Scoperto quando inizia l’invecchiamento muscolare: perché agire presto fa la differenza

Alessandra Familari | Autrice e divulgatrice informazione sanitaria
A cura di Alessandra Familari
Autrice e divulgatrice informazione sanitaria

Data articolo – 19 Novembre, 2025

Un uomo e una donna si allenano per prevenire invecchiamento muscolare.

Quando comincia il declino muscolare e perché é importante riconoscerlo? 

Una nuova ricerca italiana rivela che il declino muscolare inizia molto prima dei segni visibili, a causa di un equilibrio cellulare che si rompe all’interno del tessuto. Una scoperta che potrebbe aprire la strada a nuove strategie contro la sarcopenia.

Il muscolo non è solo uno strumento che permette all'essere umano il movimento, come fare le scale o sollevare un peso; si tratta di un organo metabolico complesso, centrale per la salute globale e per la longevità

Con l’età, però, anche i muscoli più attivi iniziano lentamente a perdere forza. Finora si pensava che la causa principale risiedesse nel progressivo indebolimento dei mitocondri, le “centrali energetiche” delle cellule. Ma il nuovo studio porta alla luce un tassello che cambia la prospettiva.

Vediamo in che modo questa scoperta incide sulla concezione di longevità.

L’invecchiamento muscolare parte molto prima: un equilibrio invisibile che si rompe

La ricerca, condotta dall’Università di Padova e dal VIMM e pubblicata su Nature Communications, mostra che l’invecchiamento del muscolo inizia molto prima dei segni visibili. E parte da un luogo nascosto: i perossisomi, minuscole strutture cellulari responsabili della gestione dei grassi e dello smaltimento dei radicali liberi.

Questi organelli lavorano in stretta collaborazione con i mitocondri. Ma cerchiamo di capire cosa significa. Quando il loro numero diminuisce o il loro funzionamento si altera, l’effetto è immediato: i mitocondri si deteriorano, la produzione di energia cala e il muscolo mostra segni di debolezza ben prima che si manifesti la perdita di massa.

Secondo quanto emerge dal documento si tratta di una trasformazione del paradigma: non è solo la “centrale energetica” a determinare la qualità del muscolo, ma anche l’“officina di supporto” che ne mantiene l’equilibrio interno.

Ma qual é la scoperta più trasformativa e cruciale emersa dallo studio?

Il punto più innovativo dello studio è l’evidenza sperimentale. Gli scienziati hanno creato un modello murino altamente preciso: topi in cui è stata eliminata nel solo muscolo una proteina fondamentale per il funzionamento dei perossisomi, chiamata Pex5.


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Quando questa proteina viene meno, i perossisomi non riescono più a svolgere le loro funzioni. Il risultato, osservato nei topi, è un invecchiamento muscolare accelerato:

  • perdita precoce di forza;
  • alterazioni strutturali dei mitocondri;
  • riduzione della resistenza all’esercizio;
  • comparsa di caratteristiche tipiche della sarcopenia, molto prima del previsto.

Cosa significa? Non si tratta dunque di un semplice fenomeno  di correlazione: lo studio dimostra che la disfunzione dei perossisomi non accompagna l’invecchiamento, lo causa.

Quando inizia l'invecchiamento: perché questa scoperta è importante

La ricerca curata dall'università di Padova offre diversi vantaggi per la medicina dell’invecchiamento.

Vediamo i punti salienti della ricerca.

1. Individua il “primo ingranaggio” che si rompe nel muscolo

Conoscere dove nasce il declino muscolare significa poter intervenire prima, quando la perdita di forza non è ancora visibile.

2. Apre nuove prospettive terapeutiche

Oggi non esistono farmaci mirati ai perossisomi. Capire come preservarli potrebbe portare a:

  • nuovi trattamenti contro la sarcopenia;
  • strategie preventive nelle persone più fragili;
  • interventi personalizzati basati sul profilo cellulare.

3. Spiega perché l’attività fisica funziona davvero

L’esercizio – soprattutto quello di forza – migliora la salute dei mitocondri. La scoperta che mitocondri e perossisomi lavorano insieme suggerisce che allenarsi possa proteggere entrambi, agendo così sui meccanismi più profondi dell’invecchiamento muscolare.

4. Permette una prevenzione più precoce

Saper riconoscere i segnali cellulari dell’invecchiamento prima che compaiano sintomi evidenti potrà in futuro aiutare a rallentare il declino, soprattutto nelle persone più vulnerabili o con patologie metaboliche.

Invecchiamento muscolare: come proteggere i muscoli

La ricerca è ancora nella fase di base e non esistono terapie dirette. Tuttavia, gli scienziati sottolineano che le strategie già note per mantenere sano il muscolo restano fondamentali:

  • attività fisica regolare, con una componente di esercizi di forza;
  • controllo del peso e delle dislipidemie;
  • prevenzione del diabete;
  • alimentazione equilibrata e ricca di nutrienti protettivi.

Quelli elencati rappresentano i comportamenti che sostengono in modo globale il metabolismo cellulare e, di conseguenza, anche i meccanismi più nascosti legati all’invecchiamento.

Questa ricerca italiana, attraverso le evidenze che ha svelato, aggiunge un tassello cruciale alla comprensione dell’invecchiamento, l'argomento più studiato e più complesso di sempre. Nell'ambito dell'invecchiamento muscolare, il muscolo non perde forza solo perché “invecchia”, ma perché all’interno delle cellule si spezza un equilibrio che finora era rimasto invisibile.

Grazie a questa scoperta é possibile comprendere come preservarlo, aprendo la strada a interventi più mirati, efficaci e precoci. Una prospettiva che potrebbe, in futuro, cambiare il modo in cui ci si prende cura dei muscoli lungo l’arco della vita.


Fonti:

Nature  - Alterations in peroxisome-mitochondria interplay in skeletal muscle accelerate muscle dysfunction

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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