Cibi scaduti: i termini limite che non conosci

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 13 Ottobre, 2025

Delle uova

Uno studio dell’Università di Padova, in collaborazione con istituzioni cinesi, afferma come, ogni anno, nel mondo vengano prodotti oltre 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti che finiscono sprecati:  per questo motivo, è introdotto un nuovo approccio denominato Dynamic Shelf Life (DSL), basato sull’uso di sensori intelligenti e tecnologie IoT.

I risultati suggeriscono che questo metodo potrebbe prolungare la durata commerciale di frutta, verdura e latticini fino al 13,8%, riducendo al tempo stesso lo spreco alimentare di milioni di tonnellate all’anno e le emissioni di CO₂ generate dal cibo scartato. 

In questo contesto, diventa fondamentale distinguere con chiarezza tra data di scadenza (“da consumarsi entro”) e termine minimo di conservazione (“da consumarsi preferibilmente entro”), come stabilito dalle linee guida dell’EFSA e da varie normative europee. Questa distinzione non è solo terminologica: spesso è alla base di errori di interpretazione che portano a buttare via alimenti ancora perfettamente commestibili.

Ecco alcune indicazioni.

Uova

Come affermato dal Dr. Luca Berton, nutrizionista, in questo approfondimento, la sicurezza delle uova oltre la data indicata sulla confezione dipende principalmente da come sono state conservate e dal loro reale stato di freschezza: se mantenute in frigorifero, spesso restano commestibili per alcuni giorni dopo la scadenza, ma occorre sempre verificarle con attenzione.

Un test semplice è quello dell’acqua: se l’uovo affonda e resta orizzontale, è ancora buono; se invece galleggia, significa che all’interno si sono formati gas e non è più adatto al consumo. Anche l’odore è un segnale importante: un sentore di zolfo o putrido indica deterioramento.

Le uova scadute da uno a cinque giorni, se ben conservate, possono essere ancora utilizzabili, purché vengano cotte completamente. Superata una settimana, il rischio di contaminazione aumenta: anche in caso di aspetto e odore normali, è bene non consumarle crude o alla coque.

Dopo un mese dalla scadenza, invece, non sono più sicure e possono essere riutilizzate solo per scopi non alimentari, ad esempio come fertilizzante naturale.

Mangiare uova deteriorate può causare infezioni gastrointestinali dovute a batteri come la Salmonella, con sintomi che variano da nausea e crampi a febbre e malessere generale. In caso di disturbi persistenti, soprattutto nei soggetti più fragili, è sempre necessario consultare un medico.

Riso

Il Dr. Berton, in questo articolo, parla di come la data riportata sulle confezioni di riso, il Termine Minimo di Conservazione (TMC), indichi il periodo entro cui il prodotto mantiene al meglio le sue caratteristiche di qualità. Non rappresenta una scadenza assoluta:

Durata in base al tipo di riso

  • riso bianco: 4-5 anni in luogo fresco, asciutto e buio; fino a 30 anni se conservato ermeticamente con tecniche professionali;
  • riso integrale e riso ai cereali: circa 6 mesi, fino a 12 mesi in confezioni sottovuoto o protette, a causa degli oli presenti nel germe che possono irrancidire;
  • riso selvatico: 6-8 mesi, da conservare lontano da odori forti;
  • riso rosso integrale: circa 6 mesi, ma alcune confezioni sottovuoto possono arrivare fino a 24 mesi.

La qualità iniziale del prodotto influisce in maniera significativa sulla sua durata.


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Conservazione e confezionamento

Il tipo di confezionamento incide sulla conservazione:

  • sottovuoto: fino a 26 mesi, grazie all’assenza quasi totale di ossigeno che rallenta l’ossidazione;
  • atmosfera controllata: circa 18 mesi, con gas inerti che proteggono il riso;
  • sacchi non ermetici: circa un anno, più sensibili a luce, umidità e calore.

Indipendentemente dal packaging, è fondamentale conservare il riso in luoghi freschi, asciutti e bui, lontano da fonti di calore.

Riso aperto e cotto

  • riso secco aperto: va riposto in contenitori ermetici o in vetro, in ambienti freschi;
  • riso cotto: si conserva in frigorifero sotto i 4°C per 3-4 giorni; sottovuoto fino a 7 giorni. Nel congelatore, il riso cotto sottovuoto può durare fino a 6 mesi.

