Sostituire lo zucchero con dolcificanti a basso contenuto calorico potrebbe avere effetti positivi sul microbioma intestinale, aiutando al tempo stesso a mantenere il peso dopo una dieta.
È quanto emerge da uno dei più ampi e lunghi studi clinici mai condotti in questo ambito, pubblicato su Nature Metabolism.
I risultati pongono in discussione l’idea che i dolcificanti artificiali siano sempre dannosi per la salute, volgendo lo sguardo verso una visione meno negativa e più equilibrata fondata sull’evidenza scientifica.
Dolcificanti: alleati del microbioma? I dettagli dello studio
Il nuovo trial, denominato SWEET Study, è stato condotto in sette centri europei e ha coinvolto 341 adulti e 38 bambini con sovrappeso o obesità. Tutti hanno seguito inizialmente una dieta ipocalorica di due mesi, per poi proseguire per dieci mesi di mantenimento con un’alimentazione bilanciata e a basso contenuto di zuccheri.
Durante la seconda fase, i partecipanti sono stati divisi in due gruppi:
- uno ha sostituito lo zucchero con dolcificanti e “sweetness enhancers” (S&SE), ovvero miscele di sucralosio, acesulfame-K, rebaudioside A e altri composti approvati;
- l’altro ha continuato a consumare zucchero in quantità controllata.
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Dopo un anno di osservazione, i risultati emersi hanno evidenziato che chi aveva sostituito lo zucchero con i dolcificanti ha mantenuto in media 1,6 kg in meno rispetto al gruppo di controllo. Nessuna differenza negativa è stata rilevata nei parametri di salute metabolica, come glicemia, lipidi o pressione arteriosa.
Secondo gli autori, i dolcificanti possono quindi contribuire al mantenimento del peso senza effetti avversi, quando usati all’interno di una dieta equilibrata.
Microbioma e dolcificanti: aumentano i batteri “buoni”
Uno degli aspetti più innovativi dello studio riguarda l’analisi del microbioma intestinale. Attraverso indagini metagenomiche e metabolomiche, i ricercatori hanno osservato nel gruppo dei dolcificanti un incremento di batteri considerati benefici, come Faecalibacterium prausnitzii, Blautia e Methanobrevibacter smithii.
Questi microrganismi sono noti per:
- produrre acidi grassi a catena corta (SCFA), fondamentali per la salute dell’intestino;
- sostenere la funzione metabolica e immunitaria;
- contribuire alla regolazione dell’infiammazione sistemica.
In altre parole, chi ha ridotto lo zucchero e usato dolcificanti ha mostrato un profilo microbico più favorevole, compatibile con un metabolismo più sano.
Gli studiosi, tuttavia, sottolineano un punto cruciale: il miglioramento del microbioma potrebbe dipendere anche dalla perdita di peso stessa, non solo dall’effetto diretto dei dolcificanti. In pratica, il beneficio osservato sembra il risultato combinato di un minore apporto
Il New Scientist, nota rivista scientifica, commentando lo studio, evidenzia come questi risultati ribaltino le preoccupazioni sollevate negli anni precedenti. Dopo che l’OMS aveva raccomandato cautela nel 2023, lo SWEET Study mostra che, se inseriti in un contesto alimentare controllato, i dolcificanti non alterano negativamente il microbioma e possono perfino associarsi a cambiamenti benefici.
In sintesi:
- sostituire lo zucchero con dolcificanti può aiutare a mantenere la perdita di peso;
- il microbioma sembra spostarsi verso un equilibrio più sano;
- non emergono effetti avversi sul metabolismo generale.
Per i ricercatori, la chiave sta nel contesto d’uso: i dolcificanti non sono una scorciatoia, ma uno strumento utile se accompagnato da una dieta equilibrata e consapevole.
Fonti:
Nature metabolism - Effect of sweeteners and sweetness enhancers on weight management and gut microbiota composition in individuals with overweight or obesity: the SWEET study