Cosa sono le cisti di Tarlov
Le cisti di Tarlov sono formazioni che si sviluppano sulle radici dei nervi spinali, nel punto in cui i nervi fuoriescono dal midollo spinale. Sono piene di
liquido cerebrospinale (o liquor), il fluido trasparente che protegge e nutre cervello e midollo; nella maggior parte dei casi si localizzano nella regione sacrale, cioè alla base della colonna vertebrale.
Nelle cisti di Tarlov non c'è solo liquido. Nelle pareti o all'interno stesso della cisti possono essere presenti fibre nervose spinali. Quindi non sono cavità vuote, ma strutture che contengono tessuto nervoso. È proprio questa caratteristica a distinguerle da altre cisti della colonna e a spiegare perché, in alcuni casi, possano causare sintomi e complicazioni.
Le cisti piccole non danno nessun sintomo. Tante persone le hanno senza neanche saperlo. Vengono fuori per caso, magari facendo una risonanza per un mal di schiena, un trauma.
Le cisti grandi, quelle che causano sintomi più importanti, sono considerate anche le più rare. Sono state descritte più di 80 anni fa, ma per tanto tempo si è pensato fossero solo delle varianti anatomiche, senza un vero significato clinico.
Cause e fattori di rischio delle cisti radicolari di Tarlov
Non si conoscono ancora le cause precise delle cisti di Tarlov, ma si possono prendere come riferimento alcune ipotesi che propone la letteratura medico-scientifica.
Una teoria riguarda l'aumento della pressione del liquido cerebrospinale (liquor) o un flusso anomalo che, nei punti in cui la guaina del nervo è più fragile, spinge e forma queste sacche.
Un'altra ipotesi riguarda invece processi di infiammazione cronica attorno alle radici nervose.
Non è chiaro se il trauma sia in grado di generarle da zero o se favorisca solo l'ingrossamento e l'infiammazione di cisti già presenti, ma l'associazione è riportata in più fonti.
Oltre ai traumi, alcune condizioni di salute sembrano aumentare la predisposizione. Alcuni studi hanno rilevato un possibile legame con le malattie del tessuto connettivo, come la sindrome di Marfan o la sindrome di Ehlers-Danlos, in cui i tessuti risultano più fragili o elastici del normale.
Un altro aspetto rilevante è quello di genere. Le donne risultano più colpite degli uomini. L’età in cui le cisti diventano sintomatiche si aggira tra i 30 e i 60 anni.
I possibili fattori di rischio sono:
- alterazioni della pressione o del flusso del liquor;
- infiammazione cronica;
- traumi alla colonna, in particolare al sacro;
- malattie del tessuto connettivo;
- prevalenza nelle donne: età compresa tra i 30 e i 60 anni per le forme sintomatiche.
Quali sono i sintomi delle cisti di Tarlov?
Il quadro clinico delle cisti di Tarlov è molto variabile. La maggior parte delle persone con queste cisti, infatti, non presenta alcun disturbo. Quando però le cisti diventano sintomatiche, la natura e l’intensità dei disturbi dipendono dalla loro grandezza e dai nervi che vengono compressi o irritati.
Il sintomo più comune delle cisti di Tarlov sacrali è il dolore: un tipo di dolore radicolare, che segue il decorso del nervo interessato e che può localizzarsi nella zona lombare, al coccige, nei glutei, al perineo o irradiarsi lungo la gamba, in modo simile a una sciatica. Le caratteristiche del dolore variano: può essere un dolore sordo e profondo, bruciante o simile a una scossa elettrica.
Vediamo altri possibili sintomi associati:
Difficoltà a stare seduti
Un sintomo caratteristico è la poca tolleranza alla posizione seduta. Restare seduti a lungo intensifica il dolore in modo marcato, compromettendo la qualità di vita quotidiana.
Altri disturbi neurologici
La compressione dei nervi può causare debolezza muscolare agli arti inferiori; difficoltà a camminare; perdita di sensibilità, formicolii o intorpidimento (parestesie); riduzione dei riflessi.
Coinvolgimento di vescica e intestino
Se le cisti premono sui nervi che regolano le funzioni pelviche, possono comparire incontinenza urinaria o urgenza a urinare; stitichezza o, più raramente, alterazioni della motilità intestinale.
Altri sintomi possibili delle cisti di Tarlov
Altri sintomi possibili sono mal di testa, probabilmente legato a variazioni della pressione del liquor; disturbi sessuali; dolore pelvico cronico o addominale; sintomi più alti nella colonna (collo, spalle, braccia, torace) se le cisti non sono sacrali.
L'eterogeneità dei sintomi rende la diagnosi più difficile: le manifestazioni possono sembrare le stesse di quelle di altre patologie spinali (ernia del disco, artrosi, stenosi spinale, aracnoidite) o, nelle donne, condizioni ginecologiche e pelviche.
La situazione si complica quando le cisti coesistono con altre malattie della colonna o del bacino.
Riportiamo i sintomi in elenco per una rapida consultazione:
- dolore radicolare nella zona lombare, glutei, coccige, perineo;
- irradiazione lungo la gamba (tipo sciatica);
- dolore sordo, bruciante o a scossa;
- difficoltà a stare seduti;
- disturbi neurologici: debolezza muscolare alle gambe, difficoltà a camminare, formicolii, intorpidimento (parestesie), riduzione dei riflessi;
- problemi vescicali e intestinali;
- incontinenza o urgenza urinaria;
- stitichezza;
- mal di testa;
- disturbi sessuali;
- dolore pelvico o addominale;
- disturbi a collo, spalle, braccia o torace (se le cisti non sono sacrali).
Diagnosi delle cisti di Tarlov
La diagnosi delle cisti di Tarlov richiede prima di tutto un sospetto clinico, perché come premesso
i sintomi possono essere vari e facilmente confusi con altre patologie della colonna.
Proprio per questo motivo si raccomanda di rivolgersi a specialisti con esperienza diretta in questa condizione, come neurochirurghi o neurologi.
Ecco i possibili esami specialistici:
Risonanza magnetica
L’esame principale è la risonanza magnetica della colonna vertebrale, che permette di individuare chiaramente la presenza delle cisti, localizzarne la posizione, definirne le dimensioni e valutarne i rapporti con le radici nervose.
Esami di secondo livello
In alcuni casi può essere utile la mielo-TC, ossia una TAC con mezzo di contrasto iniettato nel liquor per verificare se il liquido cerebrospinale entra ed esce dalla cisti. Si tratta di un esame piuttosto particolare, che sarà lo specialista ad indicare.
Test urodinamici
Quando i disturbi riguardano la vescica può essere utile sottoporsi a test urodinamici, che aiutano a comprendere meglio l'impatto delle cisti sul controllo urinario.
Come curare le cisti di Tarlov
Nella maggior parte dei casi le cisti di Tarlov asintomatiche non richiedono alcun trattamento. Può essere sufficiente un controllo periodico con risonanza magnetica per monitorarne le dimensioni, senza altre terapie.
Ecco i possibili trattamenti:
Terapie conservative
Quando invece compaiono sintomi importanti, il primo approccio è di tipo conservativo, con l'obiettivo di ridurre dolore e disturbi neurologici. In questi casi si assumono:
-
farmaci analgesici comuni, come paracetamolo e FANS;
-
farmaci specifici per il dolore neuropatico, come gabapentin e pregabalin;
-
oppioidi, nei casi più gravi e resistenti, utilizzati con cautela.
Alle terapie farmacologiche si possono associare trattamenti non farmacologici:
-
infiltrazioni locali di cortisone, per ridurre l'infiammazione;
-
TENS (stimolazione elettrica transcutanea) per modulare la percezione del dolore.
Procedure mininvasive
In alcuni casi si ricorre a procedure interventistiche, che non sono veri interventi chirurgici:
-
aspirazione del liquido dalla cisti, guidata da TAC;
-
iniezione di colla di fibrina o di tessuto autologo (grasso o muscolo del paziente) all’interno della cisti, con lo scopo di sigillarla e ridurre la possibilità che si riempia di nuovo.
Chirurgia delle cisti di Tarlov
La chirurgia è l'ultima soluzione terapeutica, riservata ai casi di cisti radicolare sacrale di Tarlov con sintomi gravi e invalidanti, che non rispondono alle terapie conservative.
Le tecniche utilizzate sono:
-
laminectomia: rimozione di una piccola porzione di osso vertebrale per ridurre la compressione sui nervi;
-
fenestrazione: apertura della cisti per drenare il liquido;
-
imbricazione microchirurgica: riparazione e chiusura della parete della cisti per isolarla dal flusso di liquor;
- in alcuni casi, asportazione chirurgica della cisti, operazione complessa e rischiosa per la presenza di fibre nervose al suo interno.
FAQ – Domande frequenti sulle cisti di Tarlov
Vediamo dei dubbi comuni sulla formazione di una cisti di Tarlov:
Cosa significa "cisti di Tarlov S2"?
La dicitura “cisti di Tarlov S2” indica che la cisti si trova a livello della seconda vertebra sacrale (S2), una delle sedi più frequentemente coinvolte. Questa localizzazione può spiegare sintomi come dolore lombare, sacrale o irradiato alle gambe.
Che rapporto c'è tra lombosciatalgia e cisti di Tarlov?
Alcune cisti di Tarlov, se sintomatiche, possono comprimere i nervi e provocare dolore che si irradia lungo la gamba, simile a una sciatica (lombosciatalgia). Per questo motivo possono essere confuse con ernie del disco o stenosi spinale.
Esiste un legame tra sclerosi multipla e cisti di Tarlov?
Non ci sono prove scientifiche di un legame diretto tra sclerosi multipla e cisti di Tarlov, ma i sintomi neurologici (formicolii, debolezza, disturbi urinari) possono essere simili e generare confusione. Per questo la diagnosi differenziale è importante: serve distinguere le due condizioni con esami clinici e di imaging.
Esistono degli esercizi per cisti di Tarlov?
Non esistono protocolli di esercizi validati scientificamente per le cisti di Tarlov. Alcuni pazienti riferiscono beneficio da attività a basso impatto come stretching delicato, yoga dolce o esercizi di rinforzo del core, purché supervisionati da fisioterapisti esperti.
Funziona l'agopuntura per le cisti di Tarlov?
Ad oggi non ci sono evidenze scientifiche solide che dimostrino l'efficacia dell'agopuntura sulle cisti di Tarlov.
Alcuni pazienti trovano sollievo dal dolore cronico, ma va comunque considerata una terapia complementare e non sostitutiva delle cure mediche raccomandate.
Quali sono le possibili complicanze in caso di cisti di Tarlov non trattate?
Anche se rare, le cisti radicolari di Tarlov non trattate possono dare complicazioni importanti:
- dolore cronico;
- erosione ossea: la pressione prolungata di cisti di grandi dimensioni può rimodellare o erodere il sacro, fenomeno noto come scalloping osseo;
- danni neurologici permanenti, con perdita di forza, sensibilità o controllo di vescica e intestino;
- rottura della cisti, evenienza molto eccezionale ma possibile, con rischio di emorragie.