Dal 30 ottobre 2025 l’Italia avrà a disposizione il primo vaccino contro la chikungunya, una malattia virale trasmessa dalle zanzare Aedes albopictus – meglio conosciute come zanzare tigre – responsabili di febbre alta, eruzioni cutanee e forti dolori articolari che, in molti casi, possono durare mesi.
Il vaccino, chiamato Vimkunya, rappresenta una svolta significativa nella prevenzione di questa patologia, che negli ultimi anni ha visto un preoccupante aumento dei casi anche nel nostro Paese.
Scopriamo di più.
Un vaccino innovativo e a dose singola
Vimkunya è un vaccino ricombinante a base di particelle simil-virali (Vlp), già approvato negli Stati Uniti, nell’Unione Europea e nel Regno Unito, e autorizzato in Italia dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) nel maggio 2025.
Si tratta di una dose unica, indicata per persone dai 12 anni in su, in grado di generare una risposta immunitaria rapida e robusta.
Negli studi clinici di fase 3, quasi il 98% dei partecipanti ha sviluppato anticorpi neutralizzanti entro tre settimane dalla somministrazione, con una protezione che inizia già dopo sette giorni. Il profilo di sicurezza è risultato favorevole: gli effetti collaterali osservati sono stati lievi e di breve durata – in particolare dolore nel punto di iniezione, lieve affaticamento o mal di testa.
Questa svolta è significativa, dal momento che, fino a pochi anni fa, la chikungunya era considerata una malattia tipica di Asia e Africa, ma i cambiamenti climatici e la diffusione della zanzara tigre ne hanno favorito la comparsa anche in Europa.
Oggi, Aedes albopictus è stabilmente presente in Italia, dove trova condizioni ideali per proliferare, soprattutto nei mesi caldi.
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Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), al 7 ottobre 2025 erano stati registrati 398 casi confermati di chikungunya, di cui oltre 350 autoctoni, ovvero non collegati a viaggi all’estero.
Solo un anno prima, nel 2024, i casi erano stati appena 17: un incremento che testimonia quanto la malattia stia diventando una minaccia emergente per la salute pubblica.
I focolai più recenti si sono verificati in Emilia-Romagna (Carpi) e Veneto (Valpolicella), ma la sorveglianza epidemiologica segnala la presenza del vettore anche in Toscana e in altre regioni del Centro-Nord.
Sintomi e rischi della malattia
Secondo le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), la chikungunya è una malattia virale che provoca sintomi che spesso si confondono con quelli di altre infezioni virali:
- febbre improvvisa;
- dolori articolari intensi;
- affaticamento;
- mal di testa;
- dolori muscolari;
- rash cutanei.
Il periodo di incubazione varia fino a un massimo di 12 giorni (in media di 3/7 giorni) e oltre il 75% delle persone infette sviluppa sintomi clinici, e in più del 40% dei casi i dolori articolari possono diventare cronici, compromettendo la qualità della vita per mesi.
La prima epidemia documentata risale al 1952 in Tanzania, anche se episodi simili erano stati descritti già nel 1779 in Indonesia. Oggi l’infezione è presente in oltre 60 Paesi tra Asia, Africa, Europa e Americhe. In Italia, focolai autoctoni si sono verificati nel 2007 e nel 2017.
Il virus chikungunya appartiene alla famiglia Togaviridae, genere Alphavirus. La diagnosi si effettua tramite rilevamento del virus o anticorpi specifici nel sangue, come indicato dal Piano Nazionale delle Arbovirosi (PNA), con il laboratorio di riferimento presso l’ISS.
Non esistono terapie antivirali specifiche; il trattamento è sintomatico, volto ad alleviare febbre e dolori; la prevenzione si basa sul controllo delle zanzare e sulla protezione dalle punture, mediante zanzariere, abiti coprenti, repellenti e l’eliminazione di ristagni d’acqua che favoriscono la riproduzione delle zanzare.
Durante il simposio “Chikungunya: scenari futuri e strategie di prevenzione e controllo”, tenutosi a Bologna in occasione del 58° Congresso della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), gli esperti hanno evidenziato il ruolo cruciale della vaccinazione nel contrasto alla diffusione del virus.
Oltre a Vimkunya, è in fase di valutazione da parte dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) anche un vaccino vivo attenuato, già autorizzato in Stati Uniti e Canada, ma non ancora disponibile in Europa poiché sottoposto a riesame di sicurezza.
Ridurre la presenza delle zanzare, eliminare i ristagni d’acqua e proteggersi dalle punture – soprattutto nelle ore diurne, quando l’Aedes è più attiva – restano azioni fondamentali.
L’arrivo del vaccino contro la chikungunya in Italia segna un punto di svolta nella lotta alle malattie trasmesse da vettori.
In un contesto climatico che favorisce la diffusione di zanzare portatrici di virus come dengue, Zika e West Nile, la disponibilità di una protezione efficace e sicura rappresenta una nuova frontiera della sanità pubblica.
Investire nella vaccinazione e nella consapevolezza resta il modo più efficace per prevenire epidemie e ridurre l’impatto di infezioni che, fino a poco tempo fa, sembravano lontane dal nostro territorio.
Fonti:
- Gazzetta Ufficiale – AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO
- The Lancet – Chikungunya virus virus-like particle vaccine safety and immunogenicity in adolescents and adults in the USA: a phase 3, randomised, double-blind, placebo-controlled trial
- ISS – Ultimi aggiornamenti
- ISS– Informazioni generali
- Programma Scientifico 58° Congresso Nazionale SItI