Secondo i dati del Progetto Cuore dell’Istituto Superiore di Sanità, le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte in Italia, con oltre 220mila decessi l'anno – 18,6 milioni nel mondo – ed un costo stimato di 42 miliardi di euro per il Servizio sanitario nazionale. Eppure, con la prevenzione, l'80% di questi eventi si potrebbe evitare.
Scopriamo quali sono i numeri di queste condizioni e alcuni, semplici, passi per prevenirle.
I dati sul rischio cardiovascolare
Stando ai numeri dell''Italian Health Examination Survey - Progetto Cuore dell'Istituto superiore di sanità (Iss), quando si parla di malattie cardiache, esiste un’importante discrepanza tra persone di sesso maschile e di sesso femminile: gli uomini, infatti, sono più a rischio delle donne per quanto riguarda la possibilità di avere infarti o ictus nei prossimi 10 anni – rispettivamente, si parla del 7,7% e il 2,6%.
Questa stima emerge dai dati preliminari per il 2023-2024 raccolti in base alle caratteristiche di sesso, età, pressione arteriosa, trattamento per ipertensione, colesterolemia, fumo e diabete.
Entrano nel dettaglio, lo studio mostra che il rischio cardiovascolare aumenta con l’età: per gli uomini, tra i 35 e i 44 anni, il rischio medio è relativamente basso, circa l’1,6%, ma cresce con gli anni fino a raggiungere il 16,9% tra i 65 e i 69 anni.
Per le donne, invece, lo stesso rischio è più basso in tutte le fasce d’età: dallo 0,4% tra le 35-44enni al 5,8% tra le 65-69enni.
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Negli ultimi anni, grazie a prevenzione, cura, assistenza e riabilitazione, si è registrata una diminuzione dei decessi: tra il 2017 e il 2021, il tasso di mortalità nella popolazione europea è calato dell’11%.
In particolare, nello stesso periodo, la mortalità per malattie ischemiche del cuore si è ridotta del 18,3% e quella per malattie cerebrovascolari del 14,8%. Questo dimostra che la prevenzione e i trattamenti efficaci possono davvero fare la differenza nella salute cardiovascolare.
Le malattie del sistema circolatorio, dunque, restano la prima causa di morte in Italia, rappresentando quasi il 31% di tutti i decessi nel 2022: tuttavia, gli esperti sottolineano che la maggior parte di queste malattie si può prevenire.
È fondamentale affrontare i fattori di rischio legati allo stile di vita e all’ambiente, come il fumo, una dieta sbilanciata, l’obesità, la scarsa attività fisica e l’inquinamento. Allo stesso tempo, politiche sanitarie efficaci possono aiutare la popolazione a fare scelte più sane
La “Sorveglianza PASSI”
Le buone abitudini e la prevenzione, passano anche per la tavola: la sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) è un sistema di monitoraggio continuo della salute e dei comportamenti dei cittadini italiani adulti promosso dal Ministero della Salute in collaborazione con le Regioni e le Aziende Sanitarie Locali (ASL).
Nel biennio 2023-2024, oltre 5 persone su 10 (57%) dichiarano di prestare attenzione o di cercare di ridurre il consumo di sale, sia a tavola che nella preparazione dei cibi o nel consumo di alimenti conservati.
Questa attenzione è più diffusa tra le donne e le persone più anziane. Tuttavia, tra chi ha almeno una patologia cronica, circa 1 paziente su 3 non sembra fare attenzione alla quantità di sale assunta.
Per quanto riguarda il sale iodato, il 78% degli intervistati dichiara di sceglierlo. Molti lo usano regolarmente: il 47% sempre, il 15% spesso, mentre un 17% lo utilizza solo occasionalmente.
Parlando di rischio cardiovascolare, emerge che circa il 40% delle persone tra 18 e 69 anni presenta almeno tre fattori di rischio, mentre solo una minima parte, circa il 2%, risulta del tutto libera dai fattori di rischio cardiovascolare conosciuti.
