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Emiplegia

Neurologia
Un fisioterapista o un assistente aiuta e supporta un'anziana paziente colpita da ictus, aiutandola a stare in piedi e a camminare con un deambulatore a casa

Cos'è l'emiplegia

L’emiplegia è una paralisi che colpisce solo un lato del corpo, destro o sinistro, a causa di un danno cerebrale che può accadere prima della nascita (emiplegia congenita), durante il parto oppure nei primi anni di vita.

Invece, quando l'emiplegia si manifesta in età adulta, la causa più frequente è l'ictus ischemico o emorragico.
 
Rispetto all’emiparesi, che è una debolezza parziale, l'emiplegia è più grave perché blocca del tutto i movimenti di un lato del corpo.

Qual è la differenza tra emiplegia e emiparesi?

La differenza tra emiplegia e emiparesi riguarda la gravità della perdita di movimento nella metà del corpo interessata:

  • emiplegia: paralisi completa di una metà del corpo (destra o sinistra). In pratica non si possono muovere i muscoli della parte interessata;
  • emiparesi: debolezza o perdita parziale della funzione motoria nella metà del corpo colpita. Il movimento è ridotto, ma non del tutto assente.

Sintomi dell'emiplegia

Chi ha l'emiplegia, ha una metà del corpo (destra o sinistra) colpita da paralisi o da grave difficoltà di movimento. Nei bambini la differenza tra il lato emiplegico del corpo (quello colpito) e quello sano, si manifesta in modo più evidente. Il piccolo usa la mano e la gamba del lato sano, mentre il lato coinvolto rimane più immobile o rigido.

Se la lesione avviene molto presto (prima dei 12 mesi), il bambino mostra una "predilezione" per una mano (per esempio, usa sempre la mano sana), anche se i più piccoli non hanno ancora una mano preferita. La mano del lato colpito può restare chiusa a pugno.

Altri sintomi sono:

  • il ritardo o la difficoltà a camminare o a mantenere l'equilibrio;
  • la tendenza a camminare in punta di piedi sul lato colpito;
  • i muscoli del lato affetto più rigidi o tesi (spasticità).
Se l’emiplegia compare all'improvviso, può essere accompagnata da sintomi acuti:

  • perdita di movimento di metà viso;
  • difficoltà a parlare (disartria);
  • perdita del linguaggio;
  • debolezza e intorpidimento su un lato del corpo.
Questi segnali possono indicare un ictus.

Oltre alla debolezza fisica, i bambini con emiplegia possono avere anche altri problemi legati alla lesione cerebrale:

  • crisi epilettiche (che possono comparire subito o anche anni dopo);
  • difficoltà di apprendimento e di linguaggio (sia nella comprensione che nell’espressione);
  • problemi sensoriali (per esempio, vista ridotta o percezione sensoriale alterata);
  • disturbi comportamentali o psicologici.

Cause dell'emiplegia

Nei bambini, molte cause di emiplegia possono essere eventi che si verificano intorno alla nascita (periodo perinatale), con una diagnosi di paralisi cerebrale emiplegica:

  • ictus;
  • malformazioni cerebrali;
  • lesioni dovute a prematurità;
  • mancanza di ossigeno (lesione ipossica);
  • infezioni e sanguinamento cerebrale.
Nei bambini più grandi, invece, l'emiplegia può derivare da:

  • ictus;
  • tumori cerebrali;
  • emorragie cerebrali;
  • infezioni cerebrali o traumi fisici.
L'ictus nei neonati e nei bambini può essere causato da problemi ereditari che fanno coagulare troppo il sangue (e quindi si possono formare dei "tappi" nei vasi sanguigni, oppure si possono avere emorragie) o da malattie del cuore presenti già dalla nascita, che portano alla formazione di coaguli.

L'emiplegia può essere anche temporanea, per esempio dopo una crisi convulsiva, un forte mal di testa (emicrania) o un attacco ischemico transitorio, cioè un breve momento in cui il sangue o l'ossigeno arrivano meno al cervello. In questi casi, la difficoltà di movimento passa dopo poco tempo.

Come viene diagnosticata l'emiplegia?

Per scoprire se una persona ha l’emiplegia si fa una risonanza magnetica (MRI) del cervello. Questo esame permette di vedere molto bene cosa succede nel cervello e di trovare eventuali danni che hanno causato la paralisi.

Se la situazione è urgente, il medico può chiedere prima una TAC (tomografia computerizzata) e poi, quando possibile, una risonanza magnetica. Oltre a questi esami, si possono fare altri controlli:

  • angiogrammi: esami speciali che servono a vedere i vasi sanguigni del cervello:
  • esami del cuore: elettrocardiogramma (ECG) e ecocardiogramma (ECHO) per controllare se il cuore funziona bene. I problemi al cuore, infatti, possono causare l'ictus;
  • analisi del sangue: per vedere se ci sono problemi nella coagulazione del sangue.

Trattamento dell'emiplegia

La prima cosa da fare è curare la malattia o l'evento che ha provocato la paralisi, cioè quello che ha danneggiato il cervello. In questo modo si cerca di evitare che il problema peggiori o che si verifichino altri danni.

Il danno al cervello che ha causato l'emiplegia non si può cancellare, ma se la causa può essere curata subito (per esempio un'infezione cerebrale acuta o un ictus), bisogna intervenire il prima possibile per fermare il peggioramento.

Dopo aver curato la causa, il trattamento si concentra sulla riabilitazione, cioè su tutto quello che serve per aiutare la persona a migliorare le sue capacità e a vivere meglio.

In questa fase possono essere coinvolti diversi specialisti:

  • neurologi: esperti del cervello e del sistema nervoso;
  • specialisti della riabilitazione: aiutano a recuperare le funzioni perse;
  • specialisti dello sviluppo: soprattutto nei bambini;
  • terapisti: come fisioterapisti, terapisti occupazionali e logopedisti.
I fisioterapisti aiutano a muovere meglio il corpo e a fare esercizi per la mobilità, mentre i terapisti occupazionali aiutano nelle attività di ogni giorno e nei movimenti più delicati. A volte possono essere consigliati anche tutori o altri strumenti per aiutare a muoversi meglio. Inoltre, i logopedisti si occupano dei problemi alla deglutizione o alla parola e, in alcuni casi, si possono usare farmaci o iniezioni di tossina botulinica per ridurre la rigidità dei muscoli (spasticità).

Bambini con emiplegia: un focus

Quello che accadrà dipende da diversi fattori: la causa che ha provocato la paralisi, quanto è grande e dove si trova la lesione nel cervello, se ci sono problemi di pensiero o di linguaggio e quanto sono deboli i muscoli.

Il danno al cervello rimane, ma il cervello ha la capacità di "aggiustarsi" e creare nuove connessioni tra le sue parti; questo permette di recuperare molte funzioni nel tempo, soprattutto se si fanno le giuste terapie. Molti bambini con emiplegia, infatti, imparano a camminare da soli e possono andare a scuola normalmente, diventando autonomi da adulti.

L'emiplegia può comunque lasciare alcune difficoltà che durano tutta la vita, a seconda della causa e di altri fattori. Le difficoltà più lievi possono riguardare i movimenti, una camminata un po' strana, qualche problema a trovare le parole o a concentrarsi.

Le difficoltà più gravi possono invece influire sulla capacità di ragionare, di organizzarsi e di andare bene a scuola.
Dr. Christian Raddato Medico Chirurgo
Dr. Christian Raddato
medico generale

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