Stenosi lombare: come camminare senza dolore e tornare a muoversi bene

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 27 Ottobre, 2025

uomo seduto alla scrivania si tocca la schiena dolorante

La stenosi lombare è un restringimento anomalo del canale vertebrale o degli spazi tra le vertebre nella parte bassa della schiena. Questo restringimento comprime il midollo e le radici nervose, causando dolore e difficoltà nei movimenti.

Vediamo perché e come sono legati tra loro la stenosi lombare e il camminare.

Cos'è la stenosi lombare

La stenosi lombare è una condizione degenerativa, legata al naturale processo di invecchiamento del corpo, una sorta di usura che si manifesta dopo i 50 o 60 anni. 

Le strutture anatomiche coinvolte nel restringimento sono queste quattro:

  • dischi intervertebrali: con il passare degli anni, i dischi che fungono da cuscinetti tra le vertebre perdono acqua e altezza. Possono appiattirsi e sporgere leggermente nel canale spinale, riducendo lo spazio disponibile;
  • faccette articolari: le piccole articolazioni che collegano le vertebre tra loro possono sviluppare artrosi, proprio come le ginocchia o le anche. In risposta all'infiammazione cronica, l'osso può crescere in modo anomalo, formando piccoli speroni ossei (osteofiti) che invadono il canale. Questo processo è chiamato ipertrofia delle faccette articolari;
  • legamenti gialli: i legamenti che stabilizzano la colonna vertebrale possono ispessirsi e irrigidirsi con l'età (ipertrofia). Questo ispessimento li fa sporgere all'interno del canale, peggiorando il restringimento;
  • altre condizioni: in alcuni casi, la stenosi può essere aggravata o causata da altri fattori come uno scivolamento di una vertebra sull'altra (spondilolistesi), una curvatura anomala della colonna (scoliosi), o, più raramente, da ernie del disco di grandi dimensioni.

Stenosi centrale vs. foraminale

Il restringimento non avviene sempre nello stesso punto. Ci sono due tipi di stenosi che possono spiegare la natura dei sintomi:

  • stenosi del canale centrale: si verifica quando il restringimento avviene al centro del "tunnel", comprimendo il fascio principale di nervi (il sacco durale). Questo tipo di stenosi causa sintomi in entrambe le gambe;
  • stenosi foraminale: avviene nei "forami di coniugazione", le aperture laterali attraverso cui i singoli nervi escono dalla colonna vertebrale per dirigersi verso una gamba specifica. La compressione qui causa sintomi su un solo lato (dolore, formicolio o debolezza in una gamba).

Quali sono i sintomi della stenosi lombare?

Il corpo invia segnali molto specifici quando i nervi nella zona lombare sono sotto pressione.

Claudicatio Neurogena ("Zoppia Nervosa")

Il sintomo più rivelatore della stenosi lombare è la claudicatio neurogena, anche chiamata "zoppia spinale". Non è una vera e propria zoppia, ma un insieme di sensazioni fastidiose che compaiono quando si cammina o dopo essere stati in piedi per un po'.

Queste sensazioni possono manifestarsi attraverso:

  • dolore sordo o crampi ai glutei, alle cosce o ai polpacci;
  • sensazione di pesantezza o debolezza in una o entrambe le gambe;
  • formicolio o intorpidimento che si irradia verso i piedi.

La caratteristica che la distingue da altri tipi di dolore è data dai sintomi che compaiono con la posizione eretta e la camminata, che si alleviano quasi subito riposandosi, sedendosi o piegandosi in avanti.

In presenza di stenosi lombare, si è scoperto che si riesce a camminare appoggiandosi a un supporto, come per esempio il carrello della spesa al supermercato, e piegandosi in avanti sul manubrio.

Questo non è un caso. La flessione del busto in avanti allarga fisicamente il diametro del canale spinale lombare, creando più spazio per i nervi e alleviando la compressione.

Questo meccanismo dimostra il principio alla base del dolore e spiega anche perché si riesce ad andare in bicicletta o a usare una cyclette. La posizione è naturalmente flessa in avanti.

