Un vaccino contro l'artrite reumatoide? Facciamo il punto

Elisabetta Ciccolella | Farmacista

Ultimo aggiornamento – 08 Novembre, 2021

Artrite reumatoide

Un nuovo studio, condotto presso l’Università di Toledo e pubblicato sulla rivista “Proceedings of the Nationl Academy of Sciences of States of America”, suggerisce che esiste la possibilità che in un futuro vicino possa esserci un vaccino capace di prevenire l’artrite reumatoide: la ricerca ha focalizzato l’attenzione su una specifica proteina e sulla sua influenza nello sviluppo dell’artrite nei ratti.

Cosa è l’artrite reumatoide?

L’artrite reumatoide è una patologia infiammatoria cronica sistemica e, spesso, invalidante, che colpisce le articolazioni piccole e grandi che divengono dolenti, tumefatte e, nel tempo, sono soggette a deformazioni, ma può coinvolgere anche altre parti dell’organismo quali polmone, sierose, occhio, cute e vasi. 

Più in particolare, l’artrite reumatoide è una malattia autoimmune che determina l’instaurarsi di uno stato infiammatorio a livello articolare: le articolazioni vengono interessate in modo simmetrico e aggiuntivo; vengono colpite generalmente le piccole articolazioni delle mani e dei piedi, ma può essere coinvolta teoricamente ogni articolazione dotata di liquido sinoviale.

Generalmente, l’artrite reumatoide è una infiammazione poli-articolare e può determinare erosioni ossee e deformità.

Un sintomo tipico dell’artrite reumatoide è la rigidità articolare, prevalentemente mattutina, insieme a dolore articolare e gonfiore.

Attualmente, non esiste una cura per l’artrite reumatoide quindi è fondamentale che i soggetti affetti da questa patologia imparino a gestire il dolore attraverso l’uso consapevole dei farmaci o in altro modo. Inoltre, coloro che sono affetti da artrite reumatoide vengono incoraggiati a rimanere attivi, a mantenere un peso corporeo adeguato e ad adottare misure per proteggere le articolazioni dalle lesioni.

Lo studio: un vaccino contro l'artrite reumatoide

Gli autori del recente studio si sono concentrati su una proteina specifica - 14-3-3 zeta - e sul suo ruolo nell'artrite: in un primo momento, gli scienziati hanno pensato che questa proteina contribuisse allo sviluppo dell’artrite, ma poi hanno scoperto che eliminando la proteina in esame da un modello animale, l’artrite diviene più severa.

Nel corso dello studio, gli scienziati hanno indagato circa lo sviluppo dell’artrite rispetto alla proteina 14-3-3 zeta nel ratti: i ricercatori, utilizzando l’editing genetico, una particolare tecnica di ingegneria genetica, hanno inibito la sintesi della proteina 14-3-3 zeta in un gruppo di ratti, al fine di determinare la remissione dell’artrite reumatoide ma, al contrario di quanto ci si aspettasse, si è assistito all’insorgenza di una grave forma di artrite con conseguente perdita ossea e peso corporeo; a questo punto, gli scienziati hanno deciso di fare in modo che i geni presenti nel codice genetico dei ratti determinassero la sintesi di proteine 14-3-3 zeta, per bloccare lo sviluppo della patologia, ma anche questa mossa si è rivelata sbagliata.

A questo punto, sulla base dei precedenti risultati, il team di ricerca ha pensato di iniettare ai ratti che non avevano ancora sviluppato la malattia un vaccino a base di 14-3-3 zeta, ottenendo ottimi risultati: l’inoculazione del vaccino ha determinato una immediata risposta del sistema immunitario che garantisce protezione rispetto all’artrite reumatoide.

Secondo il dr. Chakravarti, autore dello studio, il vaccino ha bloccato in modo sorprendente lo sviluppo dell’artrite reumatoide e la proteina 14-3-3 zeta agisce come un immunosoppressore, impedendo ai marcatori immunitari infiammatori di attaccare le cellule del corpo proteggendo le ossa. 

Il ruolo della proteina 14-3-3 zeta nella prevenzione dell’artrite reumatoide era fino ad ora totalmente sconosciuto e questi risultati potrebbero avere importanti conseguenze nella prevenzione di questa patologia, per cui non esiste cura risolutiva, benché siano necessari altri studi che confermino l’efficacia del vaccino anche negli essere umani oltre che nei ratti.

La ricerca va avanti

Lo studio è stato condotto sui ratti e, quindi, gli scienziati dovranno svolgere molte più ricerche. Tuttavia, esso rappresenta un passo significativo verso migliori opzioni di trattamento per le persone con AR.

Il dr. Chakravarti ha identificato due importanti passi successivi in questa indagine. In primo luogo, “dobbiamo vedere come funziona effettivamente nelle persone colpite. Questo vaccino può effettivamente prevenire la malattia negli esseri umani?"

La seconda componente significativa sarà capire come questa particolare proteina sta influenzando i sintomi e lo sviluppo dell'artrite.

Il dr. Chakravarti ha detto a MNT che i ricercatori devono capire “come funziona. […] Abbiamo davvero bisogno di capirlo in modo più dettagliato, perché una volta che conosceremo il meccanismo della sua azione, allora sapremo per quali altre malattie possiamo usarlo. Possiamo prevenire la sclerosi multipla o possiamo prevenire altre malattie muscoloscheletriche?".

Elisabetta Ciccolella | Farmacista
Scritto da Elisabetta Ciccolella | Farmacista

La salute è il bene più importante. Questo è ciò che credo e che, da brava farmacista, cerco di trasmettere ogni giorno ai pazienti con cui mi rapporto.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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