La colorazione dei capelli è un’abitudine molto diffusa, utilizzata per coprire i capelli bianchi, intensificare il colore naturale o cambiare look. Ma tingere i capelli può avere conseguenze sulla salute? Davvero possono causare tumori?
Sono diverse le ricerche che negli ultimi anni hanno sollevato dubbi sulla sicurezza di certe sostanze contenute nelle tinture, mentre altre hanno rassicurato sul loro uso domestico moderato.
Pertanto, a quale verità affidarsi?
Per orientarsi tra rischi reali e timori, si rivela necessario distinguere ciò che è scientificamente dimostrato da ciò che rimane solo un’ipotesi.
Vediamo dove ci porta la scienza.
Tinte per capelli: cosa contengono e quali rischi sono confermati
Le colorazioni permanenti e semipermanenti utilizzano sostanze necessarie al cambio di colore - come ammoniaca, perossido di idrogeno, resorcina ed esponenti della classe delle ammine aromatiche - che possono però irritare la cute o sensibilizzare la pelle nel lungo periodo.
Uno dei rischi più documentati è la dermatite da contatto, particolarmente frequente con l’esposizione alla parafenilendiammina (PPD). Studi dermatologici degli ultimi anni confermano che la PPD è tra gli allergeni più reattivi nel settore cosmetico e può provocare arrossamento, prurito, gonfiore o eczema localizzato.
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Oltre alla cute, anche le vie respiratorie possono essere coinvolte. L’ammoniaca, molto volatile, può irritare gli occhi, il naso e la gola in ambienti poco ventilati o in soggetti già sensibili, come chi soffre di asma o riniti allergiche.
Questi effetti, tuttavia, tendono generalmente a essere lievi e transitori, e compatibili con la quantità e qualità di prodotto a cui si é stati esposti.
Tinta per capelli e salute: ci sono rischi sistemici?
La questione più discussa riguarda il possibile legame tra uso di tinture e alcune forme di tumore. Negli anni ’80 le formule erano molto più aggressive e contenevano sostanze oggi bandite; per questo motivo alcune ricerche dell’epoca avevano ipotizzato possibili rischi di natura cancerogena.
Cosa dicono gli studi recenti?
Un grande studio prospettico pubblicato sul British Medical Journal ha analizzato oltre 117.000 donne per 36 anni, concludendo che non esiste un aumento significativo del rischio di carcinoma mammario associato all’uso personale di tinture permanenti. (Studio: Hair dye use and cancer risk in the Nurses’ Health Study, BMJ )
Un’altra revisione sistematica del 2025 ha analizzato 96 studi tra coorti e trial caso-controllo, evidenziando che l’associazione tra colorazione e rischio oncologico rimane inconclusiva: eventuali aumenti di rischio appaiono piccoli e limitati a popolazioni specifiche, come parrucchieri professionalmente esposti o donne che utilizzano tinture molto scure da decenni. (Review 2025: Exploring the Association Between Hair Dye Use and Human Cancers, ScienceDirect)
Gli autori che hanno lavorato alla ricerca si sono curati di sottolineare inoltre che molte ricerche riguardano tinture prodotte prima del 2000, mentre le formulazioni moderne europee sono state riformulate per aumentare la sicurezza. Che non significa assenza certa di rischi, ma ma comunque un rischio notevolmente ridotto rispetto a quello prospettato da studi più datati.
Come tingere i capelli senza rischi
Pur non essendo priva di effetti collaterali, la colorazione può essere eseguita in sicurezza con alcune accortezze.
Rimane comunque fondamentale affidarsi al proprio medico.
Vediamo alcuni accorgimenti:
- limitare la frequenza: idealmente ogni 8–12 settimane, evitando sessioni ravvicinate;
- effettuare un patch test prima di ogni applicazione, soprattutto in caso di pelle sensibile o precedente dermatite da contatto;
- Arieggiare bene l’ambiente, soprattutto con tinture contenenti ammoniaca;
- applicare una barriera protettiva sul cuoio capelluto (come un leggero olio vegetale) per ridurre l’assorbimento delle sostanze irritanti;
- evitare di sovrapporre trattamenti stressanti, come tinta e permanente nello stesso periodo;
- preferire prodotti regolamentati, certificati e acquistati da fonti affidabili;
- non tingere la cute infiammata o lesionata, per ridurre il rischio di irritazioni più intense.
Nei soggetti allergici, i dermatologi indicano di evitare formulazioni con PPD e valutare alternative come le tinte senza ammoniaca o colorazioni vegetali, pur ricordando che anche queste possono provocare reazioni in casi isolati.
Si evince, dunque, che tingere la chioma può considerarsi un’abitudine con rischi non indifferenti per la salute, in modo particolare in caso di pelle sensibile, allergie o uso molto frequente.
Tuttavia, secondo le evidenze scientifiche attuali, i rischi sistemici gravi sono bassi per chi si sottopone alla tinta a intervalli regolari. E rimangono più a rischio gli operatori del settore, i quali rimangono maggiormente a contato con queste sostanze.
Irritazioni, allergie e sensibilizzazioni restano i principali effetti collaterali da monitorare, mentre le associazioni con tumori sono ancora oggetto di studio e non dimostrate in modo conclusivo. Sarebbe quindi opportuno evitare panico e allarmismi.
Dunque, un approccio informato, abbinato a scelte sicure e alla corretta gestione dei trattamenti, permette di continuare a tingere i capelli senza compromettere in modo drastico la salute.
Fonti:
PubMed - Paraphenylenediamine and allergic contact dermatitis
ScienceDirect - Exploring the Association Between Hair Dye Use and Human Cancers