Raddoppiato l’uso di psicofarmaci in adolescenti e bambini: è allarme?

Alessandra Familari | Autrice e divulgatrice informazione sanitaria
A cura di Alessandra Familari
Autrice e divulgatrice informazione sanitaria

Ultimo aggiornamento – 11 Novembre, 2025

Una bambina dallo psichiatra.

Negli ultimi quattro anni, l’uso di psicofarmaci tra bambini e adolescenti italiani è più che raddoppiato.

A rivelarlo è il Rapporto OsMed 2024 dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), il quale ritrae lo stato della salute farmacologica del Paese, mettendo sotto i riflettori quello che sembra essere un trend in crescita: l'uso di terapie farmacologiche nell’ambito della salute mentale giovanile.

Si tratta di un dato che induce a porsi interrogativi e preoccupazioni, ma che richiede anche una lettura equilibrata: dietro i numeri, infatti, si celano non solo l’effetto della pandemia, ma anche una maggiore attenzione clinica ai disturbi psicologici in età evolutiva.

Raddoppiato l’uso di psicofarmaci nei giovani: cosa dicono i dati

In Italia, l’impiego di farmaci psicotropi tra bambini e adolescenti è in netto aumento.  A rivelarlo é il Rapporto OsMed 2024 dell’AIFA, che ogni anno analizza l’andamento dell’uso dei medicinali nel Paese. 

I dati riportati mostrano un trend in crescita, ma con alcune precisazioni fondamentali: se da un lato le prescrizioni risultano raddoppiate rispetto al 2020, dall’altro l’Italia resta ancora molto al di sotto della media europea e mondiale.

Secondo il rapporto, nel 2024 lo 0,57% dei minori italiani ha ricevuto almeno una prescrizione di psicofarmaci, contro lo 0,30% del 2020. Si tratta di un aumento significativo, ma lontano dai livelli registrati in Paesi come la Francia (1,61%) o gli Stati Uniti (tra il 24% e il 26%).

AIFA sottolinea che questo incremento è “in parte legato alle conseguenze dell’emergenza pandemica sulla salute mentale di bambini e adolescenti”, che negli ultimi anni hanno manifestato con maggiore frequenza disturbi come:

Perché aumenta l'uso di psicofarmaci tra bambini e adolescenti

Il Rapporto evidenzia che l’aumento delle prescrizioni non coincide in automatico con un abuso, ma riflette piuttosto una maggiore attenzione alla salute mentale dei giovani. 

La pandemia ha agito come catalizzatore di problemi già presenti, portando a:

  • un incremento delle diagnosi di disturbi emotivi e comportamentali;
  • una crescita delle richieste di supporto psicologico e psichiatrico;
  • un maggiore ricorso, nei casi appropriati, al trattamento farmacologico di supporto.

AIFA segnala inoltre che il consumo di farmaci del sistema nervoso centrale (antidepressivi, ansiolitici, antipsicotici e psicostimolanti) rappresenta oggi circa l’8% delle prescrizioni pediatriche totali, con una prevalenza più marcata nella fascia 12-17 anni.


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In Italia, tuttavia, la cultura della prescrizione resta più cauta rispetto ad altri Paesi occidentali. L’approccio clinico privilegia ancora la psicoterapia, il supporto familiare e scolastico, riservando l’uso dei farmaci ai casi in cui sia strettamente necessario e sotto controllo specialistico.

Uno scenario complesso

Gli esperti invitano a non leggere i dati come un semplice allarme, ma come il segnale di una maggiore consapevolezza del disagio giovanile. Dopo il periodo pandemico, i servizi di neuropsichiatria infantile e psicologia dell’età evolutiva hanno registrato un aumento delle richieste di aiuto. Il sistema sanitario sta rispondendo con nuovi strumenti di presa in carico, ma le risorse restano limitate.

L'AIFA richiama l’attenzione su quelli che che sono da considerarsi obiettivi chiave.

Vediamo quali:

  • promuovere l’appropriatezza prescrittiva, per evitare eccessi o trattamenti non necessari;
  • migliorare l’aderenza terapeutica, spesso carente tra adolescenti;
  • potenziare le alternative non farmacologiche, come il supporto psicologico e familiare.

Nel complesso, il Rapporto OsMed 2024 descrive un Paese che, pur mostrando un raddoppio nell’uso di psicofarmaci tra i minori, resta uno dei più prudenti d’Europa. 

L’aumento non incarna un segno di abuso, ma più probabilmente di un sistema sanitario che comincia ad essere più attento a riconoscere e trattare il disagio psicologico in età evolutiva.

Il vero allarme, dunque, non é rappresentato dall'uso dei farmaci in sé, ma il rischio di lasciare senza risposta un numero crescente di bambini e adolescenti che oggi chiedono - finalmente - aiuto.


Fonti:

ANSA - In 10 anni è raddoppiato l'uso di psicofarmaci nei bambini e negli adolescenti

AIFA - Rapporto OsMed 2024 sull’uso dei farmaci in Italia

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