Tra le patologie infettive che più preoccupano chi convive con un cane, la leptospirosi occupa un posto di rilievo: non si tratta solo di una malattia canina, ma di una zoonosi – ovvero può essere trasmessa all’essere umano.
Ma cosa significa davvero quando si parla di leptospirosi nel cane? Come riconoscerla, prevenirla, gestirla? Vediamolo insieme.
Cos’è la leptospirosi nel cane?
La leptospirosi è causata da un batterio del genere Leptospira, presente in oltre 250 sierotipi diversi (di solito distribuiti per aree geografiche): questo rende la diagnosi, la prevenzione e la comprensione clinica più complesse del previsto.
La trasmissione avviene spesso attraverso l’urina di animali infetti (topi, ratti, volpi), che contaminano acque stagnanti, pozzanghere e fossati. Il cane, infatti, può infettarsi leccando superfici contaminate, bevendo acqua sporca o annusando terreno infetto. In casi più rari, anche il morso di un animale malato può trasmettere la leptospira.
In questo caso, il batterio entra nel flusso sanguigno e si diffonde rapidamente, colpendo:
- reni;
- fegato;
- sistema nervoso;
A volte, può intaccare anche:
- polmoni;
- cuore.
I sintomi della leptospirosi canina
Uno degli aspetti più insidiosi della leptospirosi è che non sempre i sintomi si presentano subito o in modo evidente.
In alcuni cani, l’infezione può essere lieve o persino asintomatica, fino al peggioramento clinico. In altri casi, può degenerare molto rapidamente.
Tra i segnali più comuni:
- febbre improvvisa
- vomito;
- diarrea;
- letargia e apatia;
- inappetenza;
- tremori o rigidità muscolare;
- aumento della sete e della minzione (segni di sofferenza renale);
- mucose pallide o ingiallite;
- sangue nelle urine o nelle feci;
- difficoltà respiratorie.
Il periodo di incubazione
Il periodo di incubazione per la leptospirosi nel cane varia dai 5 ai 14 giorni: in genere, il batterio si stabilisce a livello renale (soprattutto) o epatico causando insufficienza anche grave.
Le leptospire si trasmettono anche per via intraplacentare: se una femmina gravida contrae la malattia, i feti, purtroppo, sono destinati a morire.
Quando agire subito
Se il cane ha avuto accesso a zone a rischio (campagna, zone umide, fossati), anche solo uno di questi sintomi merita attenzione immediata.
Prima si interviene, maggiori sono le possibilità di evitare danni permanenti a fegato e reni.
Diagnosi di leptospirosi
Diagnosticare la leptospirosi non è sempre immediato. Spesso i veterinari eseguono una combinazione di esami:
- analisi del sangue e delle urine per verificare alterazioni a carico di fegato e reni;
- test sierologici (MAT – Microscopic Agglutination Test) per rilevare gli anticorpi specifici;
- PCR (Polymerase Chain Reaction), utile nelle fasi iniziali, perché individua direttamente il DNA del batterio.
I risultati definitivi, però, possono richiedere alcuni giorni, e in quel lasso di tempo il cane può peggiorare.
Per questo motivo, molti veterinari iniziano il trattamento in modo empirico, basandosi sulla sintomatologia e sulla probabilità epidemiologica.
La terapia per la leptospirosi del cane
Una volta confermata (o fortemente sospettata) la leptospirosi, il trattamento è urgente e intenso.
Si utilizzano principalmente:
- antibiotici specifici, come la doxiciclina, per eliminare il batterio;
- terapia di supporto, con fluidi endovenosi per sostenere i reni e depurare l’organismo;
- farmaci sintomatici, per controllare nausea, dolore, febbre.
Nei casi gravi, ovvero quasi sempre, è necessario il ricovero in clinica veterinaria, anche per diversi giorni.
La prognosi dipende dalla rapidità dell’intervento e dalla severità dell’infezione.
Vaccinazione per la leptospirosi nel cane
Esiste un vaccino contro la leptospirosi, spesso incluso nei vaccini polivalenti che si somministrano ogni anno.
Tuttavia, esso protegge solo contro alcuni sierotipi di Leptospira. Ciò non significa che sia inutile, ma che non garantisce una copertura totale.
Il protocollo vaccinale prevede un richiamo annuale, o semestrale nei cani a rischio, come quelli che vivono in zone rurali, fanno caccia o partecipano a sport acquatici.
Il prezzo del vaccino contro la leptospirosi può variare a seconda di:
- zona geografica (in genere più alto nei grandi centri urbani);
- politica tariffaria della clinica veterinaria;
- se viene somministrato da solo o all’interno di un vaccino polivalente.
Indicativamente, si va da 30 a 60 euro a dose. Nella maggior parte dei casi, il vaccino è incluso nel cosiddetto vaccino esavalente, che copre anche cimurro, epatite, parvovirosi, parainfluenza e lichenosi.
In quel caso, il costo complessivo del richiamo annuale può aggirarsi tra i 50 e i 90 euro.
Nei cuccioli, la prima vaccinazione prevede due dosi a distanza di 3/4 settimane, seguite da un richiamo annuale.
Nei cani adulti, il richiamo viene fatto una volta l’anno, o ogni sei mesi in soggetti particolarmente esposti (come, ad esempio, cani da caccia, da salvataggio, o che vivono in zone umide o rurali).
Effetti collaterali del vaccino
Come ogni vaccino, anche quello contro la leptospirosi può causare reazioni avverse.
Gli effetti collaterali comuni e transitori possono essere:
- dolore o gonfiore nel punto dell’iniezione;
- lieve apatia o sonnolenza per 24/48 ore;
- inappetenza temporanea;
- leggera febbre;
- zoppia passeggera (in rari casi, legata alla reazione infiammatoria locale).
Tutti questi sintomi tendono a risolversi senza bisogno di intervento, entro due giorni.
In casi molto rari, possono verificarsi reazioni anafilattiche, come:
- gonfiore del muso o del collo;
- orticaria;
- difficoltà respiratorie;
- vomito improvviso;
- collasso.
Si tratta di situazioni eccezionali, ma richiedono un intervento veterinario immediato.
Per questo motivo, molti veterinari preferiscono tenere il cane in osservazione per 15/30 minuti dopo la vaccinazione, soprattutto se si tratta di soggetti che hanno avuto reazioni in passato.
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La prevenzione riguardante la leptospirosi nel cane
Oltre alla vaccinazione, esistono abitudini quotidiane che riducono il rischio:
- evitare che il cane beva da pozzanghere, fossati, canali o acqua stagnante;
- tenere il cane lontano da roditori o carcasse di animali;
- disinfettare regolarmente ciotole, cucce, e aree di gioco esterne;
- usare guanti se si manipola urina o feci di un cane infetto (la malattia è trasmissibile all’uomo).
Se il cane ha avuto un'infezione, bisogna disinfettare gli ambienti con prodotti efficaci contro i batteri (es. soluzioni a base di cloro) e seguire le indicazioni veterinarie per limitare il contagio.
Leptospirosi nel cane e contagio con l’uomo
Come detto, la leptospirosi è una zoonosi – dunque, può essere trasmessa anche all’uomo: in Italia, ogni anno vengono segnalati oltre 150 casi umani, specie tra chi lavora in agricoltura o fa sport in acque dolci.
Il contagio avviene tramite microlesioni della pelle o contatto con mucose (occhi, bocca, naso). Chi vive con un cane infetto deve prestare massima attenzione: la leptospira può essere eliminata con le urine per settimane.
Lavarsi le mani dopo ogni contatto, evitare baci o leccate sul viso e indossare guanti per la pulizia sono precauzioni semplici ma efficaci.
La leptospirosi può essere trasmessa anche all'uomo, rendendo fondamentale adottare precise misure precauzionali.
È essenziale maneggiare con cura le urine del cane infetto, utilizzando sempre protezioni adeguate.
Dopo ogni contatto con l'animale, è importante lavare accuratamente le mani e disinfettare tutte le superfici contaminate.
Particolare attenzione va posta nell'evitare il contatto con acque potenzialmente infette, specialmente in zone dove sono presenti animali selvatici, come quelle boschive o dove sono presenti pozze stagnanti.