Negli ultimi anni si è parlato sempre più spesso di Papilloma Virus (HPV) come causa di diverse patologie nella popolazione femminile, in particolare dei tumori del collo dell’utero.
Tuttavia, il ruolo dell’HPV nell’uomo rimane ancora poco conosciuto e spesso sottovalutato, nonostante si tratti della più comune infezione sessualmente trasmessa al mondo e rappresenti una minaccia anche per la salute maschile.
Gli uomini, infatti, non solo possono sviluppare manifestazioni cliniche legate all’infezione, dai condilomi fino a forme tumorali a carico di pene, ano e orofaringe, ma costituiscono anche un importante serbatoio di trasmissione del virus, contribuendo alla sua diffusione.
Per approfondire la reale diffusione dell’HPV tra gli uomini, le modalità di contagio, i fattori di rischio e le possibili conseguenze, abbiamo intervistato Il Dr. Daniele Porru, Medico Chirurgo specializzato in Urologia, che ci ha aiutato a fare chiarezza su un tema ancora poco discusso ma di grande rilevanza per la salute pubblica e la prevenzione oncologica.
Ecco le domande che gli abbiamo posto.
Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di Papilloma Virus (HPV) anche negli uomini: quanto è realmente diffuso e perché se ne parla ancora troppo poco?
L’infezione da papillomavirus umano (HPV) è estremamente diffusa tra gli uomini sessualmente attivi a livello globale. E’ l'infezione sessualmente trasmissibile (IST) più comune al mondo e causa molti tipi di cancro, tra cui quello cervicale, vulvare, anale e, negli uomini, quello del pene e dell'orofaringe.
Purtroppo non se ne parla abbastanza. La valutazione affidabile dell'epidemiologia delle infezioni genitali da HPV è ostacolata da una serie di problemi tecnici.
Fino a poco tempo fa, i metodi basati su approcci morfologici svolgevano un ruolo centrale nella diagnosi dell'HPV, ovvero macromorfologia, colposcopia, citologia e istopatologia, integrati da tecniche immunoistochimiche e di ibridazione del DNA e, più recentemente, dall'amplificazione del DNA mediante PCR
I dati epidemiologici più recenti e robusti indicano che:
- a livello globale, circa il 31% degli uomini adulti risulta portatore di almeno un tipo di HPV genitale, mentre il 21% presenta un’infezione da genotipi ad alto rischio oncogeno (HR-HPV).
- studi multicentrici internazionali su uomini tra 18 e 70 anni, anche asintomatici, riportano una prevalenza complessiva di HPV genitale intorno al 65%, con differenze legate alla popolazione studiata e ai metodi di campionamento.
- negli Stati Uniti, i dati del CDC indicano una prevalenza del 45% tra gli uomini di età compresa tra 18 e 59 anni, con il 25% portatore di almeno un genotipo ad alto rischio.
- i tipi virali più frequenti sono HPV-16, associato a un maggiore rischio oncogeno, e HPV-6, responsabile di condilomi acuminati.
- la fascia d’età più colpita è quella tra 25 e 29 anni, ma l’infezione resta comune anche nelle età successive.
- fattori di rischio: Il rischio di infezione aumenta con il numero di partner sessuali, la presenza di rapporti omosessuali, l’infezione da HIV e l’assenza di circoncisione.
Dal punto di vista clinico, gli uomini rappresentano un importante serbatoio di trasmissione del virus.
Sebbene la maggior parte delle infezioni sia transitoria e asintomatica, una quota significativa può persistere e portare nel tempo allo sviluppo di lesioni precancerose o neoplastiche in sedi anogenitali o orofaringee.
In molti casi l’infezione da HPV è asintomatica: come si può riconoscere e quando è opportuno rivolgersi a uno specialista?
L’infezione da HPV negli uomini è frequentemente asintomatica: la maggior parte dei soggetti infatti non presenta segni o sintomi clinici evidenti.
Nonostante ciò, un’attenta osservazione clinica dei genitali può permettere di individuare alterazioni sospette. In presenza di lesioni o dubbi diagnostici è consigliabile rivolgersi a uno specialista, che potrà valutare l’opportunità di eseguire esami specifici in contesti selezionati.
Riconoscimento dell’infezione asintomatica:
- assenza di sintomi evidenti: nella maggior parte dei casi, l’infezione non provoca alcuna manifestazione clinica.
- diagnosi: attualmente non esistono programmi di screening di routine per l’HPV maschile in soggetti immunocompetenti, poiché la maggior parte delle infezioni si risolve spontaneamente e non sono disponibili test approvati per la popolazione generale.
- test HPV mirati: la ricerca del DNA virale può essere eseguita tramite tampone uretrale, penieno, anale o orofaringeo, ma solo in contesti specifici, come: uomini HIV-positivi; uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM); partner di donne con lesioni cervicali correlate all’HPV.
Quando rivolgersi a uno specialista
È opportuno indirizzare il paziente a un dermatologo, urologo, infettivologo, otorino o proctologo nei seguenti casi:
- presenza di condilomi genitali, perianali o orali che non regrediscono dopo i trattamenti di primo livello o che tendono a recidivare;
- lesioni di aspetto atipico (ulcerate, indurite, pigmentate, sanguinanti o dolorose) che richiedono diagnosi differenziale con neoplasie o altre patologie dermatologiche;
- sospetto di lesioni precancerose o neoplastiche, come: HSIL/AIN, PeIN, Bowenoid papulosis, eritroplasia di Queyrat, leucoplachia persistente;
- sintomi compatibili con carcinoma, quali sanguinamento, dolore persistente, ulcerazioni non guarite, noduli palpabili, disfagia o disfonia (in caso di localizzazione orofaringea).
Quali comportamenti sessuali aumentano il rischio di contrarre l’HPV e quanto contano fattori come età o numero di partner?
I comportamenti sessuali che aumentano il rischio di contrarre l’infezione da HPV negli uomini includono:
Numero di partner sessuali
Il rischio di acquisizione di HPV cresce proporzionalmente al numero di partner sessuali, sia attuali che nel corso della vita. Avere più partner aumenta la probabilità di esposizione a ceppi diversi di HPV.
Inizio precoce dell’attività sessuale
Un’età più giovane al primo rapporto sessuale è associata a un rischio maggiore di infezione, probabilmente per una maggiore durata dell’esposizione e una maggiore suscettibilità delle mucose nei soggetti più giovani.
Tipologia di rapporti sessuali
- Rapporti genitali, anali e orali non protetti aumentano il rischio di trasmissione. L’HPV può essere trasmesso anche attraverso il contatto pelle-mucosa, non solo tramite penetrazione.
- Nei MSM (uomini che hanno rapporti sessuali con uomini), il rischio di infezione anale e orale è particolarmente elevato.
Utilizzo del preservativo
L’uso del preservativo riduce, ma non elimina completamente, il rischio di trasmissione, poiché il virus può infettare aree non coperte dal profilattico.
Altri comportamenti a rischio
Pratiche sessuali non protette, rapporti occasionali, e la presenza di altre infezioni sessualmente trasmesse (IST) aumentano la suscettibilità all’HPV.
Fattori individuali che influenzano il rischio:
- età: la prevalenza dell’HPV è massima nei giovani adulti (18-29 anni), ma rimane elevata anche nelle fasce successive. L’incidenza tende a diminuire con l’età, ma la persistenza dell’infezione può aumentare nei soggetti più anziani.
- stato immunitario: Immunodepressione (ad esempio, HIV) aumenta il rischio di acquisizione, persistenza e progressione delle infezioni da HPV.
- stato civile e relazionale: essere single, separati o avere rapporti occasionali è associato a un rischio maggiore rispetto a chi ha una relazione monogama stabile
Il rischio di contrarre l’HPV è fortemente influenzato dal numero di partner sessuali, dall’età di inizio dell’attività sessuale, dalla tipologia di rapporti (inclusi quelli orali e anali), dall’uso del preservativo e dalla presenza di altri fattori di rischio comportamentali e individuali. L’età giovane e un elevato numero di partner sono tra i fattori più determinanti.
Quali conseguenze può provocare il Papilloma Virus nell’uomo?
Nell’uomo, l’infezione da papillomavirus umano (HPV) può avere una gamma di conseguenze cliniche, che variano da manifestazioni benigne a patologie oncologiche. La maggior parte delle infezioni è asintomatica e transitoria, ma in una quota significativa di casi può determinare complicanze clinicamente rilevanti.
Lesioni benigne
- Condilomi acuminati (verruche genitali): Lesioni esofitiche, spesso multiple, localizzate su pene, scroto, regione perianale, inguine e, meno frequentemente, cavo orale. Sono causati principalmente dai genotipi a basso rischio (HPV-6 e HPV-11).
- Papulosi bowenoide: Lesioni papulose pigmentate, spesso multiple, associate a genotipi ad alto rischio.
