La tecarterapia, tecar o CRet therapy (Transfer Energy Capacitive And Resistive) è sempre più diffusa in ambito riabilitativo e sportivo per il suo effetto antalgico e per la capacità di favorire il recupero tissutale.
Come ogni trattamento elettromedicale, però, presenta controindicazioni e precauzioni importanti da conoscere prima di iniziare il trattamento.
In questo articolo esaminiamo in modo chiaro e aggiornato le controindicazioni, i possibili effetti collaterali, le raccomandazioni pratiche e le evidenze scientifiche recenti sui pro e contro.
Cos’è la tecar terapia e come funziona
Il trattamento tecarterapia agisce trasferendo energia capacitiva e resistiva ai tessuti, generando un aumento controllato della temperatura profonda (endortermia) e favorendo microcircolazione, drenaggio linfatico e metabolismo cellulare.
Si tratta di un’azione che è alla base dei suoi effetti analgesici e antinfiammatori riportati in vari studi.
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In pratica viene utilizzata in fisioterapia per lombalgia, cervicalgia, tendinopatie, lesioni muscolari, borsiti e come supporto nella riabilitazione post-traumatica e post-operatoria, spesso in combinazione con esercizio terapeutico.
Controindicazioni della tecar terapia
Di seguito elenchiamo le controindicazioni della tecarterapia più citate in linee guida cliniche e documentazione tecnica:
Controindicazioni assolute e principali
Vediamo le più note:
- portatori di pacemaker o dispositivi elettronici impiantati: l’energia può interferire con l’elettronica del dispositivo, pertanto la tecar è generalmente controindicata;
 - gravidanza: la tecarterapia è spesso sconsigliata in gravidanza, soprattutto nelle aree addominali/pelviche e nella prima metà della gestazione, per prudenza relativa al potenziale effetto sul feto;
 - neoplasie attive nella zona di trattamento: in pazienti oncologici è generalmente controindicato applicare energia che possa stimolare la circolazione locale nelle aree con tumore attivo.
 - trombosi venosa profonda (TVP) o rischio tromboembolico non controllato: aumentando la circolazione locale si teoricamente potrebbe favorire complicanze in presenza di trombi.
 
Controindicazioni relative o situazioni da valutare
Ecco, invece, quelle più soggette a interpretazione dell’operatore:
- pazienti con infezioni locali acute: evitare fino alla risoluzione dell’infezione;
 - pelle lesa o ferite aperte non trattate: non applicare direttamente su lesioni esposte. Valutare una copertura o posticipare;
 - bambini in fase di crescita: molti operatori evitano l’uso su epifisi non ancora concluse;
 - sensibilità termica aumentata (neuropatie): rischio di scottature o fastidio se il paziente non percepisce correttamente la temperatura. Si tratta di situazioni che richiedono una valutazione caso per caso da parte del fisioterapista o medico.
 
Tecar terapia: effetti collaterali
La letteratura clinica non segnala, in generale, effetti collaterali gravi associati alla tecarterapia quando eseguita correttamente.
Gli effetti indesiderati più frequentemente riportati sono:
- calore e arrossamento transitorio nella zona trattata;
 - senso di fastidio o bruciore se impostazioni energetiche troppo alte;
 - reazioni vasomotorie lievi (per es. maggiore sensibilità o temporaneo aumento del dolore).
 
In termini pratici, i benefici (riduzione del dolore, miglioramento della mobilità) sono riportati da numerosi studi clinici, ma la forza dell’evidenza è eterogenea: alcune ricerche mostrano vantaggi significativi rispetto a terapie conservative, altre rilevano miglioramenti solo quando la tecar è associata a esercizio terapeutico; in ogni caso, gli effetti collaterali della tecarterapia registrati sono per lo più lievi e transitori.
Quante sedute di tecar bisogna fare?
Una delle domande più frequenti è: quante sedute di tecar bisogna fare? La risposta dipende dalla patologia, dalla fase (acuta vs cronica) e dalla risposta individuale.
Indicativamente sono necessarie:
- per dolore acuto/distorsioni: spesso 1-3 sedute settimanali per 2-4 settimane, rivalutando il progresso;
 - per condizioni croniche o riabilitazione: protocolli più lunghi (4-8 settimane) con sedute 1-3 volte alla settimana possono essere adottati. La letteratura scientifica evidenzia, però, eterogeneità nei protocolli e invita a personalizzare la frequenza sulla base della risposta clinica e della tolleranza. Prima di stabilire il numero di sedute è quindi necessaria la valutazione professionale.
 
Come ridurre i rischi e usare la tecar in sicurezza
Vediamo le buone pratiche da seguire per evitare un’esperienza negativa con la tecar terapia:
Affidarsi a professionisti qualificati
Solo fisioterapisti o medici formati devono impostare i parametri (potenza, modalità capacitiva/resistiva, durata) e monitorare la risposta.
  
Infatti, un operatore esperto saprà adattare il trattamento evitando effetti collaterali della tecarterapia.
Valutazione medica preventiva
Per pazienti con comorbilità (cardiopatici, oncologici, in gravidanza) è opportuno confrontarsi con il medico curante prima di procedere.
Protocollo graduale e monitoraggio
Iniziare con intensità bassa, aumentare progressivamente e monitorare segni locali o sistemici riduce rischi; in caso di dolore acuto o segni sospetti interrompere la seduta e rivalutare.
Alternative alla tecar in caso di controindicazione
Se la tecar è controindicata (ad esempio gravidanza, pacemaker o trombosi), esistono alternative sicure e spesso efficaci:
- terapia manuale e esercizio terapeutico;
 - laser a bassa intensità (in determinate condizioni, se non controindicato);
 - ultrasuoni (con valutazione caso per caso);
 - terapie farmacologiche per il controllo del dolore e dell’infiammazione, secondo prescrizione medica.
 
La scelta dell’alternativa va fatta in base alla diagnosi e allo stato clinico del paziente.
Fonti:
- Galen Medical Journal - Effects of Transfer Energy Capacitive and Resistive On Musculoskeletal Pain: A Systematic Review and Meta-Analysis;
 - International Journal of Sports Physical Therapy - TECAR Therapy: A Clinical Commentary on its Evolution, Application, and Future in Rehabilitation;
 - BMC Musculoskeletal Disorders - The effects of TECAR therapy on pain, range of motion, strength and subscale of HAGOS questionnaire in athletes with chronic adductor related groin pain: a randomized controlled trial;
 - Journal of Chiropractic Medicine - Effect of Adding Transfer Energy Capacitive and Resistive Therapy to Conventional Therapy for Patients With Myofascial Pain Syndrome in Upper Trapezius: A Randomized Clinical Trial