Il Masturbation Gap: perché anche il piacere è un privilegio di genere

Federica Ferrajoli | Psicologa

Ultimo aggiornamento – 20 Febbraio, 2025

Donna nera in piedi che tocca un'arancia rossa con le dita

Il piacere sessuale è un aspetto fondamentale del benessere individuale, ma non tutti vi hanno accesso allo stesso modo

E se pensiamo al masturbation gap, ci rendiamo conto che, per quanto possa sembrare un tema da "chiacchiere da bar", la realtà è che le donne si concedono molto meno a quest’esperienza rispetto agli uomini.

Perché? Perché nel grande show della sessualità, la performance maschile è sempre stata un po' come il primo violino, mentre quella femminile è stata relegata a... Un impercettibile suono di sottofondo; la socializzazione, la cultura e la storia hanno fatto il resto, facendo sì che la sessualità femminile venisse sempre più benedetta ma poco esplorata.

Ecco perché è fondamentale analizzare le cause di questo divario, non solo per capire cosa impedisce a molte donne di vivere liberamente l’autoerotismo, ma anche superare i tabù e finalmente, spero, poter ridere di questa antica e strana vergogna!

Le cause del masturbation gap

Ma perché tutta questa vergogna?

Il masturbation gap è il prodotto di una lunga tradizione di norme sociali e culturali che hanno regolato la sessualità in modo differente per uomini e donne. 

Mentre la masturbazione maschile è spesso normalizzata, incoraggiata e persino celebrata nei media e nella cultura popolare, quella femminile è ancora avvolta da un alone di vergogna e silenzio. 

Questa disparità ha radici profonde nei ruoli di genere, che hanno storicamente educato le donne a considerare la propria sessualità come qualcosa di legato alla riproduzione o al piacere dell’altro, piuttosto che come una fonte di benessere personale. Agli uomini, invece, viene spesso insegnato che il proprio desiderio sessuale è naturale e… Inevitabile.

Un altro fattore determinante, si sa, è la scarsa educazione sessuale, che spesso si limita agli aspetti biologici e riproduttivi, tralasciando il piacere sessuale e l'importanza della masturbazione come forma di esplorazione e conoscenza di sé. 

Tanto per dirne una: quante persone, giovani e meno giovani, conoscono la differenza tra “vulva” e “vagina”? E la clitoride, ammesso che se ne conoscano gli usi e costumi, dove cavolo è


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A questo si aggiunge l’influenza di alcuni contesti culturali e religiosi, che continuano a demonizzare la masturbazione, soprattutto quella femminile, associandola a peccato, impurità o immoralità. La donna angelicata non cade lontano dalla Chiesa, insomma. 

Come non menzionare, infine, la rappresentazione mediatica della sessualità che contribuisce a rafforzare questi schemi, mostrando il piacere femminile quasi esclusivamente come derivante dal rapporto con un partner (il più delle volte un rapporto penetrativo, l’unico vero “rapporto completo” degno di essere definito tale) e trascurando del tutto la masturbazione come pratica naturale e salutare.

Le conseguenze psicologiche e relazionali

Dopo una carrellata di cause che “chi più ne ha più ne metta”, passiamo alle conseguenze del masturbation gap; e ripercussioni di questo fenomeno sul benessere psicologico e sulle dinamiche relazionali delle donne sono significative. 

Questa disparità non si limita a qualche risatina nervosa quando si nomina l’argomento, ma ha effetti concreti sulla vita delle donne. Il senso di colpa e di vergogna associato all’autoerotismo femminile compromettono enormemente il rapporto con la propria sessualità e incidono sulla propria autostima generale. 

Perché in effetti, se ci pensiamo, chi non esplora il proprio corpo e il proprio piacere ha più difficoltà a comunicare i propri desideri, e questo si riflette nelle relazioni intime (e non solo!). Se non sai cosa ti piace, come puoi spiegarlo a qualcun altro?

Spoiler: non puoi.

Ecco perché il masturbation gap e l’orgasm gap sono fenomeni strettamente connessi: se le donne ricevono meno “incoraggiamento” all’autoerotismo, avranno anche meno consapevolezza del proprio corpo e delle proprie preferenze sessuali, il che può tradursi in una minore capacità di raggiungere l’orgasmo durante il sesso. 

L’orgasm gap evidenzia come nelle relazioni eterosessuali gli uomini abbiano un tasso di orgasmo significativamente più alto rispetto alle donne. Ci stupisce? Non credo proprio.

E quindi, che si fa?

Affrontare il masturbation gap significa decostruire gli stereotipi e promuovere una maggiore apertura sul tema della sessualità femminile. 

Un primo passo fondamentale è l’introduzione di un’educazione sessuale più inclusiva, che non si limiti agli aspetti riproduttivi, ma che normalizzi la masturbazione e il piacere sessuale come parte del benessere globale della persona.

Oltre all’educazione e alla rappresentazione nei media, è essenziale, banalmente, parlarne: parlare di masturbazione femminile senza tabù, nei media, nei contesti educativi come nelle conversazioni quotidiane, può contribuire a cambiare la percezione sociale del tema.

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In conclusione, il masturbation gap è il risultato di secoli di condizionamenti che hanno reso il piacere femminile un argomento scomodo e poco discusso. 

Ma il vento sta cambiando: sempre più donne rivendicano il diritto di vivere la propria sessualità in modo libero e senza sensi di colpa. E il primo passo per superare questo divario è aprirsi a riguardo, senza imbarazzi e con la consapevolezza che il piacere non ha genere.

E chissà, magari un giorno arriveremo a un mondo in cui una donna potrà dire “Sì, mi masturbo” con la stessa leggerezza con cui confessa di aver finito un’intera stagione di una serie TV in una notte.

Federica Ferrajoli | Psicologa
Scritto da Federica Ferrajoli | Psicologa

Psicologa Clinica, Sessuologa Clinica e Consulente di Coppia che si sta specializzando in Psicoterapia psicoanalitica. Nel mio lavoro clinico assume un ruolo prioritario l’impegno volto alla de-costruzione di un'eredità culturale disfunzionale per ricostruire intorno a sé un pianeta in cui sentirsi sicuri nella continua ricerca del proprio benessere.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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