La Società Italiana di Pediatria (SIP) ha aggiornato le raccomandazioni sull’uso del digitale in età evolutiva, lanciando un chiaro allarme: ogni anno guadagnato senza smartphone è un investimento sulla salute mentale, emotiva, cognitiva e relazionale dei bambini.
Scopriamo quali sono le novità.
Le raccomandazioni principali
La Commissione sulle Dipendenze Digitali della SIP ha definito, per la prima volta, un’età critica: prima dei 13 anni, l’accesso autonomo a Internet e lo smartphone personale andrebbero evitati.
Le nuove linee guida SIP confermano e aggiornano le raccomandazioni precedenti:
- nessun dispositivo prima dei 2 anni; limitare a meno di un’ora al giorno tra i 2 e i 5 anni e a meno di due ore dopo i 5 anni, sempre sotto supervisione adulta;
- evitare accesso non supervisionato a internet prima dei 13 anni;
- rinviare l’introduzione dello smartphone personale almeno fino ai 13 anni;
- ritardare l’uso dei social media, idealmente fino ai 18 anni;
- evitare l’uso dei dispositivi durante i pasti e prima di dormire;
- incentivare attività all’aperto, sport, lettura e gioco creativo;
- mantenere supervisione, dialogo e strumenti di controllo costanti in tutte le fasce d’età;
- promuovere a scuola un’educazione digitale consapevole.
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Come spiega Rino Agostiniani, presidente della SIP, una stimolazione digitale precoce e prolungata può alterare attenzione, apprendimento e regolazione emotiva. Posticipare l’accesso autonomo a Internet e l’età del primo smartphone è un investimento in salute, equilibrio e relazioni.
Elena Bozzola, coordinatrice della Commissione Dipendenze Digitali SIP, aggiunge che ogni ora passata davanti a uno schermo è un’ora sottratta al gioco, allo sport e alla creatività: non serve demonizzare la tecnologia, ma insegnare a usarla con misura e consapevolezza.
L’impatto del digitale sulla salute dei bambini
Secondo gli studi analizzati – oltre 6.800, di cui 78 inclusi nell’analisi finale – un uso precoce e prolungato dei dispositivi digitali può avere effetti concreti e misurabili già nella prima infanzia:
- sviluppo linguistico e cognitivo: 30 minuti in più al giorno davanti a uno schermo possono raddoppiare il rischio di ritardo del linguaggio nei bambini sotto i 2 anni. L’esposizione prolungata interferisce con attenzione, apprendimento e autoregolazione emotiva;
- sonno: ogni ora aggiuntiva di schermo riduce la durata del sonno di circa 15 minuti nei bambini tra 3 e 5 anni. Negli adolescenti, l’89% dorme con il cellulare in camera, favorendo deprivazione cronica di sonno, calo di memoria e attenzione;
- salute fisica: oltre 50 minuti al giorno di schermi si associano a un maggior rischio di ipertensione pediatrica e, tra i 3 e i 6 anni, al sovrappeso. La sedentarietà e l’esposizione a pubblicità alimentare digitale aumentano ulteriormente questi rischi;
- salute mentale: l’uso intenso dei dispositivi è correlato ad ansia, sintomi depressivi, irritabilità e riduzione dell’autostima. Le adolescenti risultano più vulnerabili agli effetti della comparazione sociale e al fenomeno del Fear of Missing Out (FOMO);
- dipendenze digitali: l’uso problematico dello smartphone riguarda fino al 20% dei giovani, mentre la prevalenza del disturbo da gioco su Internet varia dall’1,7% al 10,7%. Alterazioni nelle aree cerebrali associate al controllo, decisioni ed emozioni mostrano analogie con le dipendenze da sostanze;
- salute visiva: affaticamento oculare, secchezza e miopia precoce sono in aumento, soprattutto per la ridotta esposizione alla luce naturale;
- cyberbullismo e violenza online: in crescita anche tra i più piccoli (+26% tra 10 e 13 anni), con rischio triplo di ideazione suicidaria per le vittime;
- sessualità online e pornografia: l’esposizione precoce è associata a comportamenti sessuali a rischio e fenomeni di adescamento online e sexting.
Le raccomandazioni SIP puntano a un approccio educativo condiviso tra famiglie, scuola e pediatri: la tecnologia è uno strumento straordinario, ma deve entrare nella vita dei ragazzi al momento giusto, quando hanno la maturità per gestirla.
Posticipare l’esposizione digitale, proteggere corpo e mente, promuovere esperienze reali e preservare la centralità dell’adulto restano le linee guida fondamentali per accompagnare bambini e adolescenti verso un uso equilibrato della tecnologia.
Il tutto è basato sulla regola delle 7 P:
Posticipare
Ritardare il più possibile l’accesso autonomo a Internet, allo smartphone, ai social media, ai videogiochi online e alle intelligenze artificiali interattive dona tempo allo sviluppo cerebrale, emotivo e relazionale dei minori prima che la tecnologia diventi uso quotidiano.
Proteggere
Un cervello in crescita ha bisogno di movimento, sonno regolare, relazioni dal vivo e luce naturale. Proteggere corpo e mente significa tutelare lo sviluppo cognitivo, visivo e del sonno, prima di introdurre l’uso digitale.
Preservare la presenza dell’adulto
L’adulto – genitore, educatore, pediatra – resta modello e filtro tra il bambino e la tecnologia. Preservarne la presenza significa supervisionare, dialogare, dare l’esempio con comportamenti “digitali” equilibrati.
Porre regole chiare
Stabilire limiti precisi: ad esempio niente dispositivi in camera da letto, durante i pasti o prima di dormire. Le regole aiutano a prevenire rischi legati all’uso eccessivo o inappropriato.
Promuovere la vita reale
Incentivare gioco, sport, arte, musica, natura e amicizie come esperienze insostituibili. Rafforzare empatia, regolazione emotiva e competenze sociali attraverso esperienze non digitali.
Prevenire rischi e dipendenze
Parlare apertamente di cyberbullismo, pornografia, violenza, dipendenza digitale significa educare alla consapevolezza, responsabilità e sicurezza online.
Partecipare all’educazione digitale
Famiglia, scuola e pediatri devono collaborare all’educazione all’uso critico delle tecnologie. Costruire un ecosistema educativo condiviso che guidi e protegga i più giovani.
Fonti: