Il 1° novembre si celebra il World Vegan Day, un’occasione utile per fare il punto su cosa sappiamo davvero del rapporto tra dieta vegana, salute e futuro dei sistemi alimentari.
L’obiettivo non non risiede nella demonizzazione di altri modelli alimentari, ma spiegare in modo intellettualmente onesto e scientifico il perché, se ben pianificata, una dieta totalmente vegetale possa incarnare una scelta salutare per molti individui.
World vegan day: salute cardiovascolare e metabolica
Le principali società scientifiche convergono su un messaggio chiaro: i pattern alimentari ricchi di cibi vegetali, minimamente processati (cereali integrali, legumi, frutta, verdura, frutta a guscio) sono associati a un migliore profilo cardiometabolico.
La dichiarazione scientifica 2021 dell’American Heart Association raccomanda di privilegiare “per lo più” proteine vegetali e alimenti poco processati in un quadro flessibile e praticabile.
Sul piano dei dati, una meta-analisi di trial randomizzati pubblicata sull’European Heart Journal ha mostrato che diete vegetariane/vegane riducono colesterolo totale, LDL e ApoB – marcatori chiave dell’aterosclerosi. Altre revisioni sistematiche indicano benefici su peso corporeo e glicemia in persone a rischio cardiovascolare.
Per il diabete di tipo 2, un’ampia umbrella review su The BMJ mostra che pattern alimentari ricchi di vegetali sono associati a minore incidenza della malattia (con i limiti osservazionali noti). Studi più recenti su riviste nutrizionali riportano direzioni coerenti.
Wolrd vegan day: il quadro completo
Una dieta vegana richiede pianificazione per garantire adeguatezza di tutti i nutrienti. La posizione ufficiale 2025 dell’Academy of Nutrition and Dietetics (AND) afferma che, negli adulti, i pattern vegetariani/vegani ben pianificati possono essere nutrizionalmente adeguati e associati a benefici per la salute; parallelamente, ribadisce l’importanza della competenza professionale nella gestione dei nutrienti critici.
Le posizioni precedenti (2016) arrivavano a conclusioni simili sull’adeguatezza lungo il ciclo di vita, purché ben strutturate.
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In Italia, SINU e ISS ricordano l’attenzione prioritaria alla vitamina B12.
Il quadro deve essere onesto anche sui possibili rischi: nel grande studio prospettico EPIC-Oxford i non-onnivori mostravano un minor rischio di cardiopatia ischemica ma un modesto aumento del rischio di ictus (soprattutto emorragico). Si tratta di dati osservazionali che non provano causalità, ma invitano a evitare carenze (per esempio B12) e diete squilibrate.
Vegan diet: alcunene indicazioni pratiche
Per ottenere benefici e minimizzare i rischi, contano la qualità e la pianificazione della dieta, più che l’etichetta “vegana” in sé. Indicazioni ricorrenti nelle linee guida e nelle posizioni tecniche includono:
- b12: usare alimenti fortificati più volte al giorno oppure integrare con dosi adeguate secondo le raccomandazioni (parlare con il medico/dietista);
- ferro, calcio, vitamina d, iodio, omega-3: curare le fonti alimentari (legumi, semi oleosi, acque calciche, sale iodato, ALA da semi di lino/chia; EPA/DHA da microalghe in caso di bisogno) e valutare supplementazione individuale;
- cibi integrali e poco processati: limitare i prodotti “vegan” ricchi di grassi tropicali/zuccheri/sale; privilegiare legumi, cereali integrali, frutta/verdura e frutta a guscio.
Celebrare il World Vegan Day può essere l’occasione per (ri)orientare l’alimentazione verso un maggiore protagonismo dei cibi vegetali di qualità, una scelta che – se adeguatamente pianificata e personalizzata – è coerente con gli obiettivi di prevenzione cardiovascolare e metabolica.
Il messaggio chiave è di equilibrio: una dieta vegana può essere salutare, ma non è automaticamente tale; serve attenzione ai nutrienti critici, qualità degli alimenti e confronto con professionisti della nutrizione. La sostenibilità, infine, rappresenta un co-beneficio aggiuntivo riconosciuto dalle principali analisi internazionali.
Risulta evidente come aumentare la quota di alimenti vegetali nella dieta è coerente con gli obiettivi di salute pubblica e ambientali.
Fonti:
American Heart Association Journals - Dietary Guidance to Improve Cardiovascular Health: A Scientific Statement From the American Heart Association