Tendenzialmente no, non si muore di gastrite, ma trascurare questa condizione può portare alla comparsa di complicanze (come ulcere, sanguinamenti, perforazioni o, in rari casi, tumori gastrici) che, se non trattate, possono essere anche gravi o potenzialmente fatali.
Cos'è la gastrite
La gastrite è un'infiammazione della mucosa dello stomaco che può manifestarsi in forma acuta (improvvisa e intensa) o cronica (più lenta e persistente). Può essere transitoria o persistente, sintomatica (con bruciore, dolore, nausea, vomito, gonfiore) o asintomatica.
In base al quadro endoscopico e istologico, la gastrite può essere classificata in erosiva, non erosiva, autoimmune, da Helicobacter pylori o chimica/da reflusso biliare.
Gastrite acuta e gastrite cronica: quali sono le differenze
La gastrite acuta è una forma che si manifesta in modo improvviso, a causa di uno stimolo irritativo diretto come alcol, farmaci (soprattutto antinfiammatori) o infezioni.
I sintomi possono essere intensi ma di breve durata. In molti casi, se affrontata per tempo, è reversibile. Quando le lesioni diventano più profonde, può comparire sanguinamento gastrico, una complicanza che richiede intervento medico.
La gastrite cronica, invece, si sviluppa in modo graduale e può restare a lungo asintomatica. Nel tempo, però, può danneggiare in modo persistente la mucosa dello stomaco, causando disturbi più seri:
- atrofia gastrica (assottigliamento della parete interna dello stomaco);
- alterazione delle secrezioni gastriche;
- difficoltà digestive persistenti.
Se non diagnosticata e trattata, la gastrite cronica può aumentare il rischio di trasformazioni cellulari precancerose, come la metaplasia intestinale. Ecco perché è fondamentale monitorarne l'evoluzione con controlli medici periodici, a maggior ragione in presenza di fattori di rischio come infezione da Helicobacter pylori o familiarità per tumori gastrici.
Tipi di gastrite
In base al quadro endoscopico e istologico, la gastrite può essere classificata in:
- gastrite erosiva: la mucosa appare danneggiata, con piccole erosioni o aree emorragiche causate da FANS, alcol, stress o ischemia;
- gastrite non erosiva: infiammazione visibile a livello microscopico, senza alterazioni macroscopiche;
- gastrite autoimmune: causata da reazioni contro le cellule parietali dello stomaco, può provocare anemia perniciosa;
- gastrite da Helicobacter pylori: legata all'infezione da questo batterio, è una delle forme più comuni e studiate;
- gastrite chimica o da reflusso biliare: associata a sostanze che provocano irritazione o al reflusso duodeno-gastrico.
Cause e fattori di rischio della gastrite
Le cause della gastrite cambiano in base alla specifica forma clinica e al modo in cui la malattia si sviluppa.
Tra i fattori più frequenti:
- infezione da Helicobacter pylori;
- uso prolungato di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS);
- assunzione eccessiva di alcol;
- fumo di sigaretta;
- stress fisiologico severo (gastrite da stress);
- malattie autoimmuni;
- reflusso biliare.
Quali sono i sintomi della gastrite
Il dolore epigastrico è un dolore localizzato nella parte superiore dell'addome, precisamente nella regione chiamata "epigastrio", situata appena sotto lo sterno e sopra l'ombelico. Può presentarsi come un fastidio, un bruciore o un dolore più intenso e può essere continuo o intermittente.
La gastrite può manifestarsi con questi sintomi:
- dolore epigastrico;
- bruciore gastrico;
- senso di pienezza;
- nausea, eruttazioni, alito alterato;
- perdita di appetito.
Sintomi clinici da tenere sotto controllo
Alcuni sintomi devono essere monitorati e richiedono esami diagnostici approfonditi per escludere eventuali complicanze:
- presenza di sangue nel vomito o nelle feci;
- melena (ovvero, feci nere o molto scure per la presenza di sangue digerito);
- anemia;
- perdita di peso non volontaria;
- vomito continuo;
- stanchezza intensa.
Quali sono le possibili complicanze della gastrite
Le complicanze più serie, seppur rare, sono:
- gastrite emorragica, con sanguinamento evidente o occulto;
- perforazione gastrica (nelle forme ulcerative): un'emergenza medica che richiede intervento chirurgico;
- infezioni sistemiche, in casi molto avanzati o in pazienti immunocompromessi;
- stenosi pilorica da cicatrizzazione;
- metaplasia intestinale e displasia;
- adenocarcinoma gastrico;
- infezioni flegmonose o necrotizzanti (rari casi);
- anemia perniciosa da malassorbimento di vitamina B1.
