Glicemia alta in gravidanza: cause, diagnosi e prognosi del diabete gestazionale

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 27 Ottobre, 2025

Donna incinta che mangia sano.

La glicemia alta in gravidanza è un argomento che tocca da vicino tante future mamme. In questa fase si parla di diabete gestazionale, una forma di diabete che compare proprio durante la gravidanza.

Una glicemia alta riscontrata durante la gravidanza, e che rientra nei criteri diagnostici previsti, può (e deve) essere definita diabete gestazionale, a meno che non sia già presente prima della gravidanza o venga riscontrato un diabete manifesto nei primi controlli.

Glicemia basale alta in gravidanza

La glicemia basale alta in gravidanza indica che si rilevano valori di zucchero nel sangue a digiuno superiori al normale all'inizio o durante la gravidanza, segnalando un possibile rischio di diabete gestazionale o diabete già esistente ma non ancora diagnosticato prima della gravidanza.

Cos'è il diabete gestazionale?

Il diabete gestazionale si manifesta per la prima volta durante la gravidanza in donne che prima non avevano mai ricevuto una diagnosi di diabete.

A differenza del diabete di tipo 1, che è una condizione autoimmune in cui il corpo non produce insulina, e del tipo 2, spesso legato a stile di vita e insulino-resistenza preesistente, il diabete gestazionale è generalmente temporaneo e legato ai cambiamenti ormonali della gravidanza stessa.

Perché la gravidanza può innescare il diabete?

Sono gli ormoni la causa del diabete gestazionale. Durante l'attesa, la placenta, l'organo che nutre il bambino, produce ormoni: estrogeno, cortisolo, progesterone e lattogeno placentare umano

Questi ormoni sono indispensabili per la crescita del feto, ma hanno un effetto collaterale perché rendono le cellule della mamma meno sensibili all'insulina, condizione che prende il nome di insulino-resistenza.

Normalmente, il pancreas della mamma si adegua e produce più insulina per compensare. In alcune donne, però, il pancreas non riesce a tenere il passo. Di conseguenza, il glucosio (lo zucchero) fatica a entrare nelle cellule, si accumula nel sangue e la glicemia sale oltre i livelli normali. Ecco che compare il diabete gestazionale.

In quale periodo della gravidanza può manifestarsi il diabete gestazionale?

La diagnosi arriva tra la 24° e la 28° settimana di gestazione. Questo perché l'insulino-resistenza aumenta  raggiungendo il suo picco nella seconda metà della gravidanza. Tuttavia, in alcune donne con forte predisposizione, segni di alterata glicemia possono comparire già nel primo trimestre.

Ad esempio, il cortisolo sembra avere il suo massimo effetto "pro-diabete" intorno alla 26° settimana, mentre il progesterone, che anch'esso contrasta l'insulina, raggiunge il picco più tardi, verso la 32° settimana. Questo spiega perché, a volte, la gestione della glicemia può diventare più complicata con l'avvicinarsi del parto.

Quali sono i fattori di rischio del diabete gestazionale?

Le fonti medico-scientifiche concordano su diversi fattori che aumentano la probabilità di sviluppare il diabete gestazionale. Non è una certezza, ma sono importanti campanelli d'allarme.

I fattori di rischio sono:

  • sovrappeso o obesità prima della gravidanza (con un Indice di Massa Corporea, o BMI, superiore a 30);
  • scarsa attività fisica;
  • aver già avuto diabete gestazionale in una gravidanza precedente;
  • sindrome dell'ovaio policistico (PCOS):
  • familiarità: avere genitori o fratelli con diabete, soprattutto di tipo 2;
  • aver partorito in precedenza un bambino molto grande (macrosoma, di solito sopra i 4-4,5 kg);
  • età materna avanzata (sopra i 35-40 anni);
  • condizioni preesistenti come ipertensione o gravidanza gemellare.

Quali sono i sintomi del diabete gestazionale? 

Nella stragrande maggioranza dei casi, il diabete gestazionale è una condizione silenziosa, senza sintomi specifici. Proprio per questo, lo screening è fondamentale.

Se i livelli di zucchero nel sangue diventassero molto alti, alcune donne potrebbero notare:

  • aumento insolito della sete (polidipsia);
  • necessità di urinare molto più spesso (poliuria);
  • bocca secca;
  • stanchezza molto marcata e diversa da quella normale della gravidanza;
  • vista offuscata;
  • prurito intimo o infezioni da candida più frequenti.

È fondamentale ricordare che quasi tutti questi segnali sono comuni in gravidanza anche per altri motivi. Quindi, niente autodiagnosi. Bisogna comunque cercare un confronto con il proprio medico o ostetrica. L'unica prova certa è il test di screening.

Come si scopre il diabete gestazionale?

