Ogni 21 ottobre si celebra la Giornata Mondiale dell’Ascolto, un’occasione per riflettere su un gesto tanto semplice quanto rivoluzionario: ascoltare davvero. In un mondo dominato da notifiche, parole sovrapposte e attenzione frammentata, riscoprire il silenzio e la presenza può diventare un atto di cura profonda.
L’ascolto autentico non si limita al sentire, ma implica concentrazione, empatia e sospensione del giudizio. E proprio su questo tema si concentra un recente studio condotto presso l’Università di Deusto, in Spagna, che esplora il valore dell’ascolto empatico nel contesto educativo.
I risultati mostrano come tale competenza non solo migliori la relazione tra insegnanti e studenti, ma favorisca anche un ambiente più sicuro, inclusivo e stimolante per l’apprendimento.
L’ascolto empatico: più di un gesto, una competenza
Secondo i ricercatori, l’ascolto empatico rappresenta la forma più evoluta di comunicazione: non si tratta di comprendere le parole, ma di coglierne i significati emotivi. Mettersi nei panni dell’altro, accogliere il suo vissuto e restituirgli comprensione diventa un esercizio di attenzione consapevole.
Il lavoro, pubblicato sulla rivista Education Sciences nel marzo 2025, ha coinvolto 38 insegnanti di scuole primarie della Comunità Autonoma dei Paesi Baschi. Gli autori hanno analizzato le percezioni dei docenti sul proprio modo di ascoltare e sull’impatto di questa abilità in classe.
Dai dati emerge un elemento chiave: l’ascolto autentico contribuisce a ridurre i comportamenti problematici, a migliorare la gestione delle emozioni e a potenziare il senso di appartenenza degli alunni.
Quando un bambino si sente davvero ascoltato, tende a partecipare con più serenità, a esprimersi meglio e a sviluppare maggiore fiducia in sé e negli altri.
Dalla teoria alla pratica: la voce dei docenti
I partecipanti allo studio descrivono l’ascolto come un processo che richiede tempo, presenza e capacità di sospendere il giudizio. “Dare spazio e tempo per ascoltare” è una delle strategie più citate.
Molti insegnanti sottolineano l’importanza di creare momenti dedicati, spesso nelle prime ore della mattina o durante le pause, per consentire agli studenti di condividere emozioni, dubbi o piccoli problemi quotidiani.
Oltre il 60% dei docenti intervistati evidenzia che l’ascolto empatico aiuta a costruire un legame di fiducia con gli alunni e a prevenire i conflitti. “Ascoltare significa far sentire gli studenti più sicuri e tranquilli”, afferma una delle insegnanti coinvolte nello studio. La possibilità di essere compresi favorisce la coesione del gruppo e trasforma la classe in uno spazio di dialogo e rispetto reciproco.
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L’empatia come valore condiviso
L’ascolto empatico non giova soltanto agli studenti, infatti gli insegnanti che lo praticano riferiscono un aumento della soddisfazione professionale e una diminuzione dello stress legato alla gestione delle dinamiche di classe.
Un clima di ascolto condiviso aiuta a gestire le difficoltà relazionali e restituisce senso al ruolo educativo.
La ricerca spagnola conferma quindi ciò che la Giornata Mondiale dell’Ascolto vuole ricordare: ascoltare è un atto di cura. Che si tratti di un’aula scolastica, di una relazione professionale o familiare, imparare a prestare attenzione autentica può migliorare la qualità della vita e delle comunità.
E la conferma arriva anche dal mondo della salute: una meta-analisi pubblicata su JAMA Network Open nel 2024 ha mostrato che un ascolto empatico da parte dei medici si associa a una riduzione significativa del dolore percepito e a una migliore alleanza terapeutica con i pazienti.
In altri termini, l’empatia non solo educa, ma cura, dentro e fuori la scuola.
Fonti:
- Education Sciences - Teaching with Ears Wide Open: The Value of Empathic Listening
- JAMA Network - Physician Empathy and Chronic Pain Outcomes