Alcuni ricercatori, guidati dalla Dr.ssa Elena Losina, chirurgo ortopedico del Brigham and Women’s Hospital di Boston, hanno avviato uno studio di farmacoeconomia per indagare il rapporto costi-benefici dei nuovi farmaci anti obesità nei pazienti che devono perdere peso per migliorare i sintomi dell’artrosi del ginocchio.
Vediamo i dettagli.
Obesità e artrosi
La ricerca, pubblicata su Annals of Internal Medicine, parte dal presupposto che, quando una persona soffre sia obesità che di artrosi al ginocchio, la qualità di vita cala drasticamente: il peso in eccesso peggiora il dolore, riduce la mobilità e rende più difficile gestire i sintomi.
Perdere peso, in questi casi, apporta notevoli benefici, ma non è sempre facile ottenerli e mantenerli solo con dieta ed esercizio. Negli ultimi anni, dunque, sono nati nuovi farmaci anti-obesità, come semaglutide e tirzepatide – che sono in grado di ridurre la massa grassa e hanno anche un effetto diretto sul dolore articolare.
Il team di ricerca, dunque, si è chiesto se valesse la pena usarli, dal punto di vista costi-benefici: per trovare una risposta a questa domanda, gli scienziati hanno usato un modello matematico che simula la vita di queste persone e calcola, per ciascuna strategia, non solo i benefici (anni di vita in salute, qualità di vita, riduzione del dolore), ma anche i costi che il sistema sanitario dovrebbe sostenere – l’Osteoarthritis Policy Model.
Hanno quindi confrontato sei opzioni:
- cure standard;
- dieta ed esercizio;
- semaglutide;
- tirzepatide;
- due tipi di chirurgia bariatrica (ovvero un insieme di interventi chirurgici volti a ridurre drasticamente il peso corporeo).
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Il target osservato è stato quello di persone statunitensi con osteoartrite del ginocchio e obesità: la coorte di base presentava un punteggio del dolore pari a 71 (da 0 a 100, 100 peggiore) secondo l'indice di osteoartrite delle università di Western Ontario e McMaster e un indice di massa corporea (BMI) medio di 40 kg/ m² .
Tirzepatide e chirurgia bariatrica
Il risultato più interessante è che tirzepatide si è rivelato più vantaggioso di semaglutide: a parità di costi o addirittura con costi leggermente inferiori, offre benefici maggiori in termini di salute.
Rispetto a dieta ed esercizio, entrambi i farmaci danno più qualità di vita, ma con un costo in più che non sempre è sostenibile. Tirzepatide, però, si colloca in una fascia considerata “accettabile” all’interno del sistema di economia sanitaria: circa 57 mila dollari per ogni anno di vita in salute guadagnato.
Anche la chirurgia, per chi è idoneo, rimane una soluzione molto forte: porta benefici duraturi e, in alcuni scenari, un rapporto costo-beneficio addirittura migliore rispetto ai farmaci.
Naturalmente, lo studio presenta alcuni limiti: il modello si basa su dati provenienti da studi clinici diversi, ipotizza che i pazienti restino a lungo in terapia e considera i prezzi attuali dei farmaci negli Stati Uniti – se i costi dovessero scendere, i risultati cambierebbero. Inoltre, i dati economici USA non si possono trasferire automaticamente ad altri Paesi.
Dunque, per i pazienti con artrosi del ginocchio e obesità, tirzepatide appare oggi la scelta farmacologica più conveniente, ma la chirurgia bariatrica resta l’opzione con il miglior bilancio costi-benefici nei candidati idonei.
La Dr.ssa Losina spiega che dimagrire allevia il dolore da artrosi, ma farmaci come semaglutide e tirzepatide sono molto costosi e spesso non coperti dalle assicurazioni, quindi molti pazienti non vi hanno accesso. Per questo le analisi economiche sono fondamentali: aiutano a capire se i benefici giustificano i costi e a fornire ai decisori dati utili per stabilire la rimborsabilità.
L’artrosi riduce fortemente la qualità di vita, mentre l’obesità abbassa anche l’aspettativa di vita; usare questi farmaci nei pazienti con entrambe le condizioni può migliorare sia la vita quotidiana che la prospettiva di salute futura.
Fonti:
Annals Of Internal Medicine – The Cost-Effectiveness of Semaglutide and Tirzepatide for Patients With Knee Osteoarthritis and Obesity