Passi avanti nella cura per l’HIV grazie alla tecnologia dei vaccini Covid

Mattia Zamboni | Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano
A cura di Mattia Zamboni
Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano

Ultimo aggiornamento – 06 Giugno, 2025

Un medico fa una ricerca al microscopio
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È stato analizzato un nuovo approccio terapeutico che sfrutta la tecnologia dell’RNA messaggero (mRNA), la stessa usata nei vaccini prodotti da Moderna e Pfizer/BioNTech contro il Covid, per rendere più visibile al sistema immunitario il virus dell’HIV.

I risultati dei primi test di laboratorio che dimostrano questo processo sono stati pubblicati in uno studio su Nature Communications.

Il virus nascosto

Il gruppo di scienziati, guidato dalla Dr.ssa Paula Cevaal, ricercatrice presso il Doherty Institute di Melbourne, ha studiato una possibile cura definitiva per l’HIV: si tratta di un approccio innovativo che utilizza l’RNA messaggero al fine di smascherare il virus nascosto all'interno di particolari cellule del sistema immunitario – le cosiddette cellule T CD4+ quiescenti.

Queste sono in grado di ospitare l’HIV all’interno del DNA in uno stato di latenza e, quindi, invisibile al sistema immunitario: è proprio questa capacità di nascondersi a rappresentare il principale ostacolo verso una cura definitiva.

La vera svolta dello studio è arrivata quando i ricercatori sono riusciti, per la prima volta, a far sì che queste cellule rivelassero la presenza del virus al loro interno – in questo modo è possibile identificarle e, potenzialmente, eliminarle.

Una delle maggiori difficoltà era che queste cellule non assorbivano le tradizionali nanoparticelle lipidiche usate per trasportare l’mRNA, ma il team di ricerca è riuscito a superare questa barriera, aprendo una strada concreta verso la possibilità di eradicare del tutto l’HIV.

La svolta

La tecnologia dell’RNA messaggero si basa su una versione ottimizzata di nanoparticelle lipidiche, chiamate LNP X, che sono state progettate per trasportare l’mRNA all’interno delle cellule del sistema immunitario.

Successivamente, i ricercatori hanno inserito all’interno delle nanoparticelle un mRNA in grado di codificare la proteina Tat, un elemento chiave dell’HIV, capace di risvegliare il virus dalle sue forme latenti: in questo modo, il virus viene spinto a manifestarsi, rendendo visibili le cellule infette – che altrimenti resterebbero silenti e irraggiungibili.

Il team di ricerca ha testato questa nuova strategia su cellule donate da persone con HIV, dimostrando di poter individuare con precisione le cellule in cui il virus si nasconde.

Secondo la Dr.ssa Cevaal, servirà ancora tempo prima di passare ai test su animali e uomo, ma i risultati rappresentano un progresso significativo rispetto agli approcci precedenti.

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