Quando si parla di menopausa, c’è un elemento spesso sottovalutato che, proprio in questa fase, può diventare imprevedibile: la tiroide. Questa piccola ghiandola alla base del collo è, in realtà, un metronomo essenziale del metabolismo e dell’equilibrio ormonale.
Durante la menopausa, infatti, il suo funzionamento può cambiare, generando sintomi che si sovrappongono o si confondono con quelli della stessa transizione ormonale.
Scopriamo la correlazione tra tiroide e menopausa.
Tiroide e menopausa: perché esiste la correlazione?
Con l’arrivo della menopausa, il corpo subisce un vero e proprio cambiamento endocrino: i livelli di estrogeni e progesterone calano progressivamente e questo impatta anche sulle funzioni della tiroide.
Gli estrogeni, infatti, influenzano la produzione della globulina legante la tiroxina (TBG), una proteina che trasporta gli ormoni tiroidei nel sangue. Con meno estrogeni, varia anche la disponibilità degli ormoni tiroidei liberi.
Inoltre, il sistema immunitario diventa più instabile e questo può riattivare (o innescare per la prima volta in soggetti predisposti) patologie autoimmuni come la tiroidite di Hashimoto.
Questa condizione è la causa più comune di ipotiroidismo nelle donne. È un disturbo autoimmune, in cui il sistema immunitario attacca le cellule della tiroide, compromettendone la funzionalità.
I sintomi sono:
- stanchezza cronica;
- pelle secca;
- capelli fragili;
- umore depresso;
- gonfiore e aumento di peso.
La cosa curiosa è che molti di questi segnali sono anche tipici della menopausa; tutto ciò rende difficile distinguere un disturbo tiroideo da una fisiologica transizione ormonale, almeno senza indagini approfondite.
I principali disturbi tiroidei in menopausa
Come abbiamo visto, quando si è in menopausa è più semplice incorrere in disturbi tiroidei.
Vediamo quali sono i più frequenti e come si manifestano.
Ipotiroidismo e menopausa
L'ipotiroidismo è la condizione più frequente: la tiroide produce troppo pochi ormoni (T3 e T4), e il metabolismo rallenta.
In menopausa, può manifestarsi o peggiorare un ipotiroidismo già presente, magari latente.
I sintomi possono includere:
- aumento di peso, anche con dieta invariata;
- stanchezza persistente, sonno non ristoratore;
- intolleranza al freddo;
- depressione o irritabilità;
- irregolarità intestinale (stipsi);
- perdita di memoria o difficoltà di concentrazione.
Molte donne, sentendosi così, pensano di essere in menopausa, ma in alcuni casi basterebbe un esame del TSH e degli ormoni tiroidei liberi per fare chiarezza.
Ipertiroidismo
Più raro, ma possibile, l’ipertiroidismo si verifica quando la tiroide lavora troppo, producendo una quantità eccessiva di ormoni.
I sintomi sono speculari rispetto all’ipotiroidismo:
- perdita di peso rapida;
- palpitazioni, tachicardia, ansia;
- sudorazione eccessiva, intolleranza al caldo;
- insonnia;
- tremori alle mani;
- irritabilità;
Nella donna in menopausa, queste manifestazioni possono anche essere confuse con attacchi d’ansia o con le classiche vampate.
Anche in questo caso, la diagnosi passa da un controllo ematochimico mirato.
Noduli e gozzo
Con l’età, aumentano anche le probabilità di sviluppare noduli tiroidei: la maggior parte sono benigni, ma vanno sempre monitorati con ecografie periodiche.
In alcuni casi, la presenza di noduli può alterare la funzione della ghiandola, portando a un ipertiroidismo (se producono autonomamente ormoni) o a una compressione locale (difficoltà a deglutire, senso di costrizione al collo).
Menopausa e tiroide: la diagnosi dei disturbi
Il consiglio, per ogni donna che entra in perimenopausa o menopausa, è di fare almeno una volta un controllo completo della funzionalità tiroidea, specie in presenza di familiarità per patologie autoimmuni o se si accusano sintomi persistenti.
Gli esami consigliati includono:
- TSH (ormone tireostimolante);
- FT3 e FT4 (ormoni tiroidei liberi);
- anticorpi anti-TPO e anti-TG (per valutare la presenza di tiroidite autoimmune; sono degli indicatori che, se positivi, indicano la presenza di anticorpi che l’organismo produce contro la tiroide stessa);
- ecografia tiroidea (se c’è sospetto di noduli o alterazioni morfologiche).
Una valutazione endocrinologica, anche una tantum, può aiutare a impostare una terapia sostitutiva se necessaria, o semplicemente a monitorare la salute tiroidea nel tempo.
Terapie e approcci per i disturbi della tiroide in menopausa
Se la diagnosi è di ipotiroidismo, il trattamento standard è la somministrazione di levotiroxina, un ormone sintetico che sostituisce la tiroxina naturale (T4). La dose va adattata in base al TSH e alla risposta clinica, e l’aggiustamento può richiedere pazienza e controlli regolari.
È importante assumere la terapia a digiuno, sempre alla stessa ora, e segnalare eventuali farmaci che potrebbero interferire (come integratori di ferro o calcio).
La terapia ormonale sostitutiva (TOS), talvolta indicata in menopausa per controllare i sintomi vasomotori e prevenire l’osteoporosi, può interferire con il metabolismo tiroideo. Per questo è essenziale che la prescrizione sia fatta da uno specialista che tenga conto del quadro endocrino complessivo.
Inoltre, lo stile di vita fa la differenza. Esistono alcune indicazioni da prendere in considerazione per sostenere al meglio la salute tiroidea:
- alimentazione equilibrata, ricca di iodio (ma senza eccessi), selenio e zinco;
- movimento regolare;
- gestione dello stress;
- sonno adeguato.
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Tiroide e menopausa precoce: il legame
La menopausa precoce – ossia la cessazione del ciclo mestruale prima dei 40 anni – può essere il segnale di un equilibrio ormonale compromesso.
In alcuni casi, la causa è genetica o iatrogena (ad esempio dopo terapie oncologiche). Anche le disfunzioni tiroidee autoimmuni giocano un ruolo sempre più riconosciuto.
La tiroide, come tutte le ghiandole endocrine, comunica in modo continuo con l’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio.
Quando questa comunicazione viene disturbata da uno squilibrio tiroideo, in particolare da tiroiditi autoimmuni come la tiroidite di Hashimoto, può verificarsi un’alterazione del ciclo mestruale, fino alla sua scomparsa anticipata.
Uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism ha evidenziato come le donne con insufficienza ovarica precoce (POI – Primary Ovarian Insufficiency) presentino una prevalenza aumentata di anticorpi anti-tiroide.
L'organismo di alcune donne con menopausa anticipata mostra segni di una reazione autoimmune anche contro la tiroide, suggerendo un terreno immunitario comune.
Occorre sottolineare che non tutte le donne che vanno in menopausa precoce hanno problemi tiroidei. Ma molte di loro hanno avuto, anni prima, cicli irregolari, amenorrea o spotting.
Spesso questi segnali vengono attribuiti allo stress, allo stile di vita o a una costituzione ormonale fragile. In realtà, potrebbero essere manifestazioni precoci di un ipotiroidismo non diagnosticato.
Il corpo femminile è estremamente sensibile alla variazione degli ormoni tiroidei. Bastano piccole alterazioni per innescare squilibri ovulatori. E quando questi si protraggono per anni, il rischio di una insufficienza ovarica anticipata aumenta.