Durante la gravidanza, il corpo attraversa una vera e propria rivoluzione ormonale: alcuni cambiamenti sono maggiormente noti, altri, invece, sono più sorprendenti.
La comparsa, o l’accentuarsi, delle verruche è uno di quei fenomeni che, pur non essendo tra i più comuni, può suscitare dubbi e preoccupazioni.
Cosa succede esattamente quando le verruche si manifestano in gravidanza? Sono pericolose per il feto? È possibile curarle o bisogna aspettare il parto? Proviamo a rispondere a tutte queste domande.
Verruca in gravidanza: cos’è e perché compare?
Le verruche sono escrescenze cutanee benigne causate da alcuni ceppi del papillomavirus umano (HPV), ma non tutti i ceppi sono pericolosi: la maggior parte di quelli che provocano verruche comuni (come quelle sulle mani o sui piedi) è a basso rischio oncogeno.
In genere, si trasmettono per contatto diretto con una persona infetta o con superfici contaminate, soprattutto in ambienti umidi.
Durante la gravidanza, il sistema immunitario subisce delle modifiche fisiologiche per permettere al corpo di accogliere e non rigettare il feto: questo stato di immunotolleranza può rendere l’organismo più vulnerabile a infezioni virali, inclusa quella da HPV, oppure riattivare un’infezione preesistente che era rimasta silente.
Esiste una correlazione tra verruche e gravidanza, ma non è così netta come si potrebbe pensare: in alcune donne, la gravidanza può effettivamente favorire la comparsa di nuove verruche o l’aumento di dimensione di quelle già presenti.
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Questo accade soprattutto in aree soggette a frizione o cambiamenti ormonali, come le mani, i piedi, l’area genitale o il collo.
Tuttavia, non è detto che ogni futura mamma debba per forza confrontarsi con le verruche. Alcune potrebbero non svilupparle mai, altre invece notare un peggioramento improvviso.
Il motivo è in parte legato alla risposta immunitaria individuale, in parte all'equilibrio ormonale che varia da donna a donna.
Insomma, le verruche in gravidanza non devono diventare un motivo di ansia eccessiva. Nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di una condizione transitoria, gestibile e benigna. Con il supporto dei professionisti giusti – ginecologo, dermatologo, ostetrica – è possibile affrontare anche questo piccolo imprevisto con equilibrio.
La cosa più importante è non sottovalutare i segnali del proprio corpo, ma nemmeno lasciarsi travolgere da allarmismi. La pelle cambia, reagisce, si adatta e, come per tante altre trasformazioni della gravidanza, anche in questo caso si tratta di imparare a conoscere un nuovo equilibrio, che sarà solo temporaneo.
Verruche in gravidanza: le tipologie più comuni
Esistono due tipi principali di verruche che si possono verificare in gravidanza.
Eccole:
Verruche cutanee
Sono le verruche classiche, dure, spesso localizzate su:
- mani;
- dita;
- piedi.
Esse possono aumentare di numero durante la gravidanza, ma raramente causano complicazioni.
Possono risultare fastidiose, ma non rappresentano un pericolo diretto per la mamma o il bambino.
Condilomi genitali (verruche genitali)
I condilomi sono causati da ceppi di HPV a basso rischio oncogeno, come l’HPV 6 e 11, ma possono crescere rapidamente in gravidanza, soprattutto nel terzo trimestre, a causa dell’aumento della vascolarizzazione e del calo immunitario.
In alcuni casi rari e molto specifici, se presenti in grandi quantità o in prossimità del canale del parto, possono interferire con il parto vaginale.
In queste circostanze, il ginecologo potrebbe valutare un taglio cesareo per ridurre il rischio di trasmissione al neonato.
Le verruche in gravidanza fanno male al bambino?
In generale, no: la maggior parte delle verruche cutanee non ha alcun impatto sulla gravidanza o sul benessere del feto.
