Privazione di sonno e lapsus mentali: come il cervello “ricicla” il sonno perduto da sveglio

Emanuela Spotorno | Editor

Ultimo aggiornamento – 31 Ottobre, 2025

donna sbadiglia mentre lavora al pc

Dormire poco non significa solo sentirsi stanchi. Secondo una ricerca del Massachusetts Institute of Technology (MIT), la difficoltà di concentrazione dopo una notte insonne potrebbe dipendere da un vero e proprio “lavaggio cerebrale” che il cervello tenta di effettuare durante la veglia, quando non riesce a farlo nel sonno.

Il cervello e la sua pulizia notturna

Durante il sonno profondo, il cervello attiva un processo di “pulizia” in cui il liquido cerebrospinale (CSF) fluisce dentro e fuori dalle sue cavità, eliminando scorie e sostanze tossiche accumulate durante il giorno. È un meccanismo essenziale per proteggere i neuroni e mantenere in equilibrio le funzioni cognitive.

Quando però il sonno viene interrotto o ridotto, questo processo si blocca. Ed è qui che, secondo i ricercatori guidati da Laura Lewis, il cervello cerca di compensare “lavandosi” durante la veglia. Il problema? Questa operazione di manutenzione ha un costo: brevi cali di attenzione.

L’esperimento del MIT

Lo studio, pubblicato nel 2025, ha coinvolto 26 volontari tra i 19 e i 40 anni. Dopo una notte di sonno regolare e una di completa veglia, i partecipanti hanno eseguito test di attenzione mentre venivano sottoposti a risonanza magnetica.

I risultati parlano chiaro: dopo la notte insonne, gli errori sono aumentati in modo significativo. Le immagini cerebrali hanno mostrato che i cali di concentrazione si verificavano circa 2 secondi prima del deflusso del liquido cerebrospinale e che l’attenzione tornava solo 1 secondo dopo il suo rientro nel cervello.

Un fenomeno che, spiegano i ricercatori, ricorda il “movimento dell’acqua in una lavatrice”: il cervello, non riuscendo a pulirsi di notte, lo fa di giorno, ma al prezzo di brevi vuoti mentali.

Implicazioni per la salute e la sicurezza

Questo meccanismo aiuta a spiegare perché la mancanza di sonno riduce la concentrazione, rallenta i riflessi e aumenta il rischio di incidenti. Anche brevi “micro-pause” di attenzione possono avere conseguenze importanti, soprattutto in attività che richiedono vigilanza continua, come la guida o il lavoro notturno.

Inoltre, diversi studi indicano che un sonno insufficiente ostacola la rimozione di proteine come beta-amiloide e tau, associate al rischio di malattie neurodegenerative. Un lavoro pubblicato su Fluids and Barriers of the CNS ha rilevato livelli significativamente più bassi di queste proteine dopo una notte di sonno completo rispetto a una di veglia totale.

Negli ultimi anni, numerose ricerche hanno sottolineato il legame tra qualità del sonno e pulizia del cervello, un meccanismo che potrebbe anche spiegare l’aumento del rischio di declino cognitivo e Alzheimer nei soggetti con insonnia cronica.


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Sonno e cervello: un binomio inseparabile

Il sonno non è solo riposo, ma una fase attiva di manutenzione cerebrale. Dormire poco o male non significa solo essere distratti: nel lungo periodo può compromettere la salute del cervello.

La sfida futura sarà capire come proteggere le funzioni cognitive anche in condizioni di sonno irregolare, un problema sempre più diffuso nella società moderna.

Fonti:

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Scritto da Emanuela Spotorno | Editor

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