Quando si parla di vermi intestinali nei bambini, occorre ricordare che si tratta di un problema comune in età pediatrica – più diffuso di quanto si pensi – e che nella maggior parte dei casi si risolve facilmente, se riconosciuto in tempo.
Ma cosa sono esattamente questi vermi? Come si contraggono e quali segnali dovrebbero mettere in allerta?
Cerchiamo di rispondere a tutte queste domande.
Cosa sono i vermi intestinali nei bambini
Con il termine “vermi intestinali” si fa riferimento a diversi tipi di parassiti intestinali: i più comuni in età pediatrica sono gli ossiuri, piccoli vermi bianchi che infestano il tratto intestinale inferiore.
I principali tipi di parassiti intestinali che possono colpire i bambini, sono:
- vermi ossiuri (Enterobius vermicularis): sono i più diffusi in assoluto e si presentano come piccoli vermi bianchi, lunghi circa 1 cm, visibili a occhio nudo. Il contagio è facilissimo, soprattutto nelle comunità scolastiche o nei contesti in cui i bambini giocano insieme e condividono oggetti. Può dare via a ossiuriasi;
- vermi ascaridi (Ascaris lumbricoides): più grandi e meno comuni, gli ascaridi possono raggiungere anche i 20 cm. Fortunatamente, in Italia le infezioni da ascaridi sono rare, ma non impossibili, soprattutto nei bambini che rientrano da viaggi in zone tropicali o in aree con scarse condizioni igienico-sanitarie;
- vermi tenie (come la Taenia saginata o solium): sono vermi piatti, lunghi anche diversi metri, che si trasmettono tramite il consumo di carne cruda o poco cotta, specialmente maiale o bovino contaminato. Anche queste infezioni sono rare nei bambini, ma non impossibili.
Le cause: come avviene il contagio nei bambini
Come detto, i vermi intestinali (più comunemente ossiuri nei bambini) si trasmettono per contatto diretto o indiretto con le uova del parassita, che possono sopravvivere anche per diversi giorni su:
- superfici;
- vestiti;
- giocattoli;
- asciugamani;
- biancheria;
- sotto le unghie.
Il passaggio dalle mani alla bocca è il canale principale: è sufficiente toccare qualcosa di contaminato e poi portarsi le dita alla bocca, gesto che nei bambini piccoli è frequentissimo e spontaneo.
Ma come si prendono questi vermi che causano parassitosi? Tra le cause più frequenti ci sono:
- scarsa igiene delle mani, soprattutto dopo l’uso del bagno o prima dei pasti;
- contatto con superfici contaminate: maniglie, giochi condivisi a scuola, sabbia nei parchi pubblici;
- condivisione di oggetti personali come asciugamani, biancheria, pigiami o coperte;
- ingestione di cibi contaminati o poco lavati, in particolare frutta e verdura crude;
- contatto stretto con altri bambini infetti, in ambienti scolastici o comunitari dove il ciclo di reinfezione è molto più facile;
- animali domestici, che possono veicolare uova sulle zampe o nel pelo, anche se raramente sono ospiti diretti degli stessi vermi dei bambini.
Il rischio è maggiore nei bambini in età prescolare, proprio perché tendono a toccare tutto, mettersi le mani in bocca e ancora non hanno un controllo maturo sull’igiene personale.
Tuttavia, è possibile anche quando sono più grandi, specie se giocano all'aperto o vivono in comunità numerose, non sono esenti dal pericolo.
I sintomi dei vermi intestinali nel bambino
Il primo segnale da osservare per una parassitosi da ossiuri, spesso il più tipico, è il prurito anale – soprattutto notturno: i bambini si svegliano, si agitano e si grattano.
Questo avviene perché le femmine degli ossiuri escono di notte per deporre le uova nella zona perianale, provocando irritazione e fastidio.
Il prurito, però, non è l’unico campanello d’allarme. Altri sintomi per riconoscerli, infatti, possono includere:
- insonnia o sonno disturbato, proprio per il fastidio notturno.
- irritabilità o sbalzi d’umore, difficili da spiegare;
- dolori addominali ricorrenti, spesso senza una causa apparente;
- inappetenza o, al contrario, fame eccessiva;
- alitosi, a volte persistente;
- bruxismo notturno (digrignamento dei denti durante il sonno);
- presenza di vermetti bianchi nelle feci o nella biancheria intima (piccoli filamenti, simili a fili di cotone sottili).
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Va detto che molti bambini infetti non mostrano alcun sintomo evidente: proprio per questo motivo, se un genitore nota comportamenti insoliti o se più membri della famiglia iniziano a manifestare prurito anale, può essere il caso di indagare più a fondo.
Come diagnosticare i vermi nei bambini
La diagnosi dei vermi intestinali può sembrare complicata, ma in realtà è piuttosto semplice.
In caso di sintomi suggestivi, il pediatra può consigliare:
- esame delle feci: utile per identificare uova o parassiti nelle evacuazioni, anche se non sempre rileva l’infezione in fase iniziale;
- test dello scotch test: si tratta di un metodo casalingo molto efficace per identificare gli ossiuri. Si applica un pezzetto di nastro adesivo trasparente sulla zona anale al mattino, prima che il bambino si lavi o vada in bagno, per poi portarlo in laboratorio. Le uova del parassita, se presenti, resteranno attaccate al nastro.
Come eliminare i vermi intestinali nei bambini
I rimedi per i vermi intestinali nel bambino sono generalmente semplici e risolutivi: il medico prescrive un antielmintico, come il mebendazolo o l’albendazolo, farmaci sicuri ed efficaci, somministrati per bocca.
In genere si somministra una prima dose e, dopo due settimane, si ripete il trattamento per eliminare eventuali uova rimaste.
È importante curare tutti i membri del nucleo familiare, anche se asintomatici, per evitare reinfezioni a catena.
Accanto alla terapia farmacologica, è fondamentale rafforzare le norme igieniche domestiche:
- lavare spesso le mani, soprattutto dopo essere andati in bagno e prima dei pasti;
- tenere le unghie corte e pulite;
- cambiare la biancheria intima e il pigiama ogni giorno;
- lavare lenzuola, asciugamani e biancheria a temperature elevate;
- pulire regolarmente sanitari, maniglie e superfici.
Vermi intestinali nel bambino: la prevenzione
Anche se è impossibile evitare totalmente il rischio di essere contagiati dal verme intestinale, esistono alcune buone indicazioni da seguire per ridurre le possibilità di contagio.
Eccole:
- insegnare al bambino a lavarsi bene le mani: un gesto semplice ma potentissimo;
- prestare attenzione all’igiene delle unghie, spesso trascurate ma ricettacolo di uova invisibili;
- evitare di condividere asciugamani, biancheria o posate;
- cuocere bene carne e verdure;
- insegnare ai più piccoli a non mettere in bocca oggetti raccolti da terra.
Quando preoccuparsi e rivolgersi al medico
La maggior parte delle infezioni da vermi intestinali nei bambini non è grave e si risolve rapidamente.
Tuttavia, è importante non sottovalutare alcuni segnali:
- perdita di peso non spiegata;
- disturbi del sonno persistenti;
- presenza evidente di parassiti nelle feci;
- dolori addominali forti o prolungati;
- segni di anemia o affaticamento cronico.
In questi casi, una visita dal pediatra è d’obbligo: prima si interviene, più semplice sarà risolvere il problema.
Conoscere i segnali, sapere cosa osservare e come agire fa la differenza. Un approccio sereno, informato e senza allarmismi permette di affrontare la situazione nel modo più efficace, proteggendo la salute del bambino e la tranquillità della famiglia.