In particolare, l’ipertensione e l’ipercolesterolemia aumentano con l’età: l’ipertensione passa da poco più del 2% nelle persone sotto i 35 anni al 33% tra i 50 e i 69 anni; l’ipercolesterolemia da meno del 4% nelle persone tra 18 e 34 anni al 30% tra i 50 e i 69 anni. Entrambe queste condizioni sono spesso associate all’eccesso di peso.
Infine, tra le persone che soffrono di ipertensione, l’80% è in trattamento farmacologico, e tra chi ha l’ipercolesterolemia, oltre 4 su 10 seguono una terapia. Molti di loro hanno ricevuto anche consigli dai medici su come tenere sotto controllo la pressione arteriosa e i livelli di colesterolo, dimostrando quanto la prevenzione e la cura possano fare la differenza nella gestione del rischio cardiovascolare.
I fattori di rischio e la prevenzione
Sempre stando alle linee guida del Progetto Cuore, è stato stilato un elenco dei fattori di rischio cardiovascolare: questi si dividono in modificabili (attraverso cambiamenti dello stile di vita o mediante assunzione di farmaci)e non modificabili.
I fattori di rischio non modificabili sono:
- sesso: gli uomini sono più a rischio delle donne, ma in questa ultime il rischio aumenta sensibilmente dopo la menopausa;
- età: il rischio aumenta progressivamente con l'avanzare dell'età;
- familiarità: parenti con eventi cardiovascolari in età giovanile (meno di 55 anni negli uomini e di 65 nelle donne).
I fattori di rischio modificabili sono:
- diabete: se non correttamente controllato, favorisce l’aterosclerosi, incrementando il rischio cardiovascolare;
- fumo: la nicotina accelera il battito cardiaco, il monossido di carbonio diminuisce la quantità di ossigeno presente nel sangue e favorisce lo sviluppo dell’aterosclerosi;
- colesterolemia totale: il colesterolo può trovarsi in quantità eccessive nel sangue. Maggiore è la sua quantità, più alto è il rischio che si depositi nelle pareti delle arterie;
- pressione arteriosa: una pressione arteriosa elevata costringe il cuore a un superlavoro e accelera la formazione di aterosclerosi nelle pareti delle arterie;
- HDL-colesterolemia: le HDL sono lipoproteine che trasportano il colesterolo in eccesso dai tessuti al fegato dove viene eliminato; minore è la loro quantità, maggiore è il rischio cardiovascolare.
È possibile, però, ridurre il rischio cardiovascolare – o mantenerlo ad un livello gestibile – migliorando i fattori modificabili attraverso lo stile di vita sano:
- smettere di fumare: già dopo aver smesso da pochi anni, il rischio cardiovascolare si riduce in modo rilevante. Si ricorda che è dannoso sia il fumo attivo che quello passivo;
- controllando il peso: il giusto peso deriva dal giusto equilibrio tra le calorie introdotte con l’alimentazione e quelle spese con l’attività fisica;
- seguire una sana alimentazione: un’alimentazione varia, che prevede molte fibre (verdura, frutta, legumi) un regolare consumo di pesce (almeno 2 volte alla settimana), povera di sodio (contenuto nel sale) e un limitato consumo di grassi saturi (carne, burro, formaggi, latte intero), mantiene a un livello favorevole la colesterolemia e la pressione arteriosa;
- svolgere attività fisica: l’esercizio fisico regolare rafforza il cuore e migliora la circolazione del sangue. È sufficiente camminare per 30 minuti al giorno e, se possibile, salire le scale a piedi.
Fonti:
- Istituto Superiore di Sanità – Il progetto cuore – Le malattie cardiovascolari
- Istituto Superiore di Sanità – Il progetto cuore – Italian Health Examination Survey - Progetto CUORE (2023-2025)
- Istituto Superiore di Sanità – Sorveglianza PASSI – Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia: la sorveglianza Passi
- Istituto Superiore di Sanità – Il progetto cuore – Prevenzione e stili di vita