La salute del sonno passa anche dalla bocca: lo studio sul microbioma orale

Emanuela Spotorno | Editor

Ultimo aggiornamento – 11 Settembre, 2025

ragazza in pigiama lilla dorme nel letto, con la mascherina per gli occhi

La salute della bocca potrebbe avere un ruolo inatteso nella qualità del riposo notturno. 

Un recente studio, pubblicato sulla rivista scientifica Sleep e presentato al Congresso annuale delle Associated Professional Sleep Societies (APSS), ha evidenziato come la diversità delle specie microbiche presenti nel cavo orale sia collegata a una maggiore durata del sonno, aprendo nuove prospettive nello studio dei disturbi legati al riposo.

Scopriamo più da vicino le evidenze raccolte.

Il microbioma orale oltre la bocca

Il microbiota orale è composto da centinaia di specie microbiche che convivono in equilibrio e svolgono funzioni fondamentali per la salute generale. 

Oltre a garantire il mantenimento del pH e a partecipare alla digestione dei nutrienti già nel primo tratto del sistema digerente, questo insieme di microrganismi agisce come barriera naturale contro batteri e agenti patogeni esterni

La ricerca recente ha evidenziato che il suo ruolo va ben oltre la difesa del cavo orale: un microbioma equilibrato sembra avere ripercussioni positive anche su funzioni sistemiche, tra cui la qualità del sonno

Quando questo equilibrio si altera, invece, possono verificarsi non solo problemi orali come gengiviti o carie, ma anche disturbi che coinvolgono l’apparato digerente, il sistema immunitario e, secondo lo studio, persino i cicli di sonno-veglia. 

Questa scoperta rafforza l’idea che il microbiota orale non sia un compartimento isolato, ma un tassello importante della salute complessiva dell’organismo.

Lo studio e i partecipanti

La ricerca ha analizzato i dati di 1.332 persone, tra adolescenti e giovani adulti, di età compresa tra 16 e 26 anni, che hanno preso parte al National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES, 2011-2012), una delle indagini sanitarie più rappresentative degli Stati Uniti. 

Attraverso l’analisi della diversità delle specie microbiche presenti nella bocca e delle ore di sonno dichiarate dai partecipanti, i ricercatori hanno osservato una tendenza precisa: chi dormiva di più presentava un microbioma orale più ricco e variegato

Un aspetto interessante riguarda la percentuale dei giovani che rientravano in questa condizione: solo il 3% del campione ha dichiarato di avere un sonno più lungo della media, ma proprio in questo gruppo si è registrata la maggiore diversità microbica, suggerendo un legame diretto tra qualità del sonno e composizione del microbiota.

Secondo le linee guida dell’American Academy of Sleep Medicine (AASM), gli adolescenti dovrebbero dormire 8-10 ore a notte, mentre i giovani adulti almeno 7 ore, per garantire un sonno salutare e supportare lo sviluppo cognitivo, emotivo e fisico.

Adolescenza e salute del sonno

L’adolescenza rappresenta una fase caratterizzata da cambiamenti ormonali e biologici che incidono sui cicli sonno-veglia. 

Secondo la professoressa Marie-Rachelle Narcisse, docente associata di psichiatria e comportamento umano presso la Warren Alpert Medical School della Brown University, e autrice principale dello studio pubblicato su Sleep, questo periodo potrebbe essere particolarmente sensibile all’influenza reciproca tra microbioma orale e salute del sonno.

Lo studio sottolinea come un sonno insufficiente sia correlato non solo a problemi cognitivi e psicologici, ma anche a una minore diversità microbica, sia a livello orale che intestinale. 

Questo rafforza l’ipotesi che disturbi del sonno possano avere un impatto diretto sulla composizione del microbioma, o viceversa essere il risultato di squilibri microbici.


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Nuove prospettive terapeutiche

I risultati aprono scenari interessanti per lo sviluppo di strategie di intervento innovative. Migliorare il microbioma orale potrebbe diventare un approccio accessibile e potenzialmente efficace per supportare la salute del sonno. Secondo i ricercatori, agire sull’equilibrio microbico potrebbe rappresentare un’alternativa o un complemento agli interventi terapeutici tradizionali, spesso costosi e complessi.

bocca-aperta

Questa prospettiva è particolarmente rilevante in un’epoca in cui i disturbi del sonno sono in aumento e hanno conseguenze significative sulla salute pubblica, influendo sul rischio di malattie cardiovascolari, metaboliche e neurodegenerative.

La connessione tra microbioma orale e qualità del sonno apre una nuova strada nella ricerca scientifica, dimostrando come il corpo umano sia un sistema strettamente interconnesso. 

Tuttavia, restano necessari ulteriori studi per chiarire i meccanismi biologici alla base di questa associazione e per valutare come sfruttarla in ambito preventivo e terapeutico.

Comprendere questi legami potrà contribuire non solo a migliorare il riposo notturno, ma anche a sviluppare nuove strategie che coinvolgano salute orale e benessere generale.

Fonti:

Emanuela Spotorno | Editor
Scritto da Emanuela Spotorno | Editor

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