Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Computers in Human Behavior e condotto dal dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca, fa emergere interessanti novità riguardo al disagio psicologico che può generare il ghosting, ovvero l’interruzione improvvisa e senza spiegazioni di ogni forma di comunicazione.
Questa, infatti, a differenza del rifiuto esplicito sembra generare un disagio emotivo che tende a persistere nel tempo. Ma scopriamo più nel dettaglio le implicazioni di questa ricerca.
Ostracismo digitale
Si tratta del primo lavoro ad osservare, in tempo reale, le reazioni delle persone al ghosting, superando i limiti delle ricerche basate su ricordi o scenari ipotetici.
Gli psicologi di Milano-Bicocca hanno combinato un approccio sperimentale con questionari quotidiani, monitorando l’evoluzione delle reazioni psicologiche a confronto con quelle scatenate da un rifiuto esplicito.
L’obiettivo non era indagare la fine di una relazione amorosa in senso stretto, ma le conseguenze dell’interruzione improvvisa di una comunicazione interpersonale, ossia una forma di esclusione sociale digitale.
Gli autori dello studio, infatti, considerano il ghosting una forma di ostracismo, capace di produrre disagio in contesti romantici, amicali o professionali.
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I partecipanti hanno preso parte a conversazioni quotidiane via chat con un partner (collaboratore dello studio) e hanno compilato questionari giornalieri sulle proprie emozioni e percezioni.
A metà dell’esperimento, alcuni soggetti sono stati improvvisamente ignorati, simulando il ghosting; altri hanno ricevuto un rifiuto esplicito, mentre il resto ha continuato a comunicare normalmente.
Questo metodo ha permesso di osservare l’evoluzione del disagio emotivo nel tempo, mostrando come il silenzio prolungato del ghosting generi effetti più persistenti rispetto al rifiuto diretto.
Ghosting, il dolore invisibile
Come spiegano gli autori della ricerca, entrambi i fenomeni attivano risposte negative e minacciano bisogni psicologici fondamentali, ma il ghosting mantiene le persone in uno stato di incertezza che impedisce la chiusura emotiva.
Il rifiuto esplicito provoca una reazione intensa ma relativamente breve, seguita da un progressivo recupero. Il ghosting, invece, lascia confusione e incertezza, ostacolando l’elaborazione dell’esperienza e prolungando sentimenti negativi come dolore e senso di esclusione.
Chi subisce ghosting tende inoltre a percepire l’altra persona come meno morale rispetto a chi esprime un rifiuto diretto.
Lo studio ha messo in discussione l'idea diffusa secondo cui nelle relazioni brevi o poco profonde "sparire" sia un modo più delicato per chiudere il rapporto.
Contrariamente a quanto si pensi, i risultati evidenziano che la comunicazione conta, anche quando si decide di chiudere una relazione considerata poco importante. Comprendere come si reagisce al ghosting può aiutare a gestire meglio le “rotture digitali” e a promuovere interazioni più consapevoli ed empatiche online.
Fonti:
- Science Direct – The phantom pain of ghosting: Multi-Day experiments comparing the reactions to ghosting and rejection
- Università degli Studi di Milano Bicocca – Ghosting: il silenzio che ferisce più di un rifiuto. Lo studio di Milano-Bicocca
- Comptuers in Human Behavior – The phantom pain of ghosting: Multi-Day experiments comparing the reactions to ghosting and rejection (PDF)