Il melanoma cutaneo rappresenta uno dei tumori più aggressivi della pelle e negli ultimi anni la ricerca ha fatto luce su un aspetto spesso sottovalutato: la maggior parte dei casi non origina da nei già presenti, ma da nuove lesioni pigmentate.
Questo dato modifica in parte il modo di intendere la prevenzione e invita a osservare con maggiore attenzione qualsiasi cambiamento della pelle, soprattutto nei mesi in cui l’esposizione al sole aumenta.
Nei nuovi: il principale fattore di rischio
Un’ampia revisione pubblicata sul Journal of the American Academy of Dermatology ha analizzato 38 studi clinici e oltre 20.000 casi di melanoma.
I risultati parlano chiaro: circa il 70% dei melanomi insorge come nuova macchia pigmentata su cute sana, mentre solo una minoranza deriva da nei preesistenti. Inoltre, i tumori originati da nei già presenti si rivelano mediamente più sottili e meno aggressivi, mentre le lesioni nuove tendono a essere più invasive.
Questa evidenza rende fondamentale non solo monitorare i nei “storici”, ma anche prestare attenzione a quelli di recente comparsa, che rappresentano il vero campanello d’allarme.
Per questo motivo è utile conoscere alcuni criteri che aiutano a distinguere i nei sospetti
Il metodo «ABCDE» per riconoscere i segnali
Gli specialisti indicano una regola semplice e diffusa a livello internazionale, utile per riconoscere i nei sospetti: il metodo ABCDE.
- A – Asimmetria: il neo non ha forma regolare;
- B – Bordi: i contorni appaiono frastagliati o irregolari;
- C – Colore: presenza di tonalità diverse all’interno della stessa lesione;
- D – Diametro: neo più grande di 6 millimetri;
- E – Evoluzione: cambiamenti nel tempo di colore, forma o dimensioni.
A questi criteri si aggiunge la regola del “brutto anatroccolo”: prestare attenzione a quel neo diverso da tutti gli altri, che spicca per aspetto insolito o recente comparsa.
Un tumore in crescita tra i giovani
Nonostante le campagne di sensibilizzazione, l’incidenza del melanoma continua a crescere, soprattutto tra le fasce più giovani della popolazione.
L’aumento viene spiegato anche con l’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti, sia naturali che artificiali. Le lampade e i lettini abbronzanti sono oggi considerati cancerogeni certi e in Italia sono vietati ai minorenni.
Tra i fattori di rischio principali figurano:
- pelle, capelli e occhi chiari;
- presenza di numerosi nei congeniti o acquisiti, specie se di grandi dimensioni;
- esposizione solare senza protezione.
Il melanoma può comparire non solo in aree esposte al sole, come gambe e tronco, ma anche in zone meno ovvie: cuoio capelluto, mani, piedi, mucose e perfino l’interno dell’occhio.
Diagnosi precoce: la chiave della sopravvivenza
La buona notizia è che, se identificato in fase iniziale, il melanoma può essere curato con la sola asportazione chirurgica, con probabilità di guarigione superiori al 90%.
Una diagnosi precoce raddoppia le possibilità di sopravvivenza, riducendo anche la necessità di terapie costose nei casi avanzati.
Lo screening dermatologico regolare, soprattutto per chi appartiene a categorie a rischio, rappresenta dunque lo strumento più efficace per salvare vite e contenere i costi sanitari.
Proprio per sottolineare quanto la prevenzione sia determinante, la settima edizione di We in Action evento dedicato alla lotta contro i tumori cutanei, organizzato a Napoli dalla Fondazione Melanoma con la guida del professor Paolo Ascierto — ha promosso un’idea di prevenzione “di squadra”.
Osservare la pelle non soltanto da soli, ma anche con l’aiuto di partner, familiari o amici, consente di monitorare anche le zone più difficili da controllare, come dorso e cuoio capelluto. Persino figure professionali come parrucchieri e barbieri possono contribuire ad accorgersi di lesioni sospette.
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Il ruolo insostituibile dello specialista
Osservare i propri nei e farsi aiutare da persone vicine è un passo importante, ma non può sostituire la valutazione del dermatologo. Solo lo specialista è in grado di stabilire, con l’ausilio della dermatoscopia e dell’analisi istologica, se una lesione cutanea sia benigna o maligna.
Come ricordato durante l’evento dal Dr. Paolo Ascierto, il melanoma si può sconfiggere solo con un lavoro di squadra, che unisce scienza, clinica e attenzione individuale. La diagnosi precoce resta l’arma più potente che abbiamo.
Fonti:
- Journal of the American Academy of Dermatology - Skin cancer