Dato che i sintomi possono anche non manifestarsi, la diagnosi si basa su uno screening specifico che viene offerto a quasi tutte le donne incinte, attraverso due passaggi:

Test di screening (Mini Curva) 

Tra la 24° e la 28° settimana, la paziente beve una bevanda specifica dolce. Dopo un'ora le viene misurata la glicemia. Se il valore supera una certa soglia, si passa al test successivo;

Test diagnostico (Curva da carico orale di glucosio - OGTT)

Questo test è più lungo e richiede di essere a digiuno. Viene misurata la glicemia a digiuno, poi si beve una soluzione ancora più concentrata di glucosio e si ripetono i prelievi a intervalli precisi (di solito dopo una e due ore). Se uno o più valori superano le soglie stabilite dalle linee guida, viene confermata la diagnosi di diabete gestazionale.

Per le donne considerate ad alto rischio, lo screening può essere proposto già nel primo trimestre.

Cosa rischiano la mamma e il bambino se il diabete gestazionale non viene gestito bene?

Se la glicemia non è ben controllata, possono verificarsi diverse complicazioni.

Per il bambino:

  • macrosomia: crescita eccessiva che porta a un peso alla nascita superiore ai 4 kg. Questo complica il parto e aumenta il rischio di taglio cesareo o traumi alla nascita;
  • parto pretermine o distress respiratorio neonatale: non per effetto diretto del parto anticipato, ma per immaturità polmonare secondaria all’eccesso di insulina fetale;
  • ipoglicemia neonatale: bassi livelli di zucchero nel sangue subito dopo la nascita;
  • ittero più marcato;
  • rischio a lungo termine: maggiore probabilità di sviluppare obesità e diabete di tipo 2 nel corso della vita.

Per la mamma:

  • ipertensione gestazionale e preeclampsia: un serio aumento della pressione sanguigna;
  • parto cesareo: più probabile a causa delle dimensioni del bambino;
  • rischio a lungo termine: una probabilità elevata (stimata tra il 30 e il 60%) di sviluppare diabete di tipo 2 negli anni successivi;
  • maggiore probabilità di avere nuovamente diabete gestazionale nelle future gravidanze.

Come si gestisce il diabete gestazionale? Serve sempre l'insulina?

L'obiettivo è mantenere la glicemia il più possibile nella norma, e il primo approccio, spesso sufficiente, si basa su un cambiamento dello stile di vita.

Dieta equilibrata

Non una dieta privativa, ma un piano alimentare controllato, preferibilmente definito con un dietista o un nutrizionista. 

Una donna in gravidanza davanti al frigorifero.

Si basa sul controllo dei carboidrati (preferendo quelli integrali), sulla suddivisione dei pasti in tanti piccoli spuntini e sull'abbinamento di proteine e grassi sani per evitare picchi glicemici.

Attività fisica

Se non ci sono controindicazioni ostetriche, muoversi è fondamentale. Una camminata a passo svelto, nuoto o yoga prenatale per circa 30 minuti al giorno aiutano il corpo a usare meglio il glucosio.

Controllo della glicemia  

È importante misurare la glicemia a casa con il glucometro a digiuno al mattino e dopo i pasti principali.

Se dopo una o due settimane di dieta e movimento i valori non si normalizzano, si passa alla terapia farmacologica, ovvero all'insulina somministrata con piccole iniezioni sottocutanee. In rari casi selezionati, possono essere usati farmaci orali come la metformina, ma solo sotto stretto controllo specialistico.

Cosa succede dopo il parto?  

Subito dopo il parto, con l'espulsione della placenta, la fonte degli ormoni responsabili del diabete gestazionale svanisce e i livelli di glicemia tornano alla normalità.

Non bisogna abbassare la guardia. Aver avuto il diabete gestazionale è un segnale che il corpo ha una certa predisposizione. Ecco perché le linee guida raccomandano un controllo post-parto (una nuova curva da carico tra 6 e 13 settimane dopo la nascita) e controlli periodici della glicemia ogni 1-3 anni per tutta la vita.

Diabete Gestazionale – FAQ

Il diabete gestazionale farà male al mio bambino?  

Se gestito con dieta, movimento e, se necessario, farmaci, non ci sono particolari rischi per il bambino. L'obiettivo del trattamento è proprio garantire una gravidanza e una nascita sane.

Se si deve fare l'insulina, significa che il diabete è una condizione definitiva? 

No. Significa semplicemente che la sola dieta non è sufficiente a contrastare l'effetto degli ormoni della gravidanza. L'insulina è il modo più sicuro ed efficace per controllare la glicemia e proteggere mamma e bambino.

Il diabete gestazionale mi rimarrà per sempre?

Di solito, no. La condizione si risolve quasi sempre dopo il parto. Tuttavia, circa una donna su tre svilupperà alterata tolleranza al glucosio o diabete di tipo 2 entro 10 anni se non modifica lo stile di vita.

Si può fare qualcosa per prevenire il diabete gestazionale?

In presenza di fattori di rischio, è possibile lavorare per raggiungere un peso sano prima della gravidanza, mangiando in modo sano ed equilibrato, e svolgendo regolare attività fisica.

Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Dr.ssa Anna Maria Ferri
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