Cos'è la polifagia o iperfagia compulsiva?
La polifagia, nota anche come iperfagia, è una condizione in cui si avverte un continuo senso di fame, che spinge a mangiare molto più del necessario, anche se il corpo non ne ha bisogno.
La polifagia va indagata per scoprirne le cause, che possono essere sia di origine organica che psicologica; può essere episodica, durare poco, o diventare un problema cronico e, dunque, protrarsi nel tempo.
Tra le condizioni sottostanti possono esserci problemi metabolici come il diabete, squilibri ormonali come l’ipertiroidismo, disturbi dell’umore come ansia e depressione, alcuni problemi legati al comportamento alimentare, oppure una reazione ad alcuni farmaci.
La polifagia non è una malattia vera e propria, ma piuttosto il sintomo di qualcosa che non va a livello fisico e/o mentale.
Non va confusa con il normale senso di fame che può comparire dopo uno sforzo fisico intenso o un'attività impegnativa.
A differenza dell'appetito normale, fisiologico, che si placa una volta soddisfatto con il cibo, nella polifagia il bisogno di mangiare continua anche dopo aver consumato pasti abbondanti.
È un impulso continuo e difficile da controllare, che può spingere la persona a cercare quantità di cibo superiori rispetto alle proprie abitudini o necessità reali.
Il termine deriva dal greco e significa "mangiare tanto", descrive una sensazione di appetito insaziabile che non si soddisfa neanche dopo un pasto abbondante.
Quali sono le cause della iperfagia?
Di seguito, le cause più ricorrenti della polifagia (aumento dell'appetito).
La dieta alimentare non equilibrata
Una dieta ricca di carboidrati e grassi poco salutari e povera di nutrienti sazianti come fibre e proteine può portare a sentire nuovamente fame poco dopo aver mangiato. Inoltre pasti non bilanciati dal punto di vista dell’equilibrio compositivo in macronutrienti possono portare a rapide fluttuazioni glicemiche con conseguente senso di fame e precoce necessità di nuova assunzione di cibo.
Una dieta sana si basa sull'integrazione di una varietà di cibi, tra cui: frutta e verdura, cereali integrali, legumi, carne magra e pesce.
Dormire poco
Anche la qualità del sonno è importante. Non dormire a sufficienza, infatti, può rendere più difficile per il corpo controllare i livelli degli ormoni che regolano la fame.
Diversi studi confermano che la
privazione di sonno o una sua scarsa qualità alterano i livelli degli ormoni che regolano la fame, in particolare aumentando la
grelina (che stimola l’appetito) e riducendo la
leptina (che favorisce il senso di sazietà).
Questo squilibrio ormonale rende più difficile controllare la fame e può portare a un aumento dell'appetito e ricerca di cibo.
Disturbi del sonno, come
l'apnea notturna, possono indurre, indirettamente, a mangiare di più perché sono associati a una
maggiore probabilità di sviluppare gli squilibri ormonali che stimolano un maggior senso di fame.
Stress
La fame estrema in situazioni di stress o ansia può anche essere una risposta emotiva utilizzata per affrontare le emozioni negative.
Come dimostrano alcuni
studi condotti in questo ambito, lo stress cronico porta a un aumento di un ormone, il
cortisolo, che il corpo rilascia e che stimola l'appetito, aumentando la fame e la ricerca di cibi calorici.
Sindrome premestruale (PMS)
I cambiamenti ormonali associati al ciclo mestruale (
sindrome premestruale) possono causare fame eccessiva, a volte con intense voglie di carboidrati e grassi.
Disfunzioni metaboliche
Disfunzioni metaboliche come il
diabete mellito (la polifagia è considerata uno dei tre sintomi di diabete).
Nel diabete, soprattutto quello di tipo 1 ma anche nel
diabete tipo 2 se non controllato, la fame eccessiva è un sintomo comune, insieme alla sete intensa e alla necessità di urinare spesso.
Senza abbastanza insulina o con insulina che non funziona bene, infatti, lo zucchero nel sangue non riesce a entrare nelle cellule per dare energia. Il corpo, sentendo questa mancanza, reagisce facendo venire ancora più fame, anche se lo zucchero nel sangue è già alto.
Nel diabete di tipo 1, questa fame può essere molto forte e, nonostante si mangi di più, si può comunque perdere peso, perché il corpo inizia a usare grassi e muscoli per ottenere energia. Se il diabete non viene curato, la situazione può peggiorare fino a diventare pericolosa (chetoacidosi diabetica).
Ipoglicemia
L'
ipoglicemia, ovvero il basso livello di zucchero nel sangue, porta all'aumento dell'appetito che può essere causato anche da livelli di glucosio nel sangue anormalmente bassi. Questa condizione è frequente nei pazienti con disturbi dell’equilibrio glicemico e insulino-resistenza.
Ipertiroidismo
Squilibri ormonali come
l'ipertiroidismo, che si verifica quando la tiroide produce ormoni in eccesso. Gli ormoni tiroidei controllano molte funzioni corporee, inclusa la velocità del metabolismo, dunque un eccesso può aumentare l'appetito.
Disturbi psicologici
Disturbi dell'umore, tra cui ansia e depressione, e alcune condizioni psichiatriche.