Del riso

Il sottovuoto rallenta la proliferazione batterica eliminando l’ossigeno, mantenendo freschezza e qualità.

Il riso andato a male può mostrare cambiamenti di odore, sapore, colore o consistenza, presenza di acqua, muffa o insetti. La conservazione in ambienti caldi e umidi favorisce la proliferazione di funghi come Aspergillus, Penicillium e Fusarium, che possono produrre micotossine e causare intossicazioni con sintomi gastrointestinali: nausea, vomito, diarrea e dolori addominali.

Latte

In questo articolo abbiamo parlato di come non tutti i tipi di latte hanno la stessa conservabilità.

  • latte fresco e di alta qualità: va consumato entro 6 giorni dalla confezione, con tolleranza di un giorno;
  • latte pastorizzato a temperatura elevata: trattamento termico più intenso, conserva fino a 2 settimane;
  • latte fresco microfiltrato: filtrazione che rimuove molti microrganismi; durata fino a 10 giorni;
  • latte a lunga conservazione: se con sterilizzazione ad altissima temperatura, fino a 90 giorni. Se sterilizzato, il trattamento è più intenso e si conserva fino a 6 mesi.

Consumare latte oltre la scadenza può comportare rischi di intossicazione alimentare, con sintomi come nausea, vomito, diarrea, dolori addominali e febbre. I latticini freschi presentano un rischio maggiore rispetto ai prodotti UHT non aperti e correttamente conservati.

Del latte

Segnali che il latte è andato a male

  • aspetto: presenza di grumi, separazione dei componenti, consistenza gelatinosa;
  • odore: acre o pungente, note anomale;
  • sapore: acidità marcata, retrogusti sgradevoli;
  • colore: tende al giallognolo.

L’esame organolettico resta lo strumento principale per valutare la freschezza: un latte ancora buono appare bianco omogeneo, fluido, con odore neutro e sapore dolciastro.

Salmone affumicato

Il nutrizionista Dr. Maurizio Romano, in questo contenuto, osserva che il salmone affumicato è un alimento delicato, facilmente deperibile nonostante il processo di affumicatura. Consumare prodotto oltre la data di scadenza può comportare rischi seri per la salute, tra cui intossicazioni alimentari e infezioni batteriche.

Principali rischi

  • contaminazione batterica: può contenere Listeria monocytogenes, Salmonella o Clostridium botulinum, responsabili di gravi malattie gastrointestinali;
  • intossicazione da istamina: tossina che si forma quando il pesce non è conservato correttamente; provoca nausea, vomito, mal di testa e sintomi simil-allergici;
  • deterioramento organolettico: alterazioni di sapore, odore e consistenza compromettono la qualità del prodotto.

Cibi scaduti: i termini limite che non conosci

Come valutare se il salmone è ancora buono

  • aspetto: colore rosato uniforme, macchie grigie, giallastre, iridescenze o muffe indicano deterioramento;
  • odore: aroma delicato; odori forti, sgradevoli o ammoniacali sono segnali di rischio;
  • consistenza: la carne deve essere soda ed elastica; se molle, appiccicosa o con liquido in eccesso, è deteriorata;
  • confezione: gonfiore indica produzione di gas da batteri e possibile avaria.

Conservazione e preparazione corretta

  • frigorifero: il salmone sigillato si conserva a 4-6°C fino a due settimane. Dopo l’apertura, consumare entro 1-2 giorni;
  • congelamento: per conservazione più lunga, congelare a -18°C per 2-3 mesi; consumare entro 24 ore dallo scongelamento;
  • cottura: se si decide di consumare salmone poco oltre la scadenza, va cotto completamente per eliminare eventuali batteri nocivi.

Seguire queste precauzioni riduce significativamente i rischi legati al consumo di salmone affumicato, proteggendo salute e sicurezza alimentare.

Yogurt

In questo contenuto, il Dr. Berton ci ha parlato di come la data di scadenza dello yogurt indichi il periodo entro cui i fermenti lattici restano vivi in quantità significativa (circa dieci milioni per grammo). Superata questa data, lo yogurt non si decompone, ma può contenere meno batteri benefici per l’intestino.

Consumare yogurt qualche giorno oltre la scadenza (es. 5 giorni) non comporta rischi per persone sane, a condizione che il prodotto sia stato conservato correttamente e non presenti segni di deterioramento.

Segnali di yogurt non più sicuro

  • confezione gonfia, indice di proliferazione batterica;

  • aspetto o consistenza alterati, ad esempio più liquido del normale;
  • odore sgradevole o aroma alterato;
  • presenza di muffa o variazioni di colore.

