Il tuo gatto può avere le emorroidi? Cosa c’è davvero dietro i sintomi più comuni

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 16 Settembre, 2025

gatto si copre gli occhi con una zampetta

Le emorroidi nel gatto sono un tema che spesso crea dubbi nei proprietari: non è raro che, vedendo il proprio micio leccarsi insistentemente la zona anale o notando piccole tracce di sangue nelle feci, si vada subito a pensare a questa condizione.

Ma è davvero possibile che i gatti abbiano le emorroidi come gli esseri umani? La risposta richiede alcune precisazioni, perché in medicina veterinaria il termine “emorroidi” non è sempre usato con la stessa leggerezza del linguaggio comune.

Scopriamone di più.

Emorroidi nei gatti: esistono davvero?

Negli esseri umani le emorroidi sono dilatazioni venose del plesso emorroidario, una rete di vasi sanguigni che può infiammarsi o gonfiarsi a causa di stitichezza, sforzi, predisposizione genetica: nei gatti, tuttavia, il quadro è diverso.

Le vere emorroidi, come si intende per gli umani, sono estremamente rare nei felini. Più spesso, ciò che i proprietari interpretano come “emorroidi” è in realtà un altro disturbo:

  • prolasso rettale;
  • infiammazione delle ghiandole perianali;
  • ascessi;
  • irritazioni anali.
  • masse

Questo equivoco nasce dal fatto che i sintomi possono sembrare simili: arrossamento, fastidio, gonfiore, a volte sanguinamento. Ma la causa e il trattamento sono molto diversi.

Molti si chiedono: “Se le emorroidi nei gatti sono così rare, perché se ne parla così tanto?”. Questo accade perché si tende a chiamare con questo nome qualsiasi problema che ricorda vagamente la condizione umana. Ciò non significa che i disturbi siano meno importanti, ma che, per trattarli bene, serve la giusta diagnosi.

Le emorroidi nel gatto, in senso stretto, sono una rarità: quello che si vede più spesso sono disturbi anali di altra natura, che richiedono comunque attenzione e cura. Il messaggio chiave è quello di non sottovalutare mai i segnali che manda il gatto. Che si tratti di un semplice fastidio passeggero o di una condizione più seria, rivolgersi al veterinario resta la scelta più sicura.

Prendersi cura del benessere del gatto significa anche imparare a osservare quei piccoli dettagli che, a volte, fanno la differenza tra un disturbo temporaneo e un problema da trattare tempestivamente.

Gatto con emorroidi: i sintomi da osservare

Quando un gatto ha problemi nella zona anale, i segnali possono essere molteplici.

Alcuni sono abbastanza evidenti, altri invece richiedono un’osservazione più attenta:

  • leccamento eccessivo dell’ano: il gatto cerca sollievo dal fastidio;
  • trascinamento del posteriore sul pavimento;
  • arrossamento o gonfiore visibile attorno all’ano;
  • tracce di sangue nelle feci o attorno all’orifizio anale;
  • difficoltà a defecare o cambiamenti nelle abitudini intestinali;
  • miagolii durante la defecazione, segno di dolore o sforzo.

Questi segnali, pur non indicando automaticamente la presenza di emorroidi, meritano sempre attenzione.

“Emorroidi” nel gatto: le cause

Molte patologie possono imitare i sintomi delle emorroidi nei gatti.

Tra le più comuni troviamo:

Prolasso rettale

Il retto sporge parzialmente o totalmente dall’ano, presentandosi come una massa arrossata.

È un’emergenza veterinaria e può essere confuso con le emorroidi.

Ghiandole perianali infiammate

I gatti hanno due piccole ghiandole vicino all’ano che producono secrezioni utili per la comunicazione.

Se si infiammano o si ostruiscono, causano dolore, prurito e gonfiore.

Ascessi o infezioni batteriche

Un’infezione nella zona anale può provocare rigonfiamenti dolorosi, a volte con fuoriuscita di pus.

Colite o problemi intestinali

La diarrea cronica o la stitichezza possono irritare la zona perianale e simulare i sintomi delle emorroidi.

Tumori o polipi

Meno frequenti, ma da non escludere, soprattutto nei gatti anziani. Possono manifestarsi con sanguinamenti o masse anomale, sia all’esterno che all0interno dell’ano.

Diagnosi di emorroidi feline

È importante sottolineare che solo un veterinario può distinguere correttamente queste condizioni.

Una visita clinica, eventualmente accompagnata da esami come radiografie, ecografie o analisi delle feci, consente di stabilire la causa precisa del disturbo.

Molti proprietari cercano di osservare la zona anale del gatto a casa, ma non sempre semplice: i gatti tendono a non gradire manipolazioni in quella zona e il rischio di interpretazioni sbagliate è alto.

Emorroidi nel gatto: cure e trattamenti

Il trattamento dipende esclusivamente dalla causa sottostante.

Alcune possibilità includono:

  • infiammazioni lievi: pomate lenitive o antinfiammatorie prescritte dal veterinario;
  • ghiandole perianali ostruite: svuotamento manuale e, nei casi ricorrenti, antibiotici;
  • prolasso rettale: intervento d’urgenza, che può andare dalla riduzione manuale alla chirurgia;
  • ascessi: drenaggio e antibiotici mirati;
  • problemi intestinali cronici: dieta specifica, fibre o lassativi veterinari.
  • Masse: citologia o istologia.

In nessun caso è consigliabile applicare rimedi umani, creme da banco o “soluzioni fai-da-te” senza supervisione veterinaria: alcuni farmaci ad uso umano sono tossici per i gatti.

Prevenzione e gestione quotidiana

Anche se non possiamo “prevenire le emorroidi” in senso stretto, possiamo ridurre i problemi anali nei gatti con alcune attenzioni:

  • alimentazione equilibrata: cibi di qualità, ricchi di fibre se il gatto tende alla stitichezza;
  • idratazione costante: l’acqua fresca deve essere sempre disponibile; le fontanelle aiutano i gatti più restii a bere;
  • peso sotto controllo: il sovrappeso aumenta lo sforzo intestinale;
  • lettiera pulita: un ambiente igienico incoraggia il gatto a defecare regolarmente;
  • visite veterinarie periodiche: soprattutto se il gatto ha già avuto problemi intestinali.

Un piccolo accorgimento pratico: osservare le feci durante la pulizia della lettiera. Colore, consistenza e odore possono dare indizi preziosi sulla salute del gatto.


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Emorroidi e gatti: quando rivolgersi al veterinario

Non tutti i sintomi richiedono la stessa urgenza.

Ci sono però segnali che non vanno ignorati:

  • sanguinamento evidente;
  • prolasso visibile;
  • dolore intenso o lamento durante la defecazione;
  • rifiuto di mangiare o letargia.

In questi casi è meglio non aspettare: un intervento rapido può evitare complicazioni.

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

a cura di Dr. Luca Buosi
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