Grasso profondo nell'addome e invecchiamento precoce del cuore: il nuovo studio

Alessandra Familari | Editor

Ultimo aggiornamento – 05 Settembre, 2025

Una donna mostra il grasso addominale.

L’eccesso di adipe nascosto, e localizzato nella zona addominale mette a rischio il cuore?

A rispondere affermativamente è un nuovo studio pubblicato sull’European Heart Journal che mette in luce una verità sulla salute cardiovascolare: non tutti i chili di troppo sono uguali. 

Infatti, il grasso viscerale, quello che avvolge gli organi interni e resta nascosto all’esterno, sembra accelerare l’invecchiamento del cuore, anche in chi appare in forma secondo l’indice di massa corporea (BMI).

Di converso, una distribuzione del grasso tipica della silhouette “a pera” nelle donne, unita a livelli sufficienti di estrogeni prima della menopausa, sembra esercitare invece un effetto protettivo.

Ma vediamo nel dettaglio cosa dice lo studio.

Grasso nascosto e invecchiamento del cuore: lo studio

Lo studio, promosso dal Medical Research Council (MRC) Laboratory of Medical Sciences con il contributo dell’Imperial College London, ha analizzato i dati di 21.241 persone iscritte nell’UK Biobank, utilizzando sofisticate immagini di tutto il corpo per mappare la quantità e la posizione del grasso viscerale nonché quello attorno a stomaco, intestini e fegato.

Attraverso l’impiego dell’intelligenza artificiale, è stata calcolata per ciascun partecipante un’“età del cuore”, confrontandola con l’età anagrafica reale. L'obiettivo era quello di valutare il livello di invecchiamento cardiovascolare.

Secondo i risultati che ne sono emersi maggiore è il grasso viscerale, e più rapido si manifesta l’invecchiamento del cuore

Ciò si verifica in modo del tutto indipendente dal peso o dall'indice di massa corporea (BMI), valori che si sono dimostrati ben poco rappresentativi nell’individuare tale rischio.

 “Mela” vs “pera”: differenze tra uomini e donne

Il tipo di distribuzione del grasso corporeo è da considerarsi come un risultato cruciale:

  • negli uomini, l’accumulo viscerale (chiamato comunemente “pancetta”, o forma a mela) è un indicatore preciso di invecchiamento precoce del cuore;
  • nelle donne, invece, la tendenza genetica ad accumulare grasso sui fianchi e le cosce, ovvero la figura a pera, è risultata protettiva, specialmente nelle donne premenopausa con buoni livelli di estrogeni.

Una possibile spiegazione è che il grasso periferico (ginoide) possa rilasciare sostanze che attenuano l’infiammazione, contrastando così l’invecchiamento del sistema cardiovascolare.

Infiammazione, lipidi e altri fattori di rischio emergenti

Gli esami del sangue effettuati ai partecipanti hanno indicato che il grasso viscerale è strettamente associato a vari marker di infiammazione, oltre a lipidi sfavorevoli come trigliceridi, colesterolo LDL e apolipoproteina B. 

Si tratta, in tutti i casi elencati, di fattori di rischio cardiovascolare riconosciuti a determinare maggiormente i danni al cuore.

Dallo studio emerge come un BMI equilibrato non sia sufficiente a garantire il benessere cardiovascolare: a subentrare occorre che sia la misurazione locale.

Dunque, seppure utile in larga misura di popolazione, non può considerarsi affidabile per valutare lo stato di salute del cuore a livello individuale, poiché non distingue tra tipi o localizzazioni del grasso corporeo. 

Si evince che un soggetto con un BMI nella norma può comunque presentare un accumulo viscerale significativo, con un conseguente rischio cardiovascolare elevato.

Ma in che modo i pazienti possono ridurre i rischi?

Ecco alcuni consigli pratici:

  • non fare affidamento solo sul peso o sul BMI per valutare la salute cardiaca;
  • misura della circonferenza vita può essere un indicatore più preciso del rischio viscerale: un giro vita elevato suggerisce la necessità di approfondimenti medici;
  • attività fisica regolare, comprese camminate quotidiane, esercizi aerobici o HIIT, può contribuire a ridurre il grasso viscerale anche in individui in forma;
  • Stile di vita sano: con dieta bilanciata, controllo della pressione, moderazione dell’alcol e cessazione del fumo, resta fondamentale per proteggere il cuore;
  • monitoraggi appropriati e, se necessario, esami specifici (come scansioni DEXA o risonanza magnetica) possono aiutare a comprendere meglio la distribuzione del grasso;
  • parte della futura ricerca è dedicata a farmaci utili anche contro il grasso viscerale, come i GLP‑1 agonisti, già impiegati nel diabete e nell’obesità. 

La novità che questa ricerca ha riportato si rivela oltremodo importante: la salute del cuore passa dalla qualità del grasso, non solo dalla sua quantità. Non basta apparire in forma; è fondamentale conoscere dove è localizzato il grasso e agire con consapevolezza.

Uomini e donne possono adottare strategie specifiche: gli uomini prestino attenzione alla sospetta “pancetta nascosta”, le donne valorizzino il ruolo protettivo del grasso periferico, specie in età fertile.

Conoscere meglio il proprio corpo, adottare uno stile di vita sano e monitorare i segnali precoci può fare la differenza nella lunga marcia verso un cuore in forma e una vita più lunga, sana e serena.


Fonti:

European Heart Journal  -  "Sex-specific body fat distribution predicts cardiovascular ageing"

Alessandra Familari | Editor
Scritto da Alessandra Familari | Editor

Durante il percorso di studi in Lettere moderne ho avuto occasione di partecipare a diverse realtà editoriali che mi hanno introdotta nel mondo della scrittura web. Dopo tre anni di esperienza nel giornalismo, con particolare focus sulla sociologia e la psicologia sociale, ho cominciato a occuparmi di articoli sul benessere.

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