Formicolio, debolezza e altri sintomi

Oltre alla claudicatio, la stenosi lombare può manifestarsi con altri sintomi che sono specchio della sofferenza dei nervi:

  • parestesie: una sensazione di formicolio, "spilli e aghi" o intorpidimento nelle gambe o nei piedi, che può essere costante o intermittente;
  • dolore sciatico: un dolore acuto o bruciante che si irradia lungo il percorso del nervo sciatico, dalla natica lungo la parte posteriore o laterale della gamba;
  • debolezza muscolare: in casi più avanzati, la compressione nervosa può ridurre la forza muscolare portando a difficoltà nell'alzarsi da una sedia o, in casi gravi, a un "piede cadente", dove si ha difficoltà a sollevare la punta del piede durante il cammino;
  • perdita di equilibrio: la ridotta sensibilità e forza nelle gambe può rendere l'equilibrio più precario, aumentando il rischio di cadute;
  • mal di schiena cronico: non è sempre il sintomo principale, ma può comparire un dolore sordo e persistente nella zona lombare.

Camminare con la stenosi lombare: fa bene o male?

Camminare con la stenosi lombare fa bene perché mantiene muscoli e colonna attivi, migliora la circolazione e riduce la rigidità.

Nella stenosi lombare, però, la posizione eretta può restringere il canale spinale e scatenare dolore, portando a penalizzare la camminata e a peggiorare la condizione.

Quindi, ecco cosa si può fare.

Non serve smettere di camminare, ma modificare il modo di farlo

  • mantenendo una leggera inclinazione in avanti dalle anche;
  • attivando i muscoli addominali per sostenere la zona lombare;
  • scegliendo percorsi in salita leggera, facendo attenzione alla discesa;
  • utilizzando i bastoncini da cammino (o da trekking) per ridurre il carico sulla colonna.

Sintomi della Sindrome della Cauda Equina

Esiste una condizione rara e molto seria, chiamata Sindrome della Cauda Equina, una condizione che richiede un intervento immediato in pronto soccorso.
 
Si verifica quando il restringimento del canale è così grave da comprimere l'intero fascio di nervi alla base della colonna vertebrale (la cauda equina, che in latino significa "coda di cavallo"). Se avverti uno qualsiasi dei seguenti sintomi ci si deve recare subito al pronto soccorso più vicino:

  • perdita del controllo della vescica o dell'intestino: incapacità di urinare (ritenzione) o, al contrario, incontinenza improvvisa;
  • anestesia a sella: intorpidimento o perdita di sensibilità nell'area che toccherebbe una sella: genitali, perineo, glutei e interno cosce;
  • debolezza grave e progressiva in entrambe le gambe: una perdita di forza che peggiora rapidamente al punto da rendere difficile o impossibile stare in piedi;

Per prevenire un danno neurologico permanente come la paralisi o l'incontinenza cronica, è necessario un trattamento chirurgico entro 24-48 ore.

Il percorso diagnostico per la stenosi lombare

  • anamnesi e esame fisico: la diagnosi inizia con un dialogo approfondito con il medico per riportare i sintomi (dove e quando si manifesta il dolore, cosa lo migliora e cosa lo peggiora). Prosegue poi con un esame fisico per valutare la forza, i riflessi e la sensibilità delle gambe;
  • diagnostica per immagini: se il sospetto clinico è forte, il medico richiederà degli esami di imaging:
  • raggi X (radiografia): possono mostrare segni di artrosi, riduzione dello spazio discale o scivolamenti vertebrali, ma non visualizzano i tessuti molli come nervi e dischi;
  • risonanza magnetica (RM): l'esame più importante per diagnosticare la stenosi attraverso immagini dettagliate del canale spinale, dei dischi, dei legamenti e dei nervi, mostrando con precisione dove e quanto è grave il restringimento. Spesso richiede una valutazione specialistica, essendo un’indagine di II livello.

I trattamenti per la stenosi lombare

Il percorso terapeutico per la stenosi lombare inizia con approcci non invasivi. La chirurgia è considerata solo quando queste prime strategie non portano a un miglioramento della qualità della vita.

Terapie conservative per gestire il dolore da stenosi lombare

L'approccio conservativo (non chirurgico) per la stenosi lombare può essere utile e dare buoni risultati ma non guarisce l'anatomia del restringimento. Migliora la funzione, riduce il dolore e permette di vivere bene nonostante il restringimento.

