L’allenamento ad alta intensità – HIIT – è stato per diverso tempo considerato una modalità quasi proibita per chi soffre di malattie muscolari infiammatorie.
Il timore principale era che uno sforzo “troppo forte” potesse aggravare il quadro clinico, aumentando infiammazione e danno muscolare.
Una nuova ricerca ribalta però questa visione. Si tratta di uno studio presentato il 27 novembre 2025 su eBioMedicine (gruppo The Lancet)
Per la prima volta, uno studio controllato mostra che un allenamento strutturato ad alta intensità può migliorare la funzione fisica anche in persone con muscoli fragili, senza peggiorare la malattia.
La scoperta apre una prospettiva importante: in alcuni casi, l’esercizio non è solo sicuro, ma può diventare una vera terapia di supporto.
HIIT e muscoli fragili: i dettagli dello studio
La ricerca ha coinvolto persone colpite da patologie muscolari infiammatorie, in particolare miopatie infiammatorie idiopatiche ad esordio recente, patologie rare che colpiscono il muscolo scheletrico causando debolezza, dolore e affaticamento cronico.
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I partecipanti sono stati divisi in due gruppi:
- un gruppo ha seguito un programma di allenamento ad alta intensità a intervalli (HIIT);
- l’altro un programma di esercizio aerobico a intensità moderata.
L’obiettivo non era semplicemente verificare se i pazienti “reggessero” l’allenamento, ma capire:
- quanto migliorava la funzione fisica;
- se aumentavano i marcatori di infiammazione;
- se comparivano segni di danno muscolare;
- se l’attività della malattia restava stabile.
Si rivela opportuno e importante sottolineare che nell'ambito della ricerca non si trattava di un allenamento improvvisato, ma di protocolli costruiti su misura, con monitoraggio clinico e progressione graduale.
HIIT per chi ha problemi muscolari: i risultati principali
Il dato più evidente riguarda la capacità aerobica, ovvero la capacità dell’organismo di utilizzare ossigeno durante lo sforzo.
Chi ha seguito il protocollo HIIT ha mostrato:
- un miglioramento medio del 16%;
- contro un aumento di appena 1,8% nel gruppo che svolgeva esercizio moderato.
Questo tipo di risultato ha un valore molto concreto, sicché significa più resistenza nel salire le scale, camminare, muoversi, svolgere le attività quotidiane.
L’altro risultato fondamentale riguarda la sicurezza clinica.
Durante lo studio:
- non è aumentata l’attività della malattia;
- non sono emersi segnali di peggioramento dell’infiammazione;
- non sono stati osservati segni di danno muscolare legati all’intensità dell’allenamento.
Dunque, l’allenamento intenso non ha “consumato” il muscolo fragile, né ha attivato processi infiammatori pericolosi.
Questa è la vera svolta del paradigma: per anni l’approccio è stato proteggere il muscolo evitando qualsiasi sforzo elevato. Oggi si apre invece l’idea che il muscolo, anche quando malato, possa adattarsi e rafforzarsi se stimolato correttamente.
HIIT anche per chi ha problemi muscolari: cosa significa
Questo studio non va letto come un invito a fare sport intensi in autonomia.
Al contrario, il messaggio è più sottile e più utile: l’intensità non è il vero problema, lo è l’improvvisazione.
Allenarsi in modo efficace significa:
- adattare lo sforzo alla persona;
- costruire carichi progressivi;
- monitorare i segnali dell’organismo;
- integrare esercizio e gestione clinica.
Un muscolo fragile non è un muscolo “condannato”. È un tessuto che può ancora migliorare, se stimolato in modo appropriato.
La ricerca apre quindi una nuova prospettiva: l’esercizio non è solo prevenzione, ma può diventare parte della terapia.
E il concetto vale ben oltre le malattie rare. Anche per chi è sano, ma teme “di esagerare”, questo studio suggerisce una verità semplice: il corpo è spesso più forte di quanto si immagini, se lo si cura e accompagna nel modo corretto.
Fonti:
The Lancet - "High-intensity interval training outperforms moderate exercise to improve aerobic capacity in patients with recent-onset idiopathic inflammatory myopathies: a multicentre randomised controlled trial"
Karolinska Institute - High-intensity training improves muscle function in inflammatory muscle disease