Giornata Mondiale contro il cancro della cervice uterina: tutte le risposte su HPV, vaccino e prevenzione

Mattia Zamboni | Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano
A cura di Mattia Zamboni
Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano

Ultimo aggiornamento – 17 Novembre, 2025

Una donna dal ginecologo

Ogni anno, la Giornata Mondiale per l’eliminazione del cancro della cervice uterina diventa un momento prezioso per tornare a parlare di prevenzione, informazione e consapevolezza.

Al centro di questo tema c’è l’Hpv, il papilloma virus umano: un’infezione molto comune, ma silenziosa, fondamentale da conoscere per proteggere la propria salute – dal momento che si tratta della principale causa di cancro alla cervice uterina.

In questa occasione, quindi, abbiamo deciso di raccogliere le domande che le persone fanno più spesso sul virus, sulla sua trasmissione, sui vaccini e sui vari ceppi cui prestare attenzione – al fine di capire cosa è utile sapere per prevenire e rassicurare.

Ecco quali sono e le risposte dei medici.

Che cos'è il papilloma virus?

Come detto dal Dr. Marcello Sergio, Ginecologo, in questo contenuto, l’Hpv (il Papilloma virus umano) è un’infezione estremamente diffusa che coinvolge pelle e mucose.

Ne esistono oltre 150 varianti: alcune sono responsabili delle comuni verruche trasmesse per semplice contatto cutaneo o tramite oggetti condivisi, mentre circa una trentina si diffondono attraverso i rapporti sessuali.

Tra questi, i tipi “ad alto rischio” possono persistere a lungo e, se non intercettati, contribuire allo sviluppo del tumore del collo dell’utero; quelli “a basso rischio” provocano invece i condilomi.


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Il preservativo riduce la possibilità di contagio, pur non offrendo una protezione totale. È, inoltre, difficile stabilire quando e da chi si sia contratta l’infezione, che talvolta può riattivarsi in periodi di ridotta risposta immunitaria.

Per sapere se si è entrati in contatto con il virus, è possibile ricorrere ad un test Hpv. Nella maggior parte dei casi, però, l’infezione si risolve spontaneamente senza lasciare conseguenze.

Cosa fare in caso di infezione da Hpv?

Il Dr. Mario De Siati, Andrologo e Urologo, ci dice che l’infezione da Hpv può emergere anche a distanza di anni dal contagio: quando le lesioni sono visibili, la diagnosi è immediata, in caso contrario si ricorre all’Hpv-DNA test, eseguibile su tampone uretrale, sul liquido seminale o su eventuali aree sospette.

Non tutte le persone esposte al virus sviluppano l’infezione: molti eliminano spontaneamente l’Hpv grazie alla risposta immunitaria. Poiché le lesioni possono comparire anche nel cavo orale dopo rapporti orali, è consigliato un controllo otorinolaringoiatrico quando ci sono dubbi o sintomi.

Le lesioni condilomatose, se non monitorate, possono evolvere nel tempo verso forme tumorali.

Quali sono gli HPV più pericolosi?

L’infettivologo Massimiliano Ortu, tramite questo contributo, afferma che i ceppi di Hpv a trasmissione sessuale sono più di trenta, ma la maggior parte dei tumori correlati all’infezione – circa il 70% – è legata ai sierotipi 16 e 18. Negli ultimi anni anche il ceppo 45 è stato riconosciuto come potenzialmente pericoloso.

In molti casi, però, le conseguenze più gravi dipendono dalla presenza simultanea di più varianti del virus, che può aumentare il rischio complessivo.

Cos'è e come si esegue il vaccino per il papilloma virus?

Sempre il Dr. Marcello Sergio risponde che il vaccino contro l’Hpv prevede tre somministrazioni: la seconda due mesi dopo la prima e la terza sei mesi dopo. Pur proteggendo dai ceppi più a rischio, non copre tutte le varianti del virus e non sostituisce il Pap test né i controlli ginecologici periodici.

In Italia, la campagna di vaccinazione per le ragazze a partire dai 12 anni è iniziata nel 2008, come misura di prevenzione primaria contro il tumore della cervice uterina.

Una donna dal ginecologo

Si può guarire definitivamente dal papilloma virus?

Il Dr. Nicola Blasi, Dirigente responsabile del servizio di prevenzione oncologica, patologia cervico-vaginale e vulvare presso l'azienda ospedaliero-universitaria Policlinico di Bari, in questo contenuto dice che è importante distinguere tra i ceppi Hpv 6 e 11, responsabili dei condilomi, formazioni generalmente benigne, e i ceppi che interessano vagina e collo dell’utero, associati a possibili alterazioni displastiche.

Se Pap test e colposcopia risultano negativi, non c’è motivo di allarmarsi. Esistono inoltre preparati vaginali in commercio che possono supportare l’eliminazione del virus.

Cos’è un condiloma?

Ancora una volta, il Dr. Marcello Sergio risponde a questa domanda affermando che i condilomi sono lesioni causate dall’Hpv e si presentano in tre forme principali:

  • condilomatosi florida, o “creste di gallo”: lesioni biancastre che compaiono generalmente 2/3 mesi dopo il contatto con un partner infetto, ma l’intervallo può variare. Possono interessare genitali esterni, area perianale e canale anale, diffondendosi rapidamente e aumentando di dimensioni;
  • microcondilomatosi: piccole protuberanze spesso prive di significato patologico;
  • condilomatosi piatta: interessa soprattutto il collo dell’utero.

L’Hpv rimane un fattore di rischio per il tumore cervicale. I condilomi sono altamente contagiosi, sia per il paziente sia per gli altri, poiché tutte le mucose sono suscettibili all’infezione.

Il Pap test è efficace?

Il Ginecologo Saverio Sinopoli sottolinea che, se eseguito correttamente, il Pap test è estremamente affidabile: eventuali falsi negativi dipendono più spesso da un prelievo non adeguato che dalla tecnica stessa.

Oltre a rilevare alterazioni cellulari da Hpv, il Pap test può evidenziare altre condizioni, come infezioni da candida o infiammazioni aspecifiche della vagina.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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