Pressione alta nei bambini: stiamo ignorando un problema in crescita?

Mattia Zamboni | Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano
A cura di Mattia Zamboni
Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano

Ultimo aggiornamento – 14 Novembre, 2025

Misurazione della pressione sanguigna con misuratore digitale al polso.

Secondo le evidenze pubblicate su The Lancet Child & Adolescent Health, la pressione alta sta emergendo con preoccupante frequenza anche tra bambini e adolescenti – oltre a essere tradizionalmente considerata una condizione dell’età adulta.

Il fenomeno riguarda soprattutto i giovani con obesità e, osservando l’andamento degli ultimi due decenni, i casi risultano quasi raddoppiati.

Scopriamo di più.

Una condizione in rapido aumento

L’analisi ha raccolto e confrontato i dati di 96 studi condotti su oltre 443.000 bambini e adolescenti in 21 Paesi, scoprendo che dal 2000 al 2020 l’ipertensione è passata dal coinvolgere circa il 3% dei giovani, a superare il 6%.

Inoltre, il modo in cui viene misurata la pressione sanguigna negli under 19 può influenzare le stime di prevalenza: quando l'ipertensione viene confermata da un operatore sanitario in almeno 3 visite, la prevalenza è stimata in circa il 4,3%, ma quando i ricercatori hanno incluso anche valutazioni come il monitoraggio della pressione arteriosa ambulatoriale o domiciliare la prevalenza di ipertensione sostenuta è salita a circa il 6,7%.

Ancora più significativo è il legame con l’obesità: quasi un quinto dei bambini con eccesso di peso presenta valori pressori elevati, contro poco più del 2% tra i coetanei normopeso.

Secondo gli autori dello studio, il motivo è fisiologico: l’obesità favorisce una serie di alterazioni – dalla resistenza all’insulina alla compromissione dei vasi sanguigni – che rendono più difficile mantenere la pressione entro limiti sicuri.


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Oltre al ruolo determinante dell’obesità infantile, vi può essere un insieme di fattori che spesso passano inosservati ma incidono profondamente e possono innalzare i valori pressori anche in età giovanile:

  • sedentarietà;
  • alimentazione squilibrata;
  • consumo eccessivo di sale (attraverso snack e cibi industriali).

A complicare la situazione c’è la naturale variabilità della pressione sanguigna nel corso della giornata, che rende difficile cogliere precocemente i segnali di un problema in evoluzione.

Per questo i ricercatori invitano a ricorrere a strumenti più accurati: monitoraggi ripetuti nel tempo, misurazioni domiciliari e dispositivi ambulatoriali, in grado di offrire un quadro più fedele della pressione reale.

La pre ipertensione

Accanto ai casi già classificabili come ipertensione, la ricerca in questione identifica una fascia intermedia: circa l’8,2% dei bambini e degli adolescenti presenta livelli pressori superiori alla norma, pur non rientrando ancora nei criteri diagnostici dell’ipertensione vera e propria.

Si tratta di pre ipertensione, uno stato di equilibrio che rappresenta l’anticamera della condizione conclamata: questa situazione è particolarmente frequente durante l’adolescenza, con i tassi che raggiungono quasi il 12% tra i teenager, contro circa il 7% nei bambini più piccoli.

Gli esperti ricordano che i valori pressori tendono a crescere rapidamente nella prima adolescenza, con un picco intorno ai 14 anni – un andamento più evidente nei ragazzi rispetto alle ragazze.Misurazione della pressione sanguigna con sfigmomanometro manuale su un braccio.

Gli autori riconoscono, però, alcuni limiti dell’analisi: la variabilità nei metodi di misurazione adottati nei diversi studi e il fatto che gran parte delle ricerche provenga da Paesi a medio e basso reddito. Questo elemento potrebbe ridurre la possibilità di estendere i risultati all’intera popolazione pediatrica mondiale senza ulteriori verifiche.

Dunque, il concetto chiave è semplice: il rischio cardiovascolare non compare all’improvviso nella mezza età, ma affonda le radici nell’infanzia. Per questo, osservano gli esperti, la sfida dei prossimi anni sarà garantire che nessun valore pressorio alterato – anche nei più piccoli – passi inosservato o venga sottovalutato, perché intervenire presto può cambiare l’intero corso della salute adulta.

Fonti:

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