Per quanto riguarda i condilomi genitali, la trasmissione verticale dell’HPV è possibile ma rara.
Quando avviene, può manifestarsi nel neonato sotto forma di papillomatosi respiratoria ricorrente, una condizione rara ma seria, che richiede un monitoraggio specifico.
Va però sottolineato che la presenza di HPV nella mamma non comporta automaticamente un’infezione nel bambino. Il rischio è molto basso, soprattutto se i condilomi sono trattati o monitorati correttamente.
Verruche durante la gravidanza: è possibile trattarle?
Sì, ma con precauzione. Non tutti i trattamenti per le verruche sono indicati durante la gravidanza, soprattutto quelli a base di acidi cheratolitici o farmaci immunomodulanti.
Il principio generale è evitare ogni intervento non strettamente necessario.
I possibili trattamenti possono essere:
- crioterapia: congelamento della verruca con azoto liquido. È considerata sicura anche in gravidanza, se eseguita da un dermatologo esperto;
- laser o elettrocauterizzazione: in alcuni casi, può essere utilizzata per rimuovere condilomi di grandi dimensioni o posizionati in punti critici. Spesso viene rimandata al post parto, a meno che non sia urgente;
- rimozione chirurgica: molto rara e indicata solo se la lesione sanguina, cresce rapidamente o ostruisce il canale vaginale;
- attesa vigile: se le verruche sono piccole, non dolorose e non si trovano in zone problematiche, spesso i medici consigliano di attendere la fine della gravidanza. In molti casi, regrediscono spontaneamente dopo il parto, quando il sistema immunitario torna a funzionare a pieno regime.
Al contrario, i trattamenti da evitare sono:
- acido salicilico ad alte concentrazioni;
- immunostimolanti topici;
- farmaci sistemici antivirali;
- fitoterapici non controllati, anche se “naturali”.
In gravidanza, è fondamentale evitare l'automedicazione. Anche prodotti venduti liberamente in farmacia possono non essere sicuri per il feto.
La prevenzione
Non sempre si può prevenire l’insorgenza delle verruche, soprattutto se l’infezione da HPV era già presente prima della gravidanza.
Tuttavia, alcune precauzioni aiutano:
- mantenere una buona igiene cutanea, soprattutto in ambienti pubblici come piscine o palestre;
- evitare la condivisione di oggetti personali (rasoi, asciugamani, lime per unghie);
- indossare ciabatte in ambienti umidi pubblici;
- curare l’alimentazione e supportare il sistema immunitario con uno stile di vita sano;
- controlli ginecologici regolari, specialmente se si è a conoscenza di precedenti infezioni da hpv.
Per chi sta pianificando una gravidanza, il vaccino contro l’HPV è uno strumento di prevenzione utile. In Italia, è raccomandato per ragazze e ragazzi adolescenti, ma può essere valutato anche in età adulta in base al profilo individuale.
Verruche e gravidanza: quando rivolgersi al medico
Un consulto dermatologico o ginecologico è sempre indicato se:
- le verruche cambiano aspetto, diventano dolorose o sanguinano;
- compromettono la qualità della vita;
- si trovano in aree genitali o vicino al canale del parto;
- si sospetta una forma più aggressiva di HPV.
La gravidanza non è un periodo in cui si possono prendere decisioni leggere in ambito terapeutico.
Anche se si tratta di lesioni benigne, meglio avere una valutazione professionale per stabilire se intervenire o monitorare.
Cosa succede alle verruche dopo il parto?
In molte donne, le verruche tendono a regredire spontaneamente dopo il parto
Questo grazie al ripristino delle normali difese immunitarie e al calo degli ormoni che avevano favorito la loro crescita.
Tuttavia, non è sempre così: in alcuni casi persistono o continuano ad aumentare. È in quel momento che i dermatologi possono proporre trattamenti più mirati, senza le limitazioni legate alla gravidanza.
A volte, solo allora è possibile eradicare l’infezione in modo definitivo.