Ogni anno, dal 1° al 7 ottobre, la Settimana mondiale dell’allattamento al seno richiama l’attenzione sull’importanza di una pratica che resta uno dei pilastri della salute materno-infantile. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda da tempo l’allattamento esclusivo al seno per i primi sei mesi di vita, da proseguire in forma complementare fino ai due anni e oltre.
L’edizione di quest’anno mette al centro un messaggio importantissimo: non fermarsi al solo allattamento esclusivo dei primi mesi, ma accompagnare i bambini nel delicato passaggio verso un’alimentazione condivisa con la famiglia, mantenendo il latte materno come riferimento nutrizionale principale.
Latte materno: un patrimonio che va oltre i sei mesi
Il latte materno continua a rappresentare una risorsa preziosa anche dopo i primi mesi di vita. Pur non essendo più sufficiente a soddisfare tutte le esigenze nutrizionali del bambino, mantiene un alto valore biologico, fornendo proteine, vitamine, minerali e acidi grassi essenziali che contribuiscono allo sviluppo e alla protezione del sistema immunitario.
Con l’introduzione dei cibi solidi, il latte materno non viene sostituito, ma integrato: l’alimentazione complementare richiede attenzione, introducendo nuovi alimenti al momento opportuno, preparati in condizioni igieniche adeguate e bilanciati dal punto di vista nutrizionale.
Dopo i sei mesi, nutrienti come ferro e zinco diventano particolarmente critici e possono non essere sufficienti se forniti solo dal latte o da alimenti di base; a seconda delle abitudini alimentari e del contesto, possono essere necessari anche calcio, folati, vitamina A, vitamine del gruppo B e vitamina C.
Garantire un’alimentazione complementare corretta significa costruire un percorso di salute a lungo termine, prevenendo carenze che potrebbero influire sullo sviluppo psicofisico del bambino.
Benefici per la salute pubblica
La promozione dell’allattamento al seno non riguarda solo i singoli nuclei familiari, ma l’intera società. Secondo OMS e Unicef, garantire l’allattamento esclusivo nei primi mesi riduce il rischio di diarrea infantile e infezioni respiratorie, ancora oggi tra le principali cause di mortalità nei Paesi a basso reddito.
Nei Paesi ad alto reddito, l’allattamento rappresenta invece uno strumento di prevenzione contro obesità e malattie croniche in età adulta, con un impatto positivo anche sulla spesa sanitaria.
Per le madri, allattare si associa a una riduzione del rischio di tumore al seno e all’ovaio, oltre che di malattie cardiovascolari. Il latte materno si conferma inoltre un alimento sostenibile: a km zero, privo di imballaggi e di costi produttivi, con un impatto ambientale minimo rispetto alle formule artificiali.
Reti di sostegno e cultura dell’allattamento
Se allattare resta un gesto naturale, non sempre si rivela semplice. Le famiglie necessitano di sostegno e informazioni corrette per affrontare dubbi e difficoltà. In Italia sono attive diverse associazioni e reti che promuovono la cultura dell’allattamento, tra cui La Leche League, il Movimento Allattamento Materno Italiano (MAMI) e Ibfan Italia, tutte impegnate nella diffusione di buone pratiche, nella formazione di operatori sanitari e nella tutela da pratiche commerciali scorrette.
Anche i consultori familiari e le ostetriche svolgono un ruolo essenziale, accompagnando le donne dal periodo della gravidanza ai primi anni di vita del bambino. Un sostegno che va integrato con politiche pubbliche efficaci, come congedi parentali e servizi di assistenza che permettano di conciliare lavoro e cura.
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Eventi e iniziative sul territorio
La Settimana mondiale dell’allattamento non è solo un momento di sensibilizzazione globale, ma anche un’occasione per iniziative concrete a livello locale. A Roma, il Collegio delle ostetriche, in collaborazione con La Leche League, ha organizzato una giornata dedicata al tema “Allattamento e cibi per la famiglia: sani e fatti con amore”, per sottolineare il valore del nutrire i bambini con alimenti genuini senza interrompere l’allattamento.
A Firenze, invece, si è svolto il IV incontro della rete degli “Ospedali amici dei bambini”, un progetto promosso da OMS e Unicef che premia le strutture sanitarie capaci di garantire standard elevati di sostegno all’allattamento. Un’occasione di confronto tra operatori e istituzioni per consolidare esperienze e diffondere buone pratiche.
L’allattamento al seno si conferma quindi non solo come un gesto naturale, ma come una scelta che genera benefici a lungo termine per bambini, madri e società. È salute, legame affettivo, prevenzione e sostenibilità.
La Settimana mondiale dell’allattamento ricorda che sostenere ogni madre in questo percorso significa investire in un futuro più sano ed equo, in cui nutrire non è soltanto un atto individuale, ma un impegno collettivo verso le nuove generazioni.
Fonti:
- Istituto Superiore di Sanità - 1-7 ottobre, Settimana dell’allattamento al seno