Come si diagnostica la gastrite
La diagnosi di gastrite si basa su:
- anamnesi e sintomi riferiti;
- gastroscopia con eventuale biopsia;
- test per Helicobacter pylori (biopsia, respiro all'urea, antigeni fecali);
- esami del sangue (emocromo, ferritina, vitamina B12, markers infiammatori)
Attraverso l'endoscopia è possibile osservare la mucosa e rilevare eventuali alterazioni macroscopiche o micromorfologiche. La biopsia conferma la natura e lo stadio dell'infiammazione.
Come si cura la gastrite?
La cura della gastrite dipende dalla causa scatenante e dalla forma clinica (acuta o cronica). L'obiettivo è ridurre l'infiammazione, portare a guarigione la mucosa gastrica e prevenire le complicanze.
Se la gastrite è causata dalla presenza del batterio Helicobacter pylori, il trattamento si basa su una terapia eradicante a base di antibiotici associati a inibitori della pompa protonica (IPP).
Questa associazione serve a eliminare il batterio e a ridurre l'acidità gastrica, creando un ambiente favorevole alla guarigione della mucosa.
Nei casi di gastrite legata all'uso prolungato di farmaci gastrolesivi (come FANS, cortisonici o anticoagulanti), è fondamentale valutarne la sospensione o la sostituzione, in accordo con il medico.
In alternativa, si può ricorrere a una protezione gastrica farmacologica con IPP o, in alcuni casi, con anti-H2, farmaci che riducono la produzione di acido nello stomaco.
Come prevenire la gastrite
La prevenzione passa anche da scelte quotidiane consapevoli, tra cui:
- ridurre o eliminare il consumo di alcol e fumo;
- evitare cibi molto piccanti, grassi o acidi;
- limitare bevande gassate e caffeina può aiutare a non aggravare i sintomi e a prevenire recidive, soprattutto in chi ha già una gastrite cronica diagnosticata.
Nella gastrite autoimmune, il sistema immunitario danneggia le cellule dello stomaco che servono ad assorbire la vitamina B12, e questo può portare a una carenza di questa vitamina.
In questi casi, l'integrazione di vitamina B12, per via intramuscolare, è parte integrante del trattamento a lungo termine.
Nuove terapie per trattare la gastrite
Recenti studi scientifici stanno indagando l'uso di probiotici e terapie mirate per modulare il microbiota gastrico, con l'obiettivo di migliorare la gestione della gastrite cronica. Il microbiota gastrico, ovvero l'insieme dei microrganismi che popolano lo stomaco, ha una funzione importante nell'equilibrio della mucosa gastrica e nella risposta infiammatoria.
L'utilizzo di probiotici specifici può ristabilire l'equilibrio microbico, diminuendo l'infiammazione e migliorando la funzione della barriera mucosa. Questi approcci sono promettenti nei casi di gastrite resistente alle terapie convenzionali o in presenza di recidive frequenti.
Oltre ai probiotici, si stanno studiando terapie innovative che agiscono su specifici meccanismi molecolari e immunologici coinvolti nella gastrite, come la modulazione delle risposte immunitarie, la riduzione dello stress ossidativo e la promozione della rigenerazione tissutale.
Queste nuove prospettive terapeutiche potrebbero integrare o, in futuro, sostituire alcune delle terapie attuali, offrendo soluzioni più personalizzate e con minori effetti collaterali.
FAQ – Domande frequenti
Quando la gastrite può diventare pericolosa?
La gastrite può diventare pericolosa quando causa emorragie attive, determina anemia grave, evolve in lesioni precancerose o non viene diagnosticata e trattata in presenza di fattori di rischio.
Cosa si rischia con la gastrite?
Con la gastrite si rischiano complicanze come emorragie attive, anemia grave, evoluzione in lesioni precancerose e, nei casi più gravi, lo sviluppo di tumore gastrico. La cronicizzazione della gastrite senza controllo può portare a trasformazioni istologiche che richiedono una sorveglianza medica attenta.
Perché è importante diagnosticare e trattare la gastrite tempestivamente?
La diagnosi e il trattamento tempestivi sono fondamentali per prevenire la cronicizzazione della gastrite e le sue complicanze, come le emorragie e le trasformazioni istologiche precancerose. Nei casi acuti gravi, un intervento rapido può prevenire esiti severi.
Cosa significa che la gastrite può evolvere in lesioni precancerose?
Significa che l'infiammazione cronica della mucosa gastrica può causare alterazioni cellulari che, se non controllate, possono aumentare il rischio di sviluppare un tumore gastrico. L’insorgenza di tumori, difatti, è sempre preceduta da eventi in grado di portare a massimo stress e modificare la natura cellulare: la presenza di un’infiammazione cronica, come nel caso della gastrite, può costituire un primum movens oncologico.
La gastrite può portare al tumore?
La gastrite cronica, specialmente se causata da infezione da Helicobacter pylori o da altri fattori di rischio, può evolvere in lesioni precancerose della mucosa gastrica. Se non trattata e monitorata, questa condizione può aumentare il rischio di sviluppare un tumore gastrico. Ecco perché è importante la diagnosi precoce e la sorveglianza endoscopica.