni sanitarie e società civile sarà possibile trasformare la contraccezione in uno strumento universale di equità, emancipazione e progresso.

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Emanuela Spotorno | Editor
Scritto da Emanuela Spotorno | Editor

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