Giornata mondiale del cuore: cosa dicono i numeri e lo stato della prevenzione

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 29 Settembre, 2025

Un signore anziano si tiene il petto dolorante come se venisse colpito da un infarto

Secondo i dati del Progetto Cuore dell’Istituto Superiore di Sanità, le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte in Italia, con oltre 220mila decessi l'anno – 18,6 milioni nel mondo – ed un costo stimato di 42 miliardi di euro per il Servizio sanitario nazionale. Eppure, con la prevenzione, l'80% di questi eventi si potrebbe evitare.

Scopriamo quali sono i numeri di queste condizioni e alcuni, semplici, passi per prevenirle.

I dati sul rischio cardiovascolare

Stando ai numeri dell''Italian Health Examination Survey - Progetto Cuore dell'Istituto superiore di sanità (Iss), quando si parla di malattie cardiache, esiste un’importante discrepanza tra persone di sesso maschile e di sesso femminile: gli uomini, infatti, sono più a rischio delle donne per quanto riguarda la possibilità di avere infarti o ictus nei prossimi 10 anni – rispettivamente, si parla del 7,7% e il 2,6%.

Questa stima emerge dai dati preliminari per il 2023-2024 raccolti in base alle caratteristiche di sesso, età, pressione arteriosa, trattamento per ipertensione, colesterolemia, fumo e diabete.

Entrano nel dettaglio, lo studio mostra che il rischio cardiovascolare aumenta con l’età: per gli uomini, tra i 35 e i 44 anni, il rischio medio è relativamente basso, circa l’1,6%, ma cresce con gli anni fino a raggiungere il 16,9% tra i 65 e i 69 anni.

Per le donne, invece, lo stesso rischio è più basso in tutte le fasce d’età: dallo 0,4% tra le 35-44enni al 5,8% tra le 65-69enni.


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Negli ultimi anni, grazie a prevenzione, cura, assistenza e riabilitazione, si è registrata una diminuzione dei decessi: tra il 2017 e il 2021, il tasso di mortalità nella popolazione europea è calato dell’11%.

In particolare, nello stesso periodo, la mortalità per malattie ischemiche del cuore si è ridotta del 18,3% e quella per malattie cerebrovascolari del 14,8%. Questo dimostra che la prevenzione e i trattamenti efficaci possono davvero fare la differenza nella salute cardiovascolare.

Le malattie del sistema circolatorio, dunque, restano la prima causa di morte in Italia, rappresentando quasi il 31% di tutti i decessi nel 2022: tuttavia, gli esperti sottolineano che la maggior parte di queste malattie si può prevenire

È fondamentale affrontare i fattori di rischio legati allo stile di vita e all’ambiente, come il fumo, una dieta sbilanciata, l’obesità, la scarsa attività fisica e l’inquinamento. Allo stesso tempo, politiche sanitarie efficaci possono aiutare la popolazione a fare scelte più sane

La “Sorveglianza PASSI”

Le buone abitudini e la prevenzione, passano anche per la tavola: la sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) è un sistema di monitoraggio continuo della salute e dei comportamenti dei cittadini italiani adulti promosso dal Ministero della Salute in collaborazione con le Regioni e le Aziende Sanitarie Locali (ASL).

Nel biennio 2023-2024, oltre 5 persone su 10 (57%) dichiarano di prestare attenzione o di cercare di ridurre il consumo di sale, sia a tavola che nella preparazione dei cibi o nel consumo di alimenti conservati.

Questa attenzione è più diffusa tra le donne e le persone più anziane. Tuttavia, tra chi ha almeno una patologia cronica, circa 1 paziente su 3 non sembra fare attenzione alla quantità di sale assunta.

Per quanto riguarda il sale iodato, il 78% degli intervistati dichiara di sceglierlo. Molti lo usano regolarmente: il 47% sempre, il 15% spesso, mentre un 17% lo utilizza solo occasionalmente.

Parlando di rischio cardiovascolare, emerge che circa il 40% delle persone tra 18 e 69 anni presenta almeno tre fattori di rischio, mentre solo una minima parte, circa il 2%, risulta del tutto libera dai fattori di rischio cardiovascolare conosciuti.

In particolare, l’ipertensione e l’ipercolesterolemia aumentano con l’età: l’ipertensione passa da poco più del 2% nelle persone sotto i 35 anni al 33% tra i 50 e i 69 anni; l’ipercolesterolemia da meno del 4% nelle persone tra 18 e 34 anni al 30% tra i 50 e i 69 anni. Entrambe queste condizioni sono spesso associate all’eccesso di peso.

Infine, tra le persone che soffrono di ipertensione, l’80% è in trattamento farmacologico, e tra chi ha l’ipercolesterolemia, oltre 4 su 10 seguono una terapia. Molti di loro hanno ricevuto anche consigli dai medici su come tenere sotto controllo la pressione arteriosa e i livelli di colesterolo, dimostrando quanto la prevenzione e la cura possano fare la differenza nella gestione del rischio cardiovascolare.

I fattori di rischio e la prevenzione

Sempre stando alle linee guida del Progetto Cuore, è stato stilato un elenco dei fattori di rischio cardiovascolare: questi si dividono in modificabili (attraverso cambiamenti dello stile di vita o mediante assunzione di farmaci)e non modificabili.

I fattori di rischio non modificabili sono:

  • sesso: gli uomini sono più a rischio delle donne, ma in questa ultime il rischio aumenta sensibilmente dopo la menopausa;
  • età: il rischio aumenta progressivamente con l'avanzare dell'età;
  • familiarità: parenti con eventi cardiovascolari in età giovanile (meno di 55 anni negli uomini e di 65 nelle donne).

Un paziente parla con un medico davanti ad un modellino di un cuore

I fattori di rischio modificabili sono:

  • diabete: se non correttamente controllato, favorisce l’aterosclerosi, incrementando il rischio cardiovascolare;
  • fumo: la nicotina accelera il battito cardiaco, il monossido di carbonio diminuisce la quantità di ossigeno presente nel sangue e favorisce lo sviluppo dell’aterosclerosi;
  • colesterolemia totale: il colesterolo può trovarsi in quantità eccessive nel sangue. Maggiore è la sua quantità, più alto è il rischio che si depositi nelle pareti delle arterie;
  • pressione arteriosa: una pressione arteriosa elevata costringe il cuore a un superlavoro e accelera la formazione di aterosclerosi nelle pareti delle arterie;
  • HDL-colesterolemia: le HDL sono lipoproteine che trasportano il colesterolo in eccesso dai tessuti al fegato dove viene eliminato; minore è la loro quantità, maggiore è il rischio cardiovascolare.

È possibile, però, ridurre il rischio cardiovascolare – o mantenerlo ad un livello gestibile – migliorando i fattori modificabili attraverso lo stile di vita sano:

  • smettere di fumare: già dopo aver smesso da pochi anni, il rischio cardiovascolare si riduce in modo rilevante. Si ricorda che è dannoso sia il fumo attivo che quello passivo;
  • controllando il peso: il giusto peso deriva dal giusto equilibrio tra le calorie introdotte con l’alimentazione e quelle spese con l’attività fisica;
  • seguire una sana alimentazione: un’alimentazione varia, che prevede molte fibre (verdura, frutta, legumi) un regolare consumo di pesce (almeno 2 volte alla settimana), povera di sodio (contenuto nel sale) e un limitato consumo di grassi saturi (carne, burro, formaggi, latte intero), mantiene a un livello favorevole la colesterolemia e la pressione arteriosa;
  • svolgere attività fisica: l’esercizio fisico regolare rafforza il cuore e migliora la circolazione del sangue. È sufficiente camminare per 30 minuti al giorno e, se possibile, salire le scale a piedi.

Fonti:

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

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