Melanoma oculare: a Pavia la protonterapia cura oltre 600 pazienti

Alessandra Familari | Editor

Ultimo aggiornamento – 29 Agosto, 2025

una oculista visita una donna.

Una tecnologia d’avanguardia può salvare la vista e migliorare la qualità di vita dei pazienti.

La protonterapia si conferma il trattamento più efficace contro il melanoma oculare, una forma rara e aggressiva di tumore, ma anche la più frequente tra i tumori rari dell’adulto.

Al Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (Cnao) di Pavia, unico in Italia e tra i quindici centri al mondo specializzati in questa metodica, sono oltre 600 i pazienti che sono già stati trattati con successo.

I dati scientifici confermano l’efficacia della radioterapia con protoni: a 5 anni il controllo locale della malattia raggiunge il 95%, evitando così l’asportazione dell’occhio e garantendo in molti casi la conservazione della funzionalità visiva.

Cos’è il melanoma oculare

Il melanoma oculare origina dai melanociti, cellule pigmentate presenti nell’uvea, che comprende coroide, corpo ciliare e iride. Secondo la dottoressa Maria Rosaria Fiore, medico radioterapista e referente di patologia al Cnao, la coroide è il sito più comune di insorgenza, responsabile del 90% dei casi di melanoma uveale.

Questa patologia colpisce soprattutto le persone di età compresa tra i 50 e i 70 anni, sebbene possa manifestarsi anche più precocemente, ma solo raramente prima dei 30. In Italia si stimano circa 400 nuove diagnosi all’anno.

I sintomi da non sottovalutare

Il melanoma oculare può rimanere a lungo asintomatico, oppure manifestarsi con disturbi visivi che, se sottovalutati, rischiano di ritardare la diagnosi. Tra i sintomi più frequentemente riportati:

  • visione offuscata;
  • percezione di lampi o scintille di luce;
  • difetti del campo visivo;
  • presenza di corpi mobili (“mosche volanti”);
  • più raramente, dolore oculare.

Il riconoscimento precoce è fondamentale per orientare tempestivamente il paziente verso centri di riferimento, dove può essere valutata l’indicazione alla protonterapia.

Protonterapia: precisione e conservazione della vista

La protonterapia è una forma avanzata di radioterapia che utilizza protoni ad alta energia per colpire il tumore con estrema precisione. 

La peculiarità fisica dei protoni, il cosiddetto “picco di Bragg”, consente di rilasciare la massima dose di radiazioni direttamente sulla massa tumorale, riducendo al minimo i danni ai tessuti sani circostanti.

Tradizionalmente, il trattamento del melanoma oculare con protoni viene effettuato con la cosiddetta tecnica passiva di distribuzione del fascio. Il Cnao, tuttavia, dispone di un fascio di protoni con scanning attivo, sviluppato specificamente per il trattamento di questa patologia.

Come sottolinea il presidente del centro, Gianluca Vago, questa innovazione rappresenta un salto qualitativo che permette di offrire ai pazienti una terapia ancora più mirata ed efficace.

Quali sono i risultati clinici e i vantaggi di questa terapia?

Gli studi clinici dimostrano che la protonterapia raggiunge tassi di sopravvivenza libera da progressione sovrapponibili a quelli di tecniche tradizionali come l’enucleazione (rimozione chirurgica del bulbo oculare) o la brachiterapia (applicazione di sorgenti radioattive direttamente sul tumore).

La differenza cruciale è che con la protonterapia:

  • l’occhio viene conservato;
  • in numerosi casi si preserva anche la capacità visiva;
  • la qualità della vita dei pazienti risulta sensibilmente migliore.

A cinque anni dal trattamento, il 95% dei pazienti non presenta recidiva locale, un dato che colloca il Cnao tra i centri di riferimento internazionali per efficacia terapeutica.

Il percorso clinico dei pazienti con melanoma oculare richiede una gestione multidisciplinare. Fin dai primi anni di attività, il Cnao ha collaborato con la divisione di Oculistica Oncologica degli Ospedali Galliera di Genova. Oggi le principali sinergie riguardano l’Oncologia Oculare dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e quella del Policlinico Gemelli di Roma.

Questa rete di collaborazione permette una presa in carico integrata, che va dalla diagnosi precoce fino al follow-up a lungo termine.

Evidenze scientifiche e prospettive future

Le prime applicazioni della protonterapia al melanoma oculare risalgono agli anni Ottanta. Da allora, un ampio corpus di studi scientifici ha consolidato le prove della sua efficacia. Le evidenze confermano che il trattamento con protoni è una valida alternativa alle tecniche tradizionali, capace di offrire lo stesso controllo della malattia ma con il vantaggio di una conservazione funzionale ed estetica dell’occhio.

Oggi il Cnao rappresenta un polo d’eccellenza internazionale non solo per il melanoma oculare, ma anche per altre neoplasie trattabili con protoni e ioni carbonio. 

L’esperienza accumulata in oltre 600 pazienti trattati conferma che la tecnologia avanzata non è soltanto un’opzione terapeutica, ma una reale opportunità di cura e di vita migliore per chi affronta questa patologia rara e complessa.


Fonti:

ANSA - “Melanoma oculare, a Pavia la protonterapia per più di 600 pazienti”, 27 agosto 2025 -

Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (Cnao) - www.cnao.it -

Alessandra Familari | Editor
Scritto da Alessandra Familari | Editor

Durante il percorso di studi in Lettere moderne ho avuto occasione di partecipare a diverse realtà editoriali che mi hanno introdotta nel mondo della scrittura web. Dopo tre anni di esperienza nel giornalismo, con particolare focus sulla sociologia e la psicologia sociale, ho cominciato a occuparmi di articoli sul benessere.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Alessandra Familari | Editor
Alessandra Familari | Editor
in Salute

58 articoli pubblicati

Contenuti correlati
Una bambina con sindrome di down che sorride.
Leucemia pediatrica acuta, una nuova scoperta: terapie mirate nei bambini con sindrome di Down

Ricercatori di Trento e Yale individuano il meccanismo genetico della leucemia pediatrica acuta: verso farmaci innovativi mirati all’RNA.