Anziani, donne in gravidanza, bambini e persone con patologie pregresse devono prestare maggiore attenzione e non consumare yogurt scaduto, soprattutto se il prodotto mostra segni di deterioramento o non è stato conservato correttamente.

Birra

Come osservato dal Dr. Berton, sulle bottiglie di birra troviamo un Termine Minimo di Conservazione (TMC), non una vera scadenza. Superarlo non rende la birra pericolosa, ma può modificare gusto, aroma e qualità organolettica.

  • birre delicate come IPA o APA perdono rapidamente le note luppolate e andrebbero consumate entro pochi mesi;
  • birre ad alta gradazione (Imperial Stout, Barley Wine) possono migliorare con l’invecchiamento controllato;
  • aspetti microbiologici: birra pastorizzata o ad alto alcol è generalmente sicura; contaminazioni rendono evidenti i cambiamenti di gusto prima di rappresentare un rischio.

I consigli per una conservazione ottimale:

  • luogo fresco, buio e asciutto, temperatura costante tra 4 e 12°C;
  • dopo l’apertura, consumare entro pochi giorni;
  • birre leggermente invecchiate possono essere usate in cucina (zuppe, stufati, marinature).

La birra è comunque un prodotto alcolico, quindi va consumata con moderazione, indipendentemente dal TMC.

Pasta

Il Dr. Romano, qui, ci dice che la pasta secca ha una durata molto lunga grazie al basso contenuto di umidità (circa 12,5%) e alla quasi assenza di carica microbica. Anche dopo la data indicata come “da consumarsi preferibilmente entro”, può essere consumata senza rischi per la salute, se conservata correttamente in luogo fresco, asciutto e lontano da luce e umidità.

Il sapore e la consistenza potrebbero leggermente diminuire con il tempo, ma la cottura elimina eventuali batteri.

La pasta all’uovo secca segue principi simili, anche se la durata è leggermente inferiore, fino a 1-2 anni dalla produzione se conservata bene.

La pasta fresca, invece, ha una durata molto più breve (circa 5 giorni) a causa del maggiore contenuto di umidità e richiede conservazione in frigorifero. Consumare pasta fresca scaduta comporta rischi maggiori di intossicazione alimentare e sintomi gastrointestinali.

Per una conservazione ottimale:

  • pasta secca: confezione sigillata, dispensa fresca e asciutta, lontano da fonti di calore e umidità;
  • pasta cotta: contenitore ermetico, in frigorifero, consumare entro 3-4 giorni;
  • pasta fresca: conservare a ≤4°c e consumare entro pochi giorni dalla produzione.

Segnali di deterioramento da osservare: confezioni rigonfie, presenza di insetti o muffe, odore sgradevole, consistenza alterata.

Olio

In questo contenuto si parla di come oggi l’olio di oliva riporti la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”, che indica il periodo in cui il produttore garantisce la migliore qualità organolettica. Un olio extravergine filtrato dura generalmente 18-24 mesi se conservato correttamente.

L’olio che ha perso freschezza può avere odore e sapore sgradevoli, colore scuro, torbidità o sedimenti. Sebbene non sia tossico, l’olio rancido può causare disturbi gastrici in alcune persone.

Per una conservazione ideale:

  • tenere l’olio in luogo fresco e buio, lontano da luce e calore;
  • usare bottiglie scure o contenitori ermetici per limitare l’ossigeno;
  • scegliere contenitori proporzionati alla quantità di olio per ridurre l’esposizione all’aria una volta aperto.

Con queste accortezze, l’olio mantiene gusto, profumo e proprietà nutritive più a lungo.

Burro

Infine, il Dr. Romano afferma che il burro scaduto da meno di un mese può essere consumato senza problemi, purché sia integro, senza muffe, cattivo odore o alterazioni di colore e consistenza.

La dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” indica solo il periodo in cui il produttore garantisce la qualità, non la sicurezza del prodotto.

Accortezze per il consumo del burro scaduto:

  • conservazione sempre in frigorifero a circa 4°c;
  • non sciogliere e ricongelare;
  • mantenerlo nella confezione originale;
  • verificare colore, odore e assenza di muffa.

Il burro leggermente scaduto può essere usato per torte e biscotti. In alternativa, congelato si conserva fino a 9 mesi.

Fonti:

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

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