Fisioterapia ed esercizio terapeutico

La fisioterapia è il trattamento conservativo che si fonda su un programma personalizzato con obiettivi precisi:

  • decomprimere la colonna: attraverso tecniche manuali (pompage) ed esercizi specifici, si cerca di creare più spazio a livello vertebrale;
  • rinforzare il "core" con esercizi mirati a rafforzare i muscoli profondi dell'addome (trasverso dell'addome) e della schiena (multifido) per creare stabilità e proteggere la colonna;
  • migliorare la flessibilità: allungare i muscoli retratti, come i flessori dell'anca e i muscoli posteriori della coscia per migliorare la postura e ridurre lo stress sulla zona lombare;
  • educazione posturale: imparare a muoversi, sedersi e sollevare pesi in modo corretto.

Gli esercizi più indicati per la stenosi sono quelli in flessione, che aprono il canale spinale:

  • ginocchia al petto: portare un solo ginocchio al petto mentre l’altra gamba resta piegata a terra; alternare 6-8 respiri per lato);
  • inclinazione pelvica: espirare ed "appiattire" la zona lombare contro il tappetino ruotando il bacino in retroversione; portare l’ombelico verso la colonna e il pube verso l'alto. Ritornare a neutro: inspirando e riportando il bacino in posizione neutra senza iper-inarcare; eseguire 8-12 ripetizioni lente, 2-3 serie.
  • gatto-cammello: espirare e fare la schiena a "gobba", come un gatto che si stira, premere le mani a terra e tirare l'ombelico "dentro", avvicinando il mento al petto. Per il cammello, inspirare e inarcare dolcemente la schiena, aprendo il petto in avanti. Tenere le spalle attive (non crollare), bacino in controllo, sguardo leggermente avanti/alto.

Al contrario, sono da evitare gli esercizi in estensione forzata (come alcuni tipi di allungamenti all'indietro o posizioni yoga come il "cobra"), poiché possono restringere il canale e peggiorare i sintomi.

Farmaci e terapie infiltrative per alleviare l'infiammazione e il dolore

  • farmaci: il medico può prescrivere farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) per ridurre l'infiammazione e il dolore, o altri analgesici per gestire i sintomi, specialmente nelle fasi acute.
  • infiltrazioni epidurali di cortisone: queste iniezioni vengono eseguite nello spazio attorno ai nervi compressi. Non curano la stenosi, ma possono ridurre l'infiammazione e il dolore che può durare da settimane a mesi. 

Quando si valuta la chirurgia per la stenosi lombare?

La chirurgia si valuta solo quando i sintomi diventano importanti o non migliorano dopo alcuni mesi di terapie. Attraverso l'intervento chirurgico si va a creare più spazio per i nervi per ridurre il dolore e la difficoltà nei movimenti.

La procedura più comune è la laminectomia, in cui si rimuove una piccola parte dell'osso posteriore della vertebra per allargare il canale spinale. Oggi si fa con tecniche mini-invasive.

La fusione spinale invece si aggiunge solo se c'è instabilità delle vertebre. Si bloccano insieme due o più vertebre con viti e barre per eliminare movimenti anomali. La scelta precisa si fa con lo specialista, in base all'anatomia e ai sintomi.

Camminare è un problema? Ecco come mantenersi attivi con la stenosi lombare

Se la camminata risulta troppo dolorosa nonostante gli accorgimenti posturali, non significa che si deve rinunciare all'attività fisica. Esistono alternative che permettono di mantenersi in forma senza scatenare i sintomi:

  • bicicletta e cyclette: le attività per chi soffre di stenosi. La posizione naturalmente piegata in avanti allarga il canale spinale, permettendo di allenarsi anche per periodi prolungati senza dolore alle gambe;
  • nuoto e attività in acqua (Aqua-gym): l'acqua sostiene il peso del corpo, eliminando quasi del tutto il carico sulla colonna vertebrale. Questo fa sì che ci si possa muovere liberamente, rinforzare i muscoli e migliorare la flessibilità senza provare dolore.
Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Dr. Christian Raddato
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