Allergie, gli esperti lanciano l’allarme: ecco gli ultimi dati

Mattia Zamboni | Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano
A cura di Mattia Zamboni
Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano

Data articolo – 06 Ottobre, 2025

Donna bionda che si soffia il naso in un fazzoletto in un parco.

Ad oggi, oltre un terzo della popolazione mondiale soffre di almeno una forma di allergia – e la tendenza è in continua crescita, in particolare tra i bambini.

L’allarme arriva dal congresso della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC), che si apre oggi a Milano.

Le allergie in numeri

Secondo Vincenzo Patella, presidente della SIAAIC e direttore dell’UOC di Medicina Interna dell’Azienda Sanitaria di Salerno, le allergie sono diventate una vera e propria epidemia globale: negli ultimi decenni i casi sono aumentati in modo costante, colpendo fasce d’età sempre più ampie.

In Italia, i dati sono altrettanto significativi:

  • tra i bambini, il 10% soffre di asma, tra il 6 e l’8% presenta allergie alimentari e circa il 10% manifesta allergie cutanee (come dermatite atopica o orticaria);
  • negli adulti, il 5% soffre di asma, il 3% di allergie alimentari, il 10% di allergie cutanee e tra il 15 e il 20% di rinite allergica (come la cosiddetta febbre da fieno).

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A queste si aggiungono:

  • le allergie ai farmaci, che rappresentano circa il 10% di tutte le reazioni avverse segnalate in Italia;
  • le reazioni al veleno di imenotteri (api, vespe, calabroni), che riguardano circa il 3% della popolazione;
  • il fatto che quasi una persona su tre possa soffrire di più malattie allergiche contemporaneamente (ad esempio asma e rinite, o dermatite e allergia alimentare).

Un quadro che preoccupa i medici, anche perché le allergie non riguardano più solo i bambini: sempre più spesso si manifestano per la prima volta in età adulta o persino anziana, segno che fattori ambientali, stili di vita e inquinamento stanno probabilmente contribuendo all’espansione del fenomeno.

Cause e sintomi delle allergie

Secondo il Dr. Christian Raddato, i sintomi tipici che possono indicare un’allergia da esposizione agli allergeni invernali sono:

  • starnuti;
  • prurito a naso, occhi o pelle;
  • occhi che lacrimano e pruriginosi;
  • occhiaie allergiche (segni scuri sotto gli occhi legati alla congestione nasale);
  • naso che cola o naso chiuso e congestionato
  • tosse;
  • eruzioni cutanee, pelle secca, pruriginosa;
  • mal di gola;
  • difficoltà respiratorie e/o respiro affannoso (soprattutto in chi ha asma allergica).

Come spiegato anche in questo approfondimento, il meccanismo che sta dietro tali sintomi è una reazione immunitaria del corpo che coinvolge l’istamina, prodotta per difendersi dagli allergeni: è questa sostanza che genera starnuti, lacrimazione, prurito ecc.

Per distinguere un’allergia da un raffreddore comune, però, vi sono alcuni indizi utile:

  • il muco associato all’allergia tende ad essere trasparente, acquoso, non denso né giallo-verdognolo;
  • le allergie persistono finché l’allergene è presente, mentre un raffreddore da virus di solito dura qualche giorno fino a una settimana. Se i sintomi superano i 10 giorni, è più probabile che si tratti di allergie.

Le cause comuni possono essere:

Polline di cipresso

In aree mediterranee, il cipresso è una pianta che rilascia polline nei mesi freddi, che può restare sospeso nell’aria a lungo e causare sintomi respiratori. 

Donna che si soffia il naso in un fazzoletto all'aperto.

Allergeni interni e/o ambienti chiusi

Con il freddo si tende a stare più tempo al chiuso, e si favorisce così l’azione di:

  • acari della polvere: presenti tutto l’anno, ma l’ambiente riscaldato favorisce la loro proliferazione. le loro feci contengono enzimi che sono allergenici. 
  • forfora e peli/squame di animali domestici: la forfora contiene proteine allergeniche, rilasciate nell’ambiente da animali con pelo o piume. 
  • escrementi di scarafaggi: attratti dal caldo, in ambienti interni possono lasciare residui che irritano le vie respiratorie. 
  • muffe: si sviluppano in luoghi umidi (bagni, cantine, zone poco aerate). le spore delle muffe possono essere inalate e causare reazioni allergiche. 

Fattori ambientali generali

L’aria secca (tipica degli ambienti riscaldati) può irritare le mucose nasali e rendere più evidenti le reazioni allergiche già in corso. 

L’attivazione del riscaldamento, inoltre, può sollevare polvere depositata su mobili e superfici, aumentando l’esposizione agli allergeni. 

Allergie invernali: a chi rivolgersi e come trattarle

Il Dr. Giuseppe Pingitore, allergologo, all’interno di questo approfondimento afferma come le prove allergiche da effettuare vengano suggerite dallo specialista e sono indirizzate a persone che presentano sintomi sospetti di allergie.

Le prove allergiche sono fondamentali per diagnosticare e gestire le allergie, aiutando i medici a identificare gli allergeni responsabili e a definire trattamenti mirati.

I principali tipi di test sono:

  • test cutanei: applicazione di allergeni sulla pelle per osservare reazioni; comprende prick test, patch test e test intradermico;
  • dosaggio degli anticorpi: misurazione nel sangue di anticorpi IgE specifici tramite metodi come RAST o ELISA, utile quando i test cutanei non sono possibili;
  • test di provocazione: esposizione controllata all’allergene sospetto per verificare la comparsa di reazioni, spesso usato per le allergie alimentari.

Per trattare le allergie invernali, il primo approccio è spesso l’uso di antistaminici, farmaci che aiutano a ridurre la reazione del corpo agli allergeni. A questi possono aggiungersi altri rimedi per alleviare i sintomi, come decongestionanti, corticosteroidi per spray nasale, oppure lavaggi con acqua distillata per pulire le vie respiratorie.

Per gli occhi secchi o pruriginosi, tipici delle allergie, si possono usare colliri, mentre antidolorifici possono aiutare a ridurre mal di testa o altre infiammazioni associate.

Quando i sintomi sono persistenti o particolarmente fastidiosi, si può ricorrere all’immunoterapia allergenica, un trattamento che mira a ridurre la sensibilità agli allergeni attraverso un’esposizione graduale e controllata. Questo avviene tramite vaccini o compresse contenenti dosi crescenti dell’allergene, così che il sistema immunitario impari progressivamente a tollerarlo.

I vaccini, che richiedono iniezioni periodiche da parte di uno specialista, sono disponibili per le allergie più comuni, come quelle causate da acari della polvere, pelo di animali, muffe e scarafaggi.

Fonti:

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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