Lesioni precancerose
- Neoplasie intraepiteliali (PeIN, AIN): Lesioni displastiche del pene (PeIN, penile intraepithelial neoplasia) e dell’ano (AIN, anal intraepithelial neoplasia), più frequenti nei soggetti immunodepressi e nei MSM. Sono associate a genotipi ad alto rischio (soprattutto HPV-16).
Tumori maligni HPV-correlati
- Carcinoma squamoso del pene: Circa il 30-50% dei carcinomi penieni è associato a infezione da HPV, in particolare ai genotipi 16 e 18. I tumori HPV-positivi possono avere una prognosi migliore rispetto a quelli HPV-negativi.
- Carcinoma anale: L’HPV è responsabile di oltre il 90% dei carcinomi anali, con una prevalenza particolarmente elevata nei MSM e nei soggetti HIV-positivi.
- Carcinomi orofaringei: L’HPV, soprattutto il tipo 16, è implicato in una quota crescente di carcinomi dell’orofaringe (base lingua, tonsille), anche negli uomini.
- Altri tumori: L’HPV può essere coinvolto, seppur più raramente, in tumori del pene, del cavo orale e della laringe.
Altre possibili conseguenze
- Infezioni persistenti: In soggetti immunodepressi, l’infezione può persistere e recidivare, con rischio aumentato di progressione a lesioni displastiche o neoplastiche.
- Impatto psicologico: La diagnosi di condilomi o di infezione da HPV può avere un impatto psicologico significativo, legato a stigma, ansia e preoccupazione per la salute sessuale e la trasmissibilità.
Nota clinica
La maggior parte delle infezioni da HPV nell’uomo si risolve spontaneamente entro 1-2 anni. Tuttavia, la persistenza dell’infezione da genotipi ad alto rischio è il principale fattore predisponente allo sviluppo di lesioni precancerose e tumori.
Le conseguenze dell’HPV nell’uomo includono condilomi genitali, lesioni precancerose (PeIN, AIN), carcinomi anogenitali e orofaringei, oltre a possibili ripercussioni psicologiche. Il rischio di complicanze aumenta nei soggetti immunodepressi e nei portatori di infezioni persistenti da genotipi ad alto rischio.
Qual è la correlazione tra HPV e tumori maschili?
La correlazione tra HPV e tumori maschili è ben documentata e riguarda principalmente neoplasie a carico dell’apparato genitale, anale e orofaringeo. L’HPV, in particolare i genotipi ad alto rischio (soprattutto HPV-16 e HPV-18), è un fattore eziologico riconosciuto per diversi tumori maschili.
Carcinoma del pene
- Circa il 30-50% dei carcinomi squamosi del pene è associato a infezione da HPV, con una prevalenza maggiore dei genotipi 16 e 18.
- I tumori penieni HPV-positivi tendono a presentare una prognosi migliore rispetto a quelli HPV-negativi, con una maggiore risposta alle terapie e una sopravvivenza specifica superiore, soprattutto se associati a positività per p16.
Carcinoma anale
- Oltre il 90% dei carcinomi anali è HPV-correlato, con il genotipo 16 responsabile della maggior parte dei casi.
- Il rischio è particolarmente elevato nei MSM (uomini che hanno rapporti sessuali con uomini) e nei soggetti immunodepressi (es. HIV-positivi).
Carcinoma orofaringeo
- L’HPV, soprattutto il tipo 16, è implicato in una quota crescente di carcinomi dell’orofaringe (tonsille, base lingua) negli uomini.
- I tumori orofaringei HPV-positivi presentano caratteristiche cliniche e prognostiche differenti rispetto a quelli HPV-negativi: hanno una migliore risposta ai trattamenti e una sopravvivenza globale superiore.
Altri tumori
- L’HPV può essere coinvolto, seppur meno frequentemente, in carcinomi del cavo orale, della laringe e della regione perianale.
Meccanismo patogenetico
L’infezione persistente da HPV ad alto rischio induce l’espressione delle oncoproteine virali E6 ed E7, che inattivano i geni oncosoppressori p53 e Rb, favorendo la trasformazione neoplastica delle cellule epiteliali.
Implicazioni cliniche
- La presenza di HPV nei tumori maschili ha rilevanza prognostica (soprattutto per pene e orofaringe) e può influenzare le strategie terapeutiche.
- La prevenzione primaria tramite vaccinazione anti-HPV nei maschi riduce l’incidenza di queste neoplasie.
L’HPV è un importante fattore eziologico per tumori maschili di pene, ano e orofaringe, con un impatto significativo su incidenza, prognosi e prevenzione di queste neoplasie.