Disturbi dell’umore come ansia e depressione, così come altre condizioni psichiatriche, sono associate a un aumento dell’appetito e a episodi di polifagia.
Diversi studi hanno evidenziato che le persone con disturbi mentali corrono un rischio maggiore di sviluppare comportamenti alimentari disfunzionali e obesità, come risposta a stati emotivi negativi o a una difficoltà nella regolazione delle emozioni.
L'associazione tra depressione e alterazioni dell'appetito si registra anche in pazienti con patologie croniche come il diabete di tipo 2.
Disturbi dell'alimentazione
Nella bulimia, si verificano episodi ricorrenti di abbuffate seguiti da comportamenti compensatori (come vomito autoindotto o utilizzo di lassativi). Nel binge eating, invece, le abbuffate portano a sovrappeso e obesità.
Questi disturbi sono caratterizzati da una perdita di controllo sull'assunzione di cibo e da un forte disagio psicologico dopo le abbuffate.
Effetti collaterali di alcuni farmaci
Assumere alcuni farmaci, come i
corticosteroidi, può causare l'aumento di appetito e della fame, portando a polifagia.
Gli effetti collaterali dei corticosteroidi, però, non riguardano solo alterazioni metaboliche come iperglicemia e aumento di peso, ma anche disturbi neuropsichiatrici che possono modificare il comportamento alimentare. Uno
studio ne indaga i vari aspetti.
Rare condizioni mediche
Alcune patologie rare sono caratterizzate da episodi di polifagia.
La
sindrome di Kleine-Levin è una
malattia neurologica che si manifesta con crisi ricorrenti di ipersonnia, iperfagia e alterazioni comportamentali.
La
sindrome di Prader-Willi, invece, è una
malattia genetica che comporta disfunzione dell'ipotalamo e un'insaziabile sensazione di fame, con conseguente rischio di obesità grave fin dall'infanzia.
Quali problematiche presenta un paziente con polifagia?
L'iperfagia, o
aumento dell'appetito, può portare a sovrappeso e obesità, se l'appetito cronico non viene trattato.
Queste condizioni aumentano il rischio di problemi di salute come malattie cardiache, diabete di tipo 2, apnea notturna, steatosi epatica e disfunzioni ormonali.
Il diabete può essere sia una causa che una conseguenza dell'iperfagia:
-
causa: nel diabete non controllato la fame è intensa;
-
effetto: l'obesità dovuta a iperfagia aumenta il rischio di sviluppare il diabete.
Come si diagnostica la polifagia
Prima di tutto si deve appurare che la causa della fame eccessiva non sia collegata a condizioni di salute, come diabete o alle altre patologie sopra menzionate.
Il percorso diagnostico si articola in più fasi.
Anamnesi dettagliata
Inizia con la raccolta delle informazioni sulla storia clinica del paziente, tra cui:
- presenza di altri sintomi associati;
- da quanto tempo si manifesta l'eccesso di appetito;
- abitudini alimentari e stile di vita;
- eventuali precedenti familiari di malattie metaboliche o endocrine.
Esame obiettivo
Segue una valutazione clinica, durante la quale il medico osserva lo stato generale del paziente per rilevare eventuali segni fisici utili alla diagnosi. Sarebbe utile in questa fase svolgere una valutazione completa dello stato nutrizionale.
Esami di laboratorio
In base a quanto emerso, il medico può ritenere utile o necessario prescrivere alcuni test diagnostici, tra cui:
-
controllo della glicemia: misurazioni dei livelli di glucosio nel sangue per il diabete. La presenza contemporanea di sintomi come sete intensa (polidipsia) e minzione frequente (poliuria) può rafforzare il sospetto;
-
esami della funzione tiroidea: utili per verificare la presenza di ipertiroidismo;
- ulteriori indagini: a seconda del quadro clinico, possono essere richiesti altri esami per escludere o confermare diverse condizioni mediche.
Come si cura l'iperfagia
Innanzitutto bisogna indagare e, eventualmente, affrontare la condizione clinica che provoca l'eccessiva sensazione di fame. Nel caso, ad esempio, la polifagia sia la conseguenza di diabete non controllato, ipertiroidismo o sindrome premestruale.
In altri casi potrebbe essere necessario cambiare le proprie abitudini alimentari, seguire un'alimentazione più sana ed equilibrata, praticare attività fisica regolare, dormire a sufficienza.
Se all'origine della polifagia vi sono disturbi emotivi o psichiatrici, come ansia, depressione o disturbi del comportamento alimentare, sarà utile l'intervento di uno specialista (psicologo, psicoterapeuta o psichiatra).
Come si lega la Polifagia al Diabete?
La polifagia è uno dei principali sintomi del diabete. L'organismo, non riuscendo a usare il glucosio, aumenta la fame che non si risolve mangiando e può peggiorare la glicemia.
La Polifagia può essere causata da bassi livelli di zucchero nel sangue?
Sì, l'ipoglicemia può causare aumento dell'appetito.
Quando si dovrebbe cercare assistenza medica per la Polifagia?
Se la fame eccessiva è persistente o improvvisa, non passa dopo aver mangiato o si associa a sintomi come sete e minzione frequente, è bene